Ferrari, che nella sua storia ha vinto più di 200 Grand Prix, parte oggi nel GP di Wall Street con un valore iniziale di 9,8 miliardi di dollari. Ieri sera, infatti, è stato fissato il prezzo delle azioni della Rossa: 52 dollari, al massimo della forchetta (48-52 dollari), a conferma della risposta positiva del mercato. In realtà, fino all’ultimo si è pensato che il prezzo iniziale potesse salire a 53 dollari.
Ma Fca si è “accontentata”: 10 miliardi era l’obiettivo dichiarato di Sergio Marchionne, contro stime fino a poche settimane fa largamente inferiori delle grandi case di investimento. Fca ha collocato 17,1 milioni di titoli per 893 milioni di dollari cui si aggiungeranno altri 1,7 milioni a disposizione dei sottoscrittori per un totale di 982 milioni di dollari.
Si tratta della quarta Ipo dell’anno per valore a Wall Street. Ferrari si è rivelata più forte delle tendenze di mercato: Il 2015 è stato finora l’anno più negativo per le Ipo: solo 154 per un totale di 32,5 miliardi di dollari, con numerose rinunce negli ultimi mesi. Subito dopo la fatidica campanella d’avvio degli scambi Marchionne riaprirà il dossier del contratto Chrysler.
In attesa di novità sul fronte Gm che ieri ha presentato l’accordo con Lg per produrre una vettura elettrica in grado di far concorrenza a Tesla (-10% ieri dopo un report che ha giudicato “inaffidabile” il suo ultimo modello). Il Ceo di Fiat-Chrysler (-2% ieri a Milano) dovrà, infine, prender atto della multa in arrivo da Bruxelels per gli accordi fiscali in Lussemburgo: la sanzione può andare da 30 a 200 milioni di euro.
L’offerta della Rossa serve ad illuminare una scena finanziaria internazionale “grigia”, segnata dall’attesa degli interventi delle banche centrali.
TOKYO PUNTA SU NUOVI STIMOLI. HARLEY DAVIDSON SBANDA A WALL STREET
Stamane Tokyo avanza dello 0,7% dopo i dati deludenti della bilancia commerciale, condizionata dall’andamento debole delle esportazioni. Il mercato scommette che la Bank of Japan, finora contraria ad allargare il Qe, sarà costretta a rivedere le sue posizioni nella riunione del 30 ottobre. Modeste le variazioni delle Borse cinesi: Shanghai +0,3%. Chiusa Hong Kong per festività.
Ancor più piatta Wall Street: il Dow Jones perde lo 0,08%, S&P -0,14%. Il Nasdaq perde lo 0,50%. A condizionare la giornata il calo di Ibm (-5,50%) dopo la trimestrali deludente. Collassano le quotazioni di Harley Davidson (-16,7%), in rosso per il terzo trimestre di fila. Deludenti anche i numeri di Yahoo! annunciati dopo la chiusura.
BORSE EUROPEE IN CALO. TENSIONI SUL QE
Anche in Europa la giornata è stata caratterizzata dall’attesa della riunione della Bce di giovedì a Malta, seguita dalla conferenza stampa di Mario Draghi. A spingere i listini al ribasso è stata, per paradosso, una buona notizia: l’erogazione del credito alle aziende della zona euro è cresciuta per il sesto trimestre consecutivo.
Le banche prestano senza problemi, anzi, sono tornate a mettere in campo strategie di marketing per favorire la crescita degli impieghi. Per le banche è un segno del ritorno alla normalità, per le Borse non è una buona notizia perché rende meno probabili nuovi interventi di stimolo all’economia. Lo spread ha oscillato attorno a quota 104-106, poco sopra i minimi degli ultimi sei mesi.
UNICREDIT SUPERSTAR, PIU’ LEGGERA IN AUSTRIA
Sotto pressione il comparto bancario: l’indice Eurostoxx Banks perde l’1%. Sola eccezione in Europa è Unicredit, in progresso ieri del 2,7% dopo le indiscrezioni sulla cessione di asset in Austria. Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni potrebbe vendere la controllata Commercial Bank of Austria per un valore vicino a 800 milioni di euro. La cessione che avrebbe l’effetto di migliorare il profilo patrimoniale dell’istituto, riportandolo in linea, se non sopra, quello delle principali banche europee.
Ieri Intesa ha perso lo 0,5%. MontePaschi -2,5%. Banco Popolare -2,6%. Perdono quota le società del risparmio gestito: Mediolanum -2,8%,Azimut -1,8%. Vendite anche su Generali -0,67%: Barclays ha abbassato sul titolo il prezzo obiettivo a 16,1 da 17,1 euro, confermando la raccomandazione equalweight.
SARAS IN CADUTA LIBERA. MA AGLI ANALISTI PIACE
Sprofonda in Piazza Affari Saras (-12% a 1,847 euro), dopo la cessione a sorpresa del 9% da parte di Rosneft che resta il secondo azionista con il 12%. A questi prezzi il titolo è largamente al di sotto dei target degli analisti, aggiornati dopo la recente presentazione del business plan.
Soltanto Banca IMI ha messo sotto revisione il proprio giudizio mentre Kepler-Cheuvreux ha confermato Buy (target 2,90 euro). Non cambiano parere nemmeno Mediobanca (Outperform target 2,50 euro), Barclays (Overweight 3 euro) e Equita (Hold target 2,46 euro). In ribasso anche le altre società petrolifere: Tenaris -2,8%, Eni -0,9%, Saipem -2,1%.
SU LUXOTTICA PESA L’EFFETTO CAMBI
Arretra Luxottica (-3,6%), peggior seduta da fine agosto, a pochi giorni dall’appuntamento con i risultati del terzo trimestre 2015, che saranno annunciati lunedì prossimo 26 ottobre. Il consensus indica per il terzo trimestre 2015 una crescita del fatturato del 18% a 2,22 miliardi di euro e una crescita dell’utile netto del 18,8% a 206 milioni. Ma JP Morgan, pur confermando il giudizio neutral, ha rivisto le stima al ribasso del 2-4% per l’effetto dei cambi. Il titolo guadagna da gennaio il 37%.
Si profila un fine settimana intenso per i titoli del lusso: dopo la caduta di Burberry, le attenzioni sono concentrate sui conti di Kering (Gucci, Bottega Veneta, Puma) in arrivo domani. Ieri a Piazza Affari Yoox -0,5%, Tod’s -2,6%, Ferragamo -3,3%.
FINCANTIERI VA A FONDO. GIU’ TELECOM
Nuovo tonfo di Fincantieri (-7,1%) e di Trevi (-3,2%). Telecom Italia ha perso il 2,8%. Il Sole 24 Ore riporta che la trattativa su una possibile integrazione con Metroweb non è partita bene, ci sono divergenze importanti. Finmeccanica è scesa dell’1,4%. Enel ha chiuso in calo dello 0,2%.