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Oggi l’assemblea di Intesa e in serata i conti di Apple. Occhio a Grecia e auto

L’assemblea di Intesa Sanpaolo e i conti di Apple sono i due avvenimenti che dominano la scena finanziaria di oggi – Ma i mercati guardano sempre con preoccupazione alla Grecia e al possibile piano B e scrutano il settore dell’auto con la doppia crisi Volkswagen e Renault – Giovedì a Trieste l’assemblea di Generali che a maggio presenterà il nuovo piano.

Oggi l’assemblea di Intesa e in serata i conti di Apple. Occhio a Grecia e auto

Settimana ricca di appuntamenti societari sulle due sponde dell’Oceano. Spicca in Italia l’appuntamento di oggi con Banca Intesa. E’ sempre più “calda” intanto la questione greca. Ma, a sorpresa sarà la Germania il tema clou di inizio settimana: resa dei conti in Volkswagen e risultati di Deutsche Bank in calo (559 milioni di utili contro 1,5 miliardi) dopo la multa record affronteranno il test delle Borse.

IL TRASLOCO DI HSBC ESALTA HONG KONG 

Non cambia intanto il copione delle piazze asiatiche: l’economia rallenta sotto la pressione della Cina (-0,4% la produzione industriale di marzo), le Borse dell’area Pacific avanzano ai massimi da sette anni. Salgono in particolare i mercati cinesi: Hong Kong +1,3%, trainata dal boom di Hsbc (+5,4%) che ha minacciato di traslocare da Londra verso l’ex colonia per sfuggire alle nuove regole della City, Shanghai +1,8% e Shenzhen +1,2%. Poco mosso il listino di Tokyo -0,15%, frenato dal rafforzamento dello yen: la Bank of Japan si appresta a rivedere al ribasso le previsioni sull’economia. 

STASERA I CONTI DI APPLE, MERCOLEDI’ FED E PIL USA

L’attenzione dei mercati però è già concentrata sugli Stati Uniti. Martedì e mercoledì, infatti, si terrà il vertice del Fomc, il comitato monetario della Federal Reserve. Nella stessa giornata, quasi in contemporanea con la conferenza stampa del presidente Janet Yellen, verrà annunciato il primo dato preliminare sul pil americano del primo trimestre: la revisione è di crescita dell’1%. Dopo il record del Nasdaq (e il balzo di Amazon +1,4%) l’attenzione degli analisti si concentra ancora sulle trimestrali. 

Aprirà stasera la kermesse, a mercati chiusi, Apple (+60% da inizio anno). C’è grande attesa per valutare l’impatto del dollaro forte sui conti della Mela. Finora, secondo le prime analisi sui trimestri delle corporations che hanno annunciato i bilanci, il costo della rivalutazione della moneta Usa è di circa 20 miliardi di dollari. Tra gli altri usciranno i conti di: Pfizer, Kraft, Time Warner, Conoco Philips, Time Warner Cable, Exxon e Mylan, nel mirino di Teva con un ‘Opa da 41 miliardi di dollari.

GRECIA, SI TRATTA ALL’OMBRA DEL PIANO B

Piano B? O no? La marcia della Grecia ad un passo dal baratro è destinata a dominare le prossime due settimane della finanza europea. E i vertici europei cercano di mettere a punto una strategia per evitare il peggio: consentire alla Grecia di fare default ma di restare nell’eurozona. “Non tocca ad un ministro confermare o meno l’esistenza di un piano B – ha spiegato Wolfgang Schaeuble – Ma pensate al riserbo che ha preceduto l’unificazione tedesca”. 

Dopo l’esito interlocutorio del vertice di Riga (sede di un imprevisto processo al “dilettante”Varoufakis), è sempre più difficile prevedere quel che accadrà l’11 maggio, quando Atene dovrà rimborsare l’Fmi con quattrini che per ora non ha. Il presidente dell’Eurogruppo Jeroem Djissembloem ha ribadito che i creditori europei della Grecia non autorizzeranno lo sblocco di nuovi aiuti finanziari finché Atene – nonostante la bancarotta ormai prossima – non concorderà un piano completo di riforme economiche. Dijsselbloem ha inoltre sottolineato che i 7,2 miliardi di euro di crediti alla Grecia attualmente congelati non saranno più disponibili dopo giugno.

ASTE DEL TESORO SOTTO IL SEGNO DI REPORT

Arrivano le aste di fine mese del Tesoro in un clima agitato anche per la crisi greca.

A) Verranno offerti di qui a mercoledì titoli per 11 miliardi. Oggi si parte con 1.5-2 miliardi di Ctz biennali e due emissioni Btpei (scadenza 2021- 2024) tra i 500 e 750 milioni. Si proseguirà con i Bot a 6 mesi (,5 miliardi contro 6,6 in scadenza). Mercoledì saranno collocati Btp a 5 anni (3-4miliardi, a 10 anni (1,5-2miliardi) oltre Ccteu tra 1,75 e 2,25 miliardi.
B) il differenziale di rendimento tra decennali italiani e tedeschi si è chiuso venerdì a quota 128 punti dopo un’oscillazione fra 122 e 130 punti base. Il tasso sul Btp a 10 anni ha segnato un rendimento di 1,427% dopo un minimo a 1,374% toccato in mattinata e da 1,402% dell’ultima chiusura.

C) L’offerta cade dopo che venerdì sera l’agenzia Fitch ha confermato il rating Italia a BBB+, motivato dagli effetti del Qe e del calo della bolletta petrolifera.

D) Cresce il dibattito attorno alla possibilità di rispettare l’obiettivo molto ambizioso del Def di riportare il debito al 120% del Pil nel giro di quattro anni. Il governo presenta un sentiero molto virtuoso che prevede il taglio del debito/pil di oltre 9 punti percentuali nel triennio 2016-2018, avvicinandosi a quanto richiesto dalla Commissione europea (un ventesimo all’anno della quota eccedente il 60% del Pil, oggi il 3,5% annuo ma destinato a calare).

E) In questa cornice si è scatenato il dibattito attorno alle “rivelazioni” sui derivati sottoscritti dal Tesoro, rilanciati ieri sera dall’inchiesta di Report. L’Italia ha pagato 16,9 miliardi negli ultimi 4 anni a causa dei contratti derivati. E si profila un salasso ancor più elevato in futuro, che non è condiviso dal debito pubblico di altri Paesi. 

AUTO, VOLKSWAGEN, RENAULT E FCA SOTTO I RIFLETTORI

Sotto i riflettori in Europa il comparto automotive. Al centro dell’attenzione oltre a Fiat Chrysler (+1,01% venerdì) che annuncerà i conti del trimestre mercoledì 29, c’è Volkswagen, dopo lo strappo ai vertici. Sabato, a sorpresa, sono arrivate le dimissioni del presidente Ferdinand Piech e di sua moglie Ursula, dopo il fallito blitz contro l’ad Martin Winterkorn, difeso dal governo della Bassa Sassonia e dai sindacato dei metalmeccanici, entrambi grandi azionisti del gruppo di Wolfsburg, dietro gli eredi di Ferdinand Porsche, tra cui lo stesso Piech, forti del 51 per cento. 

Il dissidio ai vertici è finora costato un pesante arretramento delle azioni del primo gruppo automobilistico europeo, ad un passo dal primato globale: -9% dall’inizio delle ostilità anche se venerdì c’è stato un rimbalzo (+2,26%). Al di là dei conflitti personali, oltre a Piech anche il fondo del Qatar, forte 5,4% del capitale, ha lanciato segnali di malumore. Il gruppo, pur fortissimo in Cina, accusa gravi ritardi nel progetto low cost per il mercato, asiatico, risultati deludenti negli Stati Uniti e calo della redditività, pur compensato dall’exploit di Audi. Non sono da escludere nuovi colpi di scena.

Settimana rovente anche per Renault +3,7% venerdì dopo gli ottimi risultati. Il ministro dell’Economia Emmanuel Macron ha intimato via lettera e con un intervento su Le Monde di votare in assemblea il 30 aprile, contro i fondi che chiedono l’abolizione del voto plurimo, secondo la legge Florange, che garantisce a Parigi il controllo del gruppo Nissan-Renault con il 15%. Carlos Ghosn non nasconde la sua ostilità: il rischio, dice, è la rivolta degli azionisti giapponesi. 

Dopo tanti annunci, in settimana ci sarà infine, salvo improbabili sorprese, il passaggio di Pininfarina al gruppo indiano Mahindra & Mahindra. 

ASSICURAZIONI, PROVE DI RIMBALZO. GIOVEDI’ L’ASSEMBLEA GENERALI 

Prove di riscossa per i titoli del settore assicurativo. Unipol Sai -4,08% è stato la scorsa settimana, infatti, il peggior titolo del paniere Ftse Mib seguito dalle Generali -3,26%, che terrà l’assemblea di bilancio giovedì 30 aprile. Il tonfo è stato provocato da un minaccioso report di Morgan Stanley sul settore europeo, con un occhio particolare sul settore vita: i rendimenti vicini allo zero dei titoli di Stato e, in generale, il calo delle obbligazioni stanno mettendo a rischio la tenuta del ramo vita. Venerdì il titolo più colpito è stato Allianz -2,7% a Francoforte. Axa -1,04%.

INTESA OGGI IN ASSEMBLEA. UNICREDIT SUPERSTAR 

Anche il comparto del credito sarà dominato dall’attenzione per la piazza tedesca: nel week end sono stati annunciati i conti di Deutsche Bank, condizionati dalla pesante multa per lo scandalo dei Libor. Spicca in Italia l’assemblea a Torino di Banca Intesa San Paolo. Sarà l’occasione per fare il punto sull’accordo con Unicredit e Kkr per il veicolo in cui far confluire una parte dei crediti a rischio dei due Big bancari italiani. 

Ma a movimentare la vigilia c’è stato il giallo di venerdì. Anonime e-mail hanno dato vita a false indiscrezioni sulle dimissioni dell’ad Carlo Messina. La diffusione del comunicato falso ha avuto impatto sul titolo che è scivolato in territorio negativo toccando un minimo a 2,988 euro mentre fino ad allora era stato largamente positivo. Ha poi chiuso venerdì a 3,076 euro con un rialzo dell’1,05%.

Unicredit +7,1% è stato il miglior titolo della settimana dopo l’annuncio dell’operazione su Pioneer con Santander e i fondi Warburg Pincus e General Atlantic. “Contiamo di chiudere entro fine anno – ha detto l’ad Federico Ghizzoni – e di partire con l’anno nuovo con l’operazione fatta”. 

Al test del mercato anche Ubi ( +4,82% la scorsa settimana) dopo l’assemblea di sabato in cui l’ad Victor Massiah ha precisato che la banca, aperta ad ipotesi di integrazioni ma pronta a procedere da sola, non ha intenzioni di scegliere un advisor per essere assistita in eventuali merger. Massiah ha anche smentito colloqui in Banca d’Italia in vista di un accordo con il Banco Popolare (+5,46% in settimana).

TRIMESTRALI, TOCCA A SAIPEM. FINECO STACCA LA CEDOLA

L’agenda societaria della settimana è carica di trimestrali (domani ci saranno i conti dell’Eni ) assemblee e stacco cedole. Oggi si terranno le assemblee di: Banzai, Basicnet, Cattolica, Cerved, Cir, Cofide, It way, Mutui on line, Safilo, Stefanel. Tra le trimestrali spicca Saipem. In calendario anche: Aedes, Basicnet, Cir , Cofide , Intek, Safilo. Oggi staccano il dividendo: Exprivia (0,028 euro), FinecoBank (0,2 euro), Prima Industrie (0,2 euro), Servizi Italia (0,16 euro) e Tech-Value (0,02 euro).

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