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Ogg asta Btp con rendimenti verso 5%. Bersani non convince Piazza Affari. Rimbalzo stamani a Milano

La via crucis di Piazza Affari è iniziata. Ecco il bollettino dopo la prima stazione. A Piazza Affari l’indice FtseMib ha perso il 4,8% andando a chiudere sui minimi della seduta. Il peggioramento ha coinciso con le dichiarazioni di Pier Luigi Bersani. Non è piaciuta l’assenza di rassicurazioni sulla prosecuzione di politiche del rigore e delle riforme, così come le critiche all’austerity europea. 

Lo spread di rendimento fra il Btp e il Bund si è allargato di 51 punti base arrivando a quota 343. Il rendimento del Btp a 10 anni è salito al 4,88%. L’Italia ha fatto salire la febbre a tutta la zona euro. La Borsa di Londra è scesa dell’1,3%, Parigi è arretrata del 2,6% e Francoforte è finita in ribasso del 2,2%. In Borsa le vendite hanno colpito soprattutto i titoli finanziari: in Europa l’indice Stoxx delle banche ha perso il 2,9%, assicurazioni -2,3%. Tiene l’euro: contro il dollaro la valuta unica è invariata a 1,3067 (da 1,306) e si è rafforzata contro la sterlina inglese, salendo a 0,8661, da 0,8632. L’oro vale stamane 1.609 dollari l’oncia in Asia. 

BERNANKE: ITALIA, MOLTA INCERTEZZA. TOKYO IN CALO

 Tutt’altro copione oltre Atlantico. A Wall Street la seduta si è chiusa in terreno positivo: Dow Jones +0,84%, S&P +0,61% e Nasdaq +0,43%. Due le ragioni della ripresa: i buoni dati macro, sia sulle vendite delle case che sull’andamento dei consumi, e le parole di Ben Bernanke ascoltato al Congresso. Il presidente della Federal Reserve ha difeso il piano di acquisto di bond finalizzato a sostenere la crescita, aggiungendo che i tagli alla spesa pubblica che potrebbero scattare questa settimana sarebbero un problema per l’economia. 

La crisi italiana preoccupa però anche gli Usa come ha detto Bernanke, in risposta ad una domanda del senatore Charles Schumer: “Il mercato sta reagendo soprattutto all’incertezza. Non sa in che direzione andrà il governo italiano e come la politica ne sarà influenzata. Non sono un esperto di politica italiana, ma non credo che nessuno dei candidati abbia nettamente respinto l’idea di restare nell’euro o di mantenere le politiche richieste all’Italia per restare nella zona euro. Tuttavia c’è molta incertezza, restiamo a vedere cosa accade”. In ribasso stamane la Borsa di Tokyo -1,27%: preoccupa la prospettiva che una crisi dell’euro possa vanificare gli sforzi della politica dello yen debole. In discesa anche Hong Kong -0,37%. 

LA TEMPESTA PERFETTA SUI BTP

“Una commedia italiana diventata una tragedia greca”. Angelo Guglielmi di Mediobanca securiities sintetizza così la situazione del Bel Paese dopo le elezioni. “Ci sono più incertezze dopo le elezioni che non prima”, rileva il team londinese di piazzetta Cuccia, una delle voci più ascoltate dalla City sulle vicende di casa nostra in un report dal titolo “la tempesta perfetta”.Una tempesta che stamane potrebbe vivere una delle scene madri.

Stamane infatti il Tesoro offrirà in asta da 4,75 a 6,5 miliardi fra il titolo a 5 anni novembre 2017, attuale benchmark, e il nuovo decennale maggio 2023. Del nuovo titolo, in particolare, verrà offerto un ammontare compreso fra 3 e 4 miliardi. Difficile immaginare condizioni più difficili per l’asta. Ieri l’offerta da 8,75 miliardi di BOT a sei mesi di stamattina si è chiusa con il collocamento dell’intero importo ma il rendimento è schizzato all’1,23% dallo 0,73% della precedente asta di fine gennaio: dallo scorso ottobre i rendimenti non erano così alti.

Si prevedono all’asta di oggi rendimenti non lontano dal picco del 5 per cento. In soldoni, mezzo punto in più di spread, più o meno quello che sta capitando, sull’intero stock del debito pubblico costerebbe al Tesoro circa 10 miliardi di euro in più di tassi di interessi all’anno, ovvero mezza Imu. Questa situazione pesa anche sugli altri Paesi della periferia che per colpa nostra devono sopportare un rialzo dei loro spread nei confronti della Germania: +20 pb la Spagna, +30 pb il Portogallo, +25 pb la Grecia. Da notare che lo spread Italia/Spagna si restringe a 49 punti base, livello minimo da inizio settembre. 

INSIDIE PIAZZA AFFARI 

Uno tsunami di vendite si è abbattuto sul comparto finanziario, a partire dalle banche. A poco è servito il divieto di vendite allo scoperto emanato dalla Consob. Unicredit è affondata in un ribasso dell’8,4%, Intesa -9%, Pop.Milano -5,7%,MontePaschi -5,8%, Banco Popolare -10%. Mediobanca -7,5% ha chiuso il secondo trimestre dell’esercizio 2012-13 con un utile netto di 14,8 milioni, sopra il consensus raccolto dalla banca che indicava una perdita di 10 milioni e nonostante la svalutazione della partecipazione in Telco per 95 milioni.

Fra le banche europee, Société Générale ha perso 5,8%, DeutscheBank -4,9%, la spagnola Santander è scesa del 4,6%. Fra le assicurazioni Generali ha perso il 6,5%, Unipol-11%,Fondiaria-Sai-9%. Nell’asset management Azimut ha perso il 4,4%, Mediolanum -10%, Banca Generali-6,2%. Fra i titoli industriali, Fiat -3,4%, Finmeccanica -3,9%, Fiat Industrial -2,7%, StM-3,4%. Enel è caduta in ribasso del 5,8%, Eni ha perso il 3%, A2A -8%. Telecom Italia ha chiuso in ribasso del 2%. Fra le blue chip milanesi due soli titoli hanno chiuso positivi: Diasorin +0,1% e Pirelli +2% mentre torna a crescere la capogruppo Camfin (+4,9%). Riprendono così corpo le voci su una prossima sistemazione del puzzle della galassia Tronchetti Provera. 

Mediobanca ha chiuso il secondo trimestre dell’esercizio 2012-13 con un utile netto di 14,8 milioni, sopra il consensus raccolto dalla banca che indicava una perdita di 10 milioni e nonostante la svalutazione della partecipazione in Telco per 95 milioni. Il primo semestre mostra quindi un utile netto raddoppiato a 123,8 milioni contro i 63,4 milioni di un anno prima. In crescita l’apporto delle società consolidate a equity che sale a 85,8 milioni grazie al contributo, in buona misura non ricorrente, di Gemina (27,2 milioni) che compensa le perdite operative di Rcs. Aumenta anche il contributo di Generali (75,6 milioni da 65,9 milioni). 

Il portafoglio titoli e partecipazioni ha visto, oltre alla svalutazione di Telco che porta il valore d’uso delle azioni Telecom a 1,20 euro, anche riprese di valore su titoli di Stato greci per 12,2 milioni e altre svalutazioni su titoli disponibili per la vendita non quotati per 6,7 milioni. 

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