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Ocse: Italia riformi tasse e lavoro

Riformare fisco e lavoro, accorciando anche i temi della giustizia. Questi i principali obiettivi per la politica economica italiana secondo l’Ocse, che nel suo ultimo rapporto dal titolo “Obiettivo crescita”, pubblicato in occasione del G20 di Sydney, analizza le riforme strutturali realizzate dal 2012 nei Paesi industrializzati. 

Nel dettaglio, su fronte della tassazione, l’Ocse raccomanda semplificazione, lotta all’evasione e riduzione della pressione sui salari più bassi: “Svariati anni di consolidamento fiscale, bassa fiducia e scarso credito hanno lasciato l’Italia con un tasso di disoccupazione a doppia cifra e nessun chiaro segnale di una rapida ripresa”, si legge nel rapporto, che sottolinea anche la necessità di riequilibrare la protezione del lavoro, riducendola in alcuni tipi di contratto e migliorando la rete di salvataggio del welfare. 

Per ridurre il rischio della disoccupazione a lungo termine, l’Ocse raccomanda di rafforzare le politiche attive del lavoro. Inoltre, sarebbero opportune “riforme del mercato del lavoro mirate a ridurne la dualità – scrivono gli economisti dell’Organizzazione – con in particolare l’attuazione di una rete di salvataggio universale, una migliore istruzione professionale e il sostegno per l’apprendistato possono ridurre l’ineguaglianza dei redditi”. 

L’Ocse raccomanda di “migliorare la struttura delle imposte, semplificando il codice fiscale, combattendo l’evasione fiscale e, quando la situazione di bilancio lo permetterà, riducendo il cuneo fiscale sui lavoratori a basso reddito”. Vanno inoltre ridotte le barriere alla concorrenza “rafforzando il rispetto della legge a tutti i livelli di Governo, riducendo la proprietà pubblica e i ritardi della giustizia civile”. 

L’Ocse ribadisce anche che va migliorata l’equità e l’efficienza del sistema di istruzione, sia per utilizzare meglio i fondi convogliati sull’istruzione, sia per migliorare le possibilità di quanti hanno basse qualifiche. Il rapporto per altro prende nota anche delle riforme fatte nei due ultimi anni, come l’assegno di disoccupazione universale o la nuova normativa per le industrie di rete, i maggiori poteri dati all’Antitrust e la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozia. Con la postilla tuttavia, che “vanno fatti altri sforzi per assicurarsi l’effettiva attuazione delle riforme”.

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