Anche in cima a Saint-Lary Pla d’Adet il Tour non cambia registro, anzi rafforza il primato di Vincenzo Nibali, il suo unico e indiscusso leader. La seconda tappa pirenaica la vince Rafal Majka che bissando il successo di Risoul, oltre che un un doppio regalo per il magnate russo Oleg Tinkoff, fa un accumulo di punti forse decisivi per la maglia pois di migliore degli scalatori, lui che grimpeur puro non è, infrangendo l’unico obiettivo di un Joaquim Rodriguez ancora in bacino di carenaggio che dopo la sparata sul Col du Portillon e la volata davanti allo stesso Majka è andato scomparendo su Col du Val Luron e sull’ascesa finale, un hors categorie che essendo sede di arrivo raddoppia i punti.
Dietro a Majka, staccato di 29” è arrivato Giovanni Visconti che a 9 km dall’arrivo aveva tentato un allungo staccando il drappello di testa di cui facevano parte, tra gli altri, anche Roche e Rolland. Sarebbe stato l’en plein della Sicilia se non ci fosse stato Majka, perché appena dietro a Visconti ecco Nibali, lo Squalo dello Stretto, a sopraggiungere con la sua maglia sempre più gialla dopo aver piantato la compagnia degli uomini di classifica, incapaci di replicare al padrone del Tour. Una prova di forza che costa a Valverde altri 49” di ritardo (ora in classifica è sempre secondo ma a 5’26” da Nibali) e che spegne la baldanza di Bardet e Thibaut Pinot che sul Col du Val Louron aveva cercato di innervosire la maglia gialla.
Ora anche loro sono sempre più lontani in classifica, Pinot sempre terzo ma a 6 minuti secchi mentre Bardet è quinto a 7’34”. Meglio delle due giovani speranze transalpine, è andato il vecchio Jean-Christophe Peraud, classe 1977, che è stato l’unico a reggere la ruota di Nibali sulla salita finale finendo quarto: ora Peraud è quarto in classifica,ad appena 8 secondi dal podio di Pinot e a 42” dal secondo posto di Valverde. Oggi il Tour dà l’addio ai Pirenei con una tappa da leggenda: c’è il Tourmalet e l’ascesa finale all’Hautacam che nel 2000 vide una delle grandi imprese – poi tutte annullate – di Lance Armstrong che mandò in crisi Pantani. C’è chi scommette su un altro show di Nibali per mettere il sigillo definitivo a un Tour perfetto.
Ma già ieri sera, sul traguardo di Saint-Lary che nella storia del Tour ricorda nel 1974 l’ultima vittoria di Raymond Poulidor, l’amatissimo Popou del francesi, che in quell’edizione dominata da Merckx riuscì almeno un giorno a battere il Cannibale, anche Nibali ha messo una mattonella in più per entrare nella hall of fame della Grande Boucle: con quella indossata nella 18 tappa è la sua 15esima maglia gialla, un numero che lo colloca davanti a campioni del passato come Gastone Nencini, il vincitore del Tour del 1960. E a Parigi, per il trionfo del suo primo Tour, l’attende tra quattro giorni la maglia gialla n.19: come quelle di Coppi, nei suoi due Tour vinti, tra le 5 indossate nel 1949 e le 14 nel 1952.