TELECOM ED INTESA, ATTESI BRIVIVI IN PIAZZA AFFARI. AL VIA, SOTTO LA TEMPESTA POLITICA , L’ASTA DEI BTP
L’Italia è sotto scacco dalla politica: la Borsa di Milano registra la scomoda situazione con un sensibile ribasso: -1,2% a quota 17.872 punti, comunque in ripresa dai minimi (17.691) grazie alla spinta in arrivo da Wall Street.
E’ in questa cornice che il Tesoro si accinge a completare stamane il trittico di aste di fine mese con l’offerta più significativa: i Btp a 5 e 10 anni per complessivi 5-6 miliardi.
In particolare sono in offerta da 2,5 a 3,0 miliardi della terza tranche del Btp 5 anni 1/12/2018 con cedola 3,50% e altrettanti miliardi della quinta tranche del Btp 10 anni 1/03/2024. Il benchmark decennale italiano maggio 2023 era trattato ieri sera in rialzo (4,33% contro 4,23%) il nuovo decennale marzo 2024 in asta oggi (a breve destinato a diventare il nuovo benchmark) ha segnato 4,48% da 4,37%, contro il 4,33% del benchmark spagnolo (scadenza 31 ottobre 2023).
Le turbolenze politiche hanno influenzato anche il mercato dei titoli di Stato: il rendimento del Btp a 10 anni è salito al 4,33% e lo spread si è allargato a quota 250 (+9 punti base). In mattinata il Tesoro ha collocato 8,5 miliardi di euro di Bot a tre mesi al rendimento dello 0,781%, dallo 0,866% della precedente emissione di fine agosto.
TOKYO, BENTORNATA INFLAZIONE. BENE NIKE A NEW YORK
In equilibrio Tokyo, guadagni moderati sugli altri listini asiatici. Ma il mese di settembre, passate le tensioni per il tapering si chiude con un bilancio positivo: l’indice Asia Pacific registra il miglio mese da tra 3 anni a questa parte.
Ancor più importante, in Giappone si rivede l’inflazione: +0,8% a Tokyo, il dato più alto dal 2008. E’ il segno che la Abenomics comincia a dare i primi frutti. Ieri, intanto, la commissione dei saggi della Govenment Pension Investment Fund ha consigliato ai gestori di aumentare l’esposizione del gigante della previdenza (1.230 miliardi di dollari amministrati) sugli investimenti azionari.
Risale Wall Street dopo cinque sedute negative grazie ai dati positivi sulle richieste di sussidi di disoccupazione e sul Pil. L’indice Dow Jones è salito dello 0,36%, lo S&P 500 dello 0,21% e il Nasdaq dello 0,7%. Oltre le stime i dati trimestrali di Nike: utile del periodo a 0,86 cent (0,78 le stime) e ricavi per 7,8 miliardi contro una previsione di 6,97 miliardi. Il titolo Facebook ha superato per la prima volta nella sua storia a Wall Street la soglia dei 50 dollari per azione.
Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono state la settimana scorsa solo 305mila, in calo dalle 310mila della settimana precedente e sotto le attese degli economisti che indicavano 325mila. Nessuna novità dal mercato immobiliare, dove le vendite in corso di abitazioni ad agosto sono scese dell’1,6%, più o meno come previsto.
L’attenzione degli investitori rimane concentrata sul dibattito legato alla riduzione del disavanzo statale negli Usa. Secondo i calcoli dell’amministrazione pubblica, il prossimo 17 ottobre gli Stati Uniti avranno soltanto 30 miliardi di dollari in cassa e potrebbero non riuscire a pagare i propri conti. Giornata tranquilla per le Borse europee, esclusa Milano. Londra ha chiuso in rialzo dello 0,2%, Parigi -0,2%, Francoforte invariata.
TLC, IL MERCATO SPERA NELLA LEGGE SUPER-OPA
In controtendenza Telecom Italia che ha chiuso in rialzo del 4,1%, consentendo così all’indice di limitare il ribasso. Il rimbalzo è dovuto le dichiarazioni del sottosegretario al Tesoro Alberto Giorgetti, che ha detto che il governo, oltre a introdurre già oggi la golden power, sta pensando di cambiare in corsa l’attuale normativa sull’Opa. “Le società potrebbero definire nello statuto una soglia per fare scattare l’Opa obbligatoria inferiore al 30%”, ha detto Giorgetti.
Finmeccanica ha chiuso in calo dell’1,3%: le polemiche politiche sul passaggio del controllo di Telecom Italia a Telefonica rendono più difficile la vendita di Ansaldo Energia, Ansaldo Breda e Ansaldo Sts a investitori esteri. Ansaldo Sts è scesa dell’1,6%.
DOMENICA IL DUELLO BAZOLI-CUCCHIANI
Ma le attenzioni si spostano sul mondo bancario ed in particolare su Banca Intesa -3,7% in vista dell’incontro che, domenica, avrà per protagonisti Giovanni Bazoli e l’ad Enrico Cucchiani, che potrebbe lasciare la guida operativa della banca per i dissidi su più fronti con Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza. Ma la turbolenza politica ha investito anche le altre banche. Unicredit è scesa del 2,6%, Banco Popolare -3,4%.
In ribasso anche l’asset management: Azimut -1,6%, Banca Generali -4%, Mediolanum -3%. Mediaset ha perso l’1,3%. In calo anche i titoli industriali: Fiat -2%, StM -0,9%, Pirelli -3%. Si è salvata +1,38% dopo la notizia della stipulazione dell’atto di scissione parziale proporzionale. Gli effetti decorreranno dal 1 ottobre e a partire dalla stessa data inizieranno le negoziazioni delle azioni di Wdf sul Mercato Telematico Azionario.