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Oggi l’assemblea di Telecom Italia sceglie il nuovo cda. Mps in trincea. Milano tenta il rimbalzo

FIRSTonline

FRENA IL PIL CINESE, MA L’ASIA E WALL STREET VANNO SU
A MILANO MPS IN TRINCEA. OGGI IL NUOVO CDA TELECOM

Avanza con decisione Tokyo +2,3% conformata dal finale Toro della seduta americana. Si distingue Softbank +8,3% sull’onda dei profitti della cinese Alibaba di cui controlla il 37% circa.

Ma l’attenzione era tutta concentrata sui dati in arrivo dalla Cina. Rallenta , come previsto, il pil, dal 7,7 al 7,4% su base annua. La frenata non ha impedito a Shanghai +0,8% di chiudere in rialzo. “Non sono arrivate altre notizie negative – ha commentato Zhang Zhiwei di Nomura – Anzi, la produzione industriale è migliorata, seppur di poco. Credo, però si tratti di una schiarita temporanea”. Ma, replica Louis Kujis di Rbs: “Il mercato resta nervoso perché il calo del pil non è abbastanza forte da giustificare misure robuste di stimolo all’economia”.

Ieri chiusura tonica per Wall Street dopo un avvio negativo. L’indice Dow Jones è salito dello 0,55%, l’S&P 500 dello 0,62% e il Nasdaq dello 0,29%. A favorire la riscossa i dati in arrivo dalle trimestrali di Johnson & Johnson +2% e Coca Cola +3,7%, Ma le notizie migliori, dopo la chiusura del mercato, sono arrivate dai conti di Yahoo +10%, grazie ai conti di Alibaba, il colosso cinese di prossima quotazione di cui la società Usa controlla il 20%. In rialzo nel dopoborsa anche Intel (a 27,85 dollari dalla chiusura di 26,77).

Tra le aziende che hanno già approvato le trimestrali (il 10% circa dell’indice S&P 500) la maggioranza ha battuto le stime di fatturato (il 57%) e di profitti (il 50%). Anche perché i target fissati dagli analisti sono molto modesti. Altra musica ieri sui listini europei sotto la pressione della crisi ucraina. I mercati hanno chiuso la seduta in netto ribasso: Francoforte ha perso l’1,7%, Parigi -0,8%, Londra -0,6%, Madrid -0,8%. La flessione più pronunciata riguarda Milano: a Piazza Affari l’indice FtseMib è sceso del 2,3%.

DECENNALE RECORD, MA FRENA BTP ITALIA

Continua intanto il rally dei titoli di Stato: il rendimento del Btp a 10 anni è sceso al nuovo minimo storico del 3,10%, dal 3,17% di ieri. Lo spread con il Bund scivola a 162 punti base dopo aver toccato un minimo a 160.

Bene, ma forse sotto le previsioni, il Btp Italia. Hanno raggiunto quota 9,463 miliardi di euro gli ordini per il nuovo titolo a 6 anni, al termine della seconda giornata di sottoscrizione. L’offerta per gli investitori retail prosegue oggi, fino alle 14. Il Tesoro, infatti, non si è avvalso della facoltà di chiudere anticipatamente l’offerta.

UCRAINA ED AUMENTI, DUE SPINE PER LE BANCHE

Spicca la caduta del Monte Paschi -10% in seguito alle indiscrezioni di un ampliamento dell’aumento di capitale a 5 miliardi di euro, dai 3 miliardi previsti. La banca ha fatto sapere che sta valutando le indicazioni fornito dal manuale sull’asset quality review , l’esame europeo sullo stato di salute del sistema bancario. Di qui l’ipotesi, assai concreta, di un’iniezione di capitali più robusta del previsto (c’è l’Ok del consorzio di garanzia) per far fronte anche al rimborso dei Monti bond entro l’esercizio. La Consob ha vietato anche per oggi le vendite allo scoperto sul titolo. Ma i volumi sono stati comunque sostenuti: è passato di mano l’8,9% del capitale.

In profondo rosso anche il resto del comparto: Pop. Emilia ha perso il 4,7%, Ubi -4,8%, Intesa -4,01%, Mediobanca – 2,81%. Unicredit -3,01% dopo avere deciso di sospendere tutte le attività in Crimea. Pop Milano -2,76% ha vanificato il tentativo di parziale recupero dopo il crollo della vigilia innescato dalla bocciatura dei soci alla riforma della governance. Banca Finnat, invece, ha guadagnato il 4,02% dopo che Banca Imi ha alzato il target price sul titolo a 0,66 euro per azione da 0,56 euro, confermando il rating buy.

Nel gestito forte calo di Azimut che chiude in ribasso del 4,3% e scivola sui minimi da inizio febbraio a 21,55 euro. Dai massimi storici segnati a inizio aprile il titolo ha perso il 20%. Quella di ieri è stata la settima seduta consecutiva in calo, un evento che non si realizzava dall’agosto 2011.

FINMECCANICA, POLLICE VERSO SU MORETTI

Risposte contrastate del mercato alle scelte del Tesoro per i nuovi vertici delle società quotate. Spicca il calo di Finmeccanica, che ha perso il 5,2% dopo che il governo ha indicato l’attuale capo delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, come prossimo amministratore delegato.

Il mercato è perplesso perché Moretti non ha esperienza di aziende internazionali (ha sempre lavorato nelle Ferrovie dello Stato) e teme un’inversione della strategia di uscita dal settore Trasporti. La controllata Ansaldo Sts, da mesi indicata come pronta alla vendita, ha perso il 4,8%.

Positive le reazioni degli analisti alle scelte del governo Renzi su Eni ed Enel, senza che ci sia stato un impatto significativo sui titoli: Eni, tra i migliori della giornata, ha limitato il calo allo 0,38%. Enel ha perduto il 2,39%, in linea con il mercato.

STM E WDF, DUE SOLE BLUE CHIP EVITANO IL ROSSO

Solo due blue chips hanno chiuso la seduta in terreno positivo: Stm +0,3%, in attesa dei conti di Intel, e Wdf +0,1%. Per il resto va segnalato: il forte ribasso di Telecom Italia -3,04%, alla vigilia dell’assemblea di oggi per l’approvazione del bilancio e il rinnovo del consiglio. La società ha reso noto di aver messo in vendita le torri di trasmissione in Brasile.

In deciso ribasso l’automotive, con Fiat che lascia sul terreno il 4,48%%, seguita da Exor -3,83%. Pirelli-1,2%. Prysmian -1,9% ha sottoscritto un contratto del valore di oltre 250 milioni di euro con l’operatore delle reti elettriche di Olanda e Germania TenneT, per il collegamento di parchi eolici offshore, situati nel Mare del Nord, alla terraferma tedesca.

Perde colpi A2A -3,39%, dopo che Goldman Sachs (rating sell e target price a 0,85 euro) ha tagliato la stima dell’ebitda di quest’anno del 5%. La società presenterà il nuovo piano industriale il prossimo autunno e la banca d’affari si aspetta una revisione al ribasso della guidance sull’ebitda 2015, attualmente pari a 1,310 miliardi contro i 1,049 miliardi stimati di Goldman Sachs. Forte calo di Mediaset che ha ceduto il 6%. Segue a ruota Mondadori – 4,02%. Campari -1,1% chiude in calo dopo l’acquisizione per 108 milioni di euro della Fratelli Averna . Tornano le vendite anche sul lusso: Tod’s -1,4%, Ferragamo -2,8%, Yoox -2,5%.

OGGI TREVI INCONTRA GLI ANALISTI, BENE GEFRAN

Nel resto del listino da segnalare il calo, seppur modesto di Trevi -0,64% alla viglia dell’incontro con gli analisti a Piazza Affari.

La società ha chiuso il 2013 con un utile netto in salita a 13,8 milioni e ricavi a quota 1,275 miliardi (+10,4%).

Meglio del mercato ha fatto Cir -1,64% nel cuore delle trattative sul futuro di Sorgenia. Tra le mid/small caps spiccano il balzo di Moleskine +7,7%. Gefran +3,7% e il +2,3% di De’ Longhi.

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