ASTA BTP, IL TESORO SFRUTTA L’EFFETTO MERKEL. PIAZZA AFFARI, EDITORIA (E IREN) FANNO BOOM
Stamane il Tesoro cerca di sfruttare “l’effetto Merkel”. Va in scena, infatti, la terza offerta di titoli di Stato della settimana dedicata ai Btp: 6,5 miliardi in tutto, fino a 2,5 miliardi in quinquennali il resto nel Btp 10, esordio del nuovo benchmark scadenza 22 novembre.
Nel pomeriggio di ieri si è registrato un netto miglioramento dei titoli di Stato, con il rendimento del Btp sceso al 5,72% e lo spread in calo a quota 436 (-10 punti base subito dopo le parole della Cancelliera tedesca (“l’Italia può farcela da sola” e “le riforme faranno scendere lo spread”) davanti a Mario Monti.
In mattinata il Tesoro italiano aveva collocato con successo 9 miliardi di Bot a sei mesi: il rendimento caduto al 1,585% (minimo da marzo), dal 2,454% della precedente asta di fine luglio. Numeri incoraggianti, alla vigilia di una settimana cruciale. Ma la tensione resta alta: basti, al proposito considerare la corsa al debito della repubblica Ceca. Praga, fuori dall’euro, ha collocato ieri i suoi bond a 9 anni al tasso del 2,14%, minimo storico.
L’Asia attende, con il nervosismo tipico della vigilia, il discorso di Ben Bernanke a Jackson Hole. Stamane i listini orientali volgono al ribasso: Tokyo è in calo di un punto percentuale, fa peggio Hong Kong -1,35%. In ribasso anche i futures: –0,4% sulle Borse Usa e su quella di Londra. Poco mossa Wall Street. Gli indici Usa hanno chiuso poco sopra la parità: Dow Jones +0,03%, S&P + 0,08%, Nasdaq +0,13%.
A scuotere i mercati non sono serviti né i dati sul mercato immobiliare né la conferma della crescita del Pil Usa (+1,7% nel trimestre, come previsto). Per gli investitori, insomma, l’unico appuntamento che conta è quello di venerdì con il discorso a Jackson Hole del presidente della Fed, Ben Bernanke. In questa chiave c’è molta attesa per i dati macroeconomici di oggi, possibile chiave di lettura dele prossime decisione della Federal Reserve. In particolare in serata sarà reso noto il Beige Book, l’indicatore pù fedele della congiuntura americana.
A Milano l’indice FtseMib ha chiuso con un ribasso dello 0,33%. Seduta negativa anche a Parigi -0,51% e Londra -0,56%. Francoforte segna +0,11%. In lieve calo stamane l’oro (1659 dollari l’oncia) e il petrolio (95,02 dollari al barile il Wti). L’euro è in lieve calo contro il dollaro a 1,2546 da 1,2552 della chiusura di ieri.
Fra le blue chip milanesi le variazioni di prezzo sono state contenute. Al rialzo si mettono in luce le banche che hanno annunciato buoni risultati. In particolare, il Banco Popolare sale del 3,45% grazie alla maggior solidità patrimoniale. A fine giugno il Core Tier 1 era salito al 10,2% dal 7,1% di inizio anno, superiore al livello richiesto dall’Eba. Considerando anche il buffer straordinario di capitale richiesto dall’autorità europea al fine di fronteggiare il rischio sovrano, il Core Tier 1 capital ratio raggiunge il 9,6%. Ubs e Bank of America hanno entrambe alzato il target price portandolo rispettivamente a 1,2 euro e a 1,3 euro. la raccomandazione di entrambe è neutral.
Banca Pop.Milano sale del 1,54%. Seduta amara invece per MontePaschi in ribasso del 7,97% dopo l’annuncio di una perdita semestrale di 1,6 miliardi dovuta a maxi-svalutazioni. In avvio di seduta aveva segnato un ribasso del 9%. Citigroup, Deutsche Bank e Cheuvreux hanno tagliato la raccomandazione (downgrade) a sell, Natixis ha confermato il giudizio neutral e ha alzato il target price a 0,21 euro da 0,19 euro.
Nel corso della conference call con gli analisti, l’amministratore delegato Fabrizio Viola ha detto di non essere in grado di dare ulteriori informazioni sui nuovi bond del governo, in quanto si è fermi a quanto scritto nel decreto e mancano ancora i decreti attuativi e il necessario via libera della Ue. Il Core Tier1 al 30 giugno segna un miglioramento al 10,8% prima dell’accensione dei nuovi bond del Tesoro, i cosiddetti Monti Bond. Monte dei Paschi dovrebbe attingere ai prestiti dal ministero dell’Economia per 3,9 miliardi, di cui 1,9 miliardi per sostituire i Tremonti Bond già ottenuti.
Fra i titoli industriali, scendono Finmeccanica -1% e Fiat Industrial -1,2%. Positive Fiat +1,3%, nonostante l’annuncio di nuova cassa integrazione a Pomigliano, e StM +0,8%.
Fra le mid e small cap brilla Iren +13% che ha annunciato buoni risultati. I ricavi sono saliti del 34,4% a 2,267 miliardi di euro, l’Ebitda è cresciuto del 2,9% a 336,1 milioni di euro mentre l’utile netto è sceso del 21,8% a 75,3 milioni. Positivo l’indebitamento netto, un indicatore che desta preoccupazioni, sceso di 240 milioni di euro dal 30 giugno scorso a 2,654 miliardi. La società prevede, “un consolidamento nella crescita delle attività per effetto della progressiva contribuzione degli investimenti realizzati, oltre che delle azioni di riduzione del debito finanziario”.
In ascesa anche Hera. Stamattina Citigroup ha confermato la raccomandazione Buy con target price a 1,30 euro, il broker ritiene che l’ingresso nel capitale del Fondo Strategico, il braccio operativo della CDP, (confermato nella conference call con gli analisti) “dovrebbe rafforzare la struttura finanziaria, aumentare la flessibilità e sostenere le potenzialità di partecipazione al consolidamento”.
Positivi gli editoriali: Rcs +24,3% dopo una lunga sospensione per eccesso di rialzo. Il rally è sostenuto da volumi eccezionali, sono passati di mano 4,4 milioni di pezzi contro una media degli ultimi trenta giorni di 602.000 pezzi, ieri ne sono stati negoziati 5,82 milioni. Seat balza all’insù del 21%. Gruppo l’Espresso +3%. Il Sole 24Ore +5,2%.
Forte discesa di Prelios -9,33%. Tiene banco in Piazza Affari l’aspro scontro tra Marco Tronchetti Provera e la famiglia Malacalza che si è astenuta dall’approvazione dei conti trimestrali di Camfin +0,61%.
L’asta dei diritti inoptati degli aumenti di capitale di Fonsai e Unipol partirà il 3 settembre. Nel complesso, l’inoptato dei due aumenti, chiusi lo scorso 1 agosto, riguarda un controvalore di 665 milioni di euro circa, che, in caso di mancata sottoscrizione, andrebbe a carico delle banche del consorzio di garanzia, guidato da Mediobanca –2,89%.
Intanto Unipol si è detta pronta a sottoscrivere, ad acquistare, nell’ambito dell’offerta in borsa, un numero di diritti tali da consentire la sottoscrizione di azioni ordinarie Fonsai per una quota massima del 4,9% del capitale ordinario post aumento. La fusione a quattro, che coinvolgerà anche Premafin e Milano Assicurazioni, sarà efficace a partire dall’inizio del 2013.
In ribasso, dopo sei sedute consecutive al rialzo, anche Cucinelli -5,4%. I conti del semestre “lasciano prevedere numeri in crescita per l’intero esercizio, sia in termini di volumi che di redditività”. L’indebitamento finanziario netto migliora in maniera significativa rispetto ai 58,4 milioni al 30 giugno 2011, scendendo a 14,2 milioni, grazie alla liquidità generata dall’Ipo.
Ferragamo chiude il primo semestre con utili (+22,5%) e ricavi (+22,6%) in aumento e conferma le attese di “significativa crescita” per l’intero anno, con un’accelerazione del settore Retail e un rallentamento del Wholesale nella seconda parte del 2012. “Le vendite realizzate in questa prima parte dell’anno confermano, in assenza di particolari turbative di mercato, un’aspettativa di significativa crescita per l’intero 2012”, si legge nella nota sui risultati.