“L’economia americana è sostanzialmente uscita dalla Grande Recessione ed è pronta per una crescita più solida ed un’inflazione in ripresa”. Parola di Janet Yellen, intervenuta ieri all’Economic Forum di Washington. “Non vedo l’ora di alzare i tassi – ha aggiunto – mossa che sarà vista come il segno decisivo, un testamento, dell’uscita dell’America dalla recessione”, come del resto ha confermato ieri sera il Beige Book.
Alla vigilia della riunione della Bce che oggi annuncerà il pacchetto di misure per rilanciare l’economia e l’inflazione, il presidente della Fed ha rotto gli indugi: “Se dovessimo posticipare ancora l’inizio della normalizzazione della politica monetaria rischieremmo di squilibrare i mercati finanziari e di spingere l’economia in recessione”.
IL GREGGIO SCIVOLA SOTTO I 40 DOLLARI
La conferma della prossima stretta Usa ha avuto l’effetto di accelerare la discesa dei prezzi del petrolio, già sotto pressione per l’imminenza del vertice Opec di venerdì. L’Iran ha scritto agli altri Paesi del cartello sostenendo la necessità di ridurre la produzione per sostenere le quotazioni. Ma l’Arabia Saudita ha già ribadito il suo no alla proposta.
Di riflesso il petrolio ha chiuso la seduta odierna a New York sotto i 40 dollari al barile per la prima volta dallo scorso 26 agosto. Il contratto a gennaio è scivolato del 4,6%, 1,91 dollari, a 39,94 dollari al barile. Già appesantito da un aumento inatteso delle scorte Usa per la decima settimana di fila, il petrolio ha infatti ampliato i cali dopo le parole del governatore della Federal Reserve e ancora di più dopo la diffusione del Beige Book. Stamane in Asia il Brent è risalito a 40,13 dollari al barile.
IN CALO WALL STREET E L’ASIA. BRASILE IN TENSIONE
La valuta Usa ha toccato un nuovo massimo dell’anno. Il dollar Index, calcolato sulla media delle sei monete più scambiare, è salito dello 0,72%. L’euro è trattato stamane a 1,0593. Il rendimento del T-Bond biennale è salito allo 0,94% (a gennaio era 0,41%). Le Borse già si adeguano alle nuove condizioni di mercato. Ha chiuso in calo Wall Street: Dow Jones -0,89%, S&P 500 -1,10%, Nasdaq -0,64%. Stesso copione in Asia: Tokyo -0,3%, l’indice Asia Pacific perde a metà seduta lo 0,6%. Gli operatori sono in attesa di Mario Draghi.
Anche le aperture delle Borse europee rifletteranno la cautela dei mercati, già sintonizzati sulla conferenza stampa del presidente della Bce, a partire dalle 14.30. I futures segnalano così un avvio debole: Londra -30 punti a 6.391; Parigi -33 bp a 4873; Francoforte -71 bp a 11.119.
Si avvertono intanto i primi cedimenti nelle economie Emergenti. Sotto i riflettori il Brasile, in piena crisi istituzionale. Ieri la Camera basa del Parlamento ha autorizzato l’avvio della procedura di impeachment per la presidente Djilma Roussef. Crollano nel frattempo le vendite di auto (-34%). Btg Pactual, socio di Mps, di cui Generali ha in carico una quota a fronte della vendita di Bsi, è stato retrocesso a titolo spazzatura da S&P.
PIAZZA AFFARI -0,1%. LO SPREAD SCENDE A 91
Alla vigilia del giorno X, la cautela ha dominato la seduta dei listini europei. A Milano l’indice FtseMib è sceso dello 0,1%, anche la Borsa di Parigi ha perso lo 0,1%, Francoforte -0,6%. Il Btp si è rafforzato con il rendimento del decennale sceso all’1,38% (il minimo storico è 1,12%, segnato nello scorso mese di marzo). Lo spread con il Bund è a 91 punti base.
MEDIOBANCA HA COMPRATO BARCLAYS ITALIA
Mediobanca (+0,2%) ha acquistato gli sportelli italiani di Barclays, ormai avviata ad uscire dai mercati dell’Europa continentale. La rete di Barclays, forte di 90 filiali con 600 dipendenti, andrà a confluire in Che Banca! a conferma della strategia di diversificazione dalla tradizionale attività di investment bank di piazzetta Cuccia. L’annuncio ufficiale dell’operazione sarà comunicato in giornata.
GLI ANALISTI PROMUOVONO POSTE ITALIANE
Le banche si sono mosse ieri in ordine sparso: Intesa è scesa dello 0,4%, Monte Paschi -1,4%, Unicredit-1%. Positive Pop.Milano (+0,7%) e Mediobanca (+0,2%). E’ salita Mediolanum (+1%), che ha finalmente raggiunto l’accordo con l’Agenzia delle Entrate, alla quale verserà 120 milioni di euro per chiudere un contenzioso fiscale. La cifra è già accantonata nei bilanci del gruppo.
In grande evidenza Poste Italiane (+1,9%) che ha segnato nuovi massimi dopo le raccomandazioni positive dei principali broker. Tra questi, Ubs (Buy, target 8 euro), Kepler-Cheuvreux (Buy, target 8 euro), Citigroup (Buy, target 8 euro) eMediobanca (Outperform, target 8,50 euro). Più cauti Goldman Sachs (Neutral, target 7,80 euro), Bofa-Merrill Lynch (Neutral, target 7,50 euro) e Credit Suisse (Neutral, target 6,60 euro).
Generali è scesa ieri dello 0,6%, UnipolSai -0,9%.
TELECOM, ANCHE GLASS LEWIS CONTRO VIVENDI
In calo Telecom Italia (-1,9%) nell’ultimo giorno in cui si potevano comprare le azioni per partecipare all’assemblea di metà dicembre che si annuncia rovente. Anche il proxy adviser Glass Lewis ha suggerito un voto contrario alla richiesta di Vivendi di aumentare il numero dei consiglieri e di nominare quattro suoi rappresentanti.
Glass Lewis scrive che il principale problema è che con quattro rappresentanti in consiglio la presenza di Vivendi sarà superiore alla sua quota, in virtù della presenza di Tarak Ben Ammar, già in Cda ma anche consigliere di Vivendi, che porta la quota del gruppo francese nel board al 23%, superiore alla sua partecipazione nel capitale post-conversione delle risparmio, il 14% circa.
TENGONO I PETROLIFERI. CROLLA L’ACCIAIO (ARCELOR -8%)
I prezzi dei titoli oil in Piazza Affari non riflettono i ribassi del greggio che si è scatenato in serata sui mercati Usa. Eni ha chiuso in rialzo (+0,7%). Modeste le variazioni di Tenaris (-0,5%) e di Saipem (-0,37%).
Molto più violento il ribasso delle altre materie prime, a partire dal minerale di ferro. ArcelorMittal, il primo produttore al mondo di acciaio, quotato alla Borsa di Amsterdam, è caduto dell’8% dopo la previsione che il prezzo dell’acciaio calerà ancora nel 2016. Enel è salita dello 0,3%, Terna +0,4%.
YOOX ALLE STELLE GRAZIE AL CYBER MONDAY
E’ proseguito ieri il rialzo dei titoli del lusso: Yoox ha guadagnato il 4,9% dopo avere annunciato che le vendite nel fatidico weekend del Thanksgiving Day sono salite del 50% sullo stesso periodo del 2014. Nel corso della seduta la quotazione ha segnato il nuovo massimo storico a 35,35 euro, superando il precedente record di 35,09 euro risalente al gennaio 2014.
Ieri sera la società ha annunciato che tra giovedì e lunedì, nel fine settimana lungo del Thanksgiving Day, le vendite si sono impennate: sono salite del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Più del 40% degli ordini sono arrivati dal cellulare o da tablet. Bene ieri anche Ferragamo (+1,8%) e Moncler (+3,6%).
FCA RALLENTA NONOSTANTE IL BOOM DI VENDITE
Fiat Chrysler segna un calo dello 0,8% nonostante l’ottimo dato sulle immatricolazioni di novembre in Italia, mercato che vale il 10% delle vendite del gruppo. Bene anche gli ordini saliti del 20%, un incremento che lascia presagire una chiusura del 2015 in accelerazione.
Tra gli altri industriali, StM +0,9%, Finmeccanica -0,6%. Enel è salita dello 0,3%, Terna +0,4%.