L’Ocse elogia nuovamente le riforme messe in campo in questi anni in Italia, “in particolare il Jobs Act e la riduzione dei contribuiti sociali”, riforme grazie a cui “si cominciano a risanare i danni inferti dalla crisi all’economia e al tessuto sociale del Paese”. Nel rapporto annuale sulla penisola, l’ente parigino cita anche le riforme del sistema di istruzione e della pubblica amministrazione.
Ma lo studio non può ignorare l’esito negativo del referendum sulle riforme costituzionali del dicembre scorso: “La bocciatura – si legge – ha aumentato il clima di incertezza politica, tuttavia il processo di riforme deve essere portato avanti se l’Italia vuole costruire una società più inclusiva e migliorare le prospettive di crescita”. Per questo la vittoria del no “rischia di rallentare il processo delle riforme, facendo diminuire le prospettive di crescita e rendendo più difficile il risanamento dei conti”.
Secondo l’Ocse, oggi l’economia dell’Italia “è in via di ripresa dopo una lunga e profonda recessione“; al recupero hanno contribuito “le politiche macroeconomiche del governo, una politica monetaria accomodante, nonché prezzi contenuti delle materie prime”.
Tuttavia, “dall’inizio della crisi il Pil reale procapite è calato di circa il 10% e oggi è allo stesso livello del 1997. La povertà assoluta è quasi raddoppiata rispetto ai livelli registrati prima della crisi – rileva l’Ocse – e ha colpito in maniera particolare giovani e bambini“.
L’Ocse ha ritoccato al rialzo la previsione sulla crescita economica dell’Italia di quest’anno, stimando ora un Pil al più 1 per cento dopo il più 0,9 per cento indicato sul 2016, mentre per il 2018 ha confermato l’attesa di un più 1 per cento. I dati risultano di un decimale di punto più elevati sia per il 2016 che sul 2017 rispetto alle stime contenute nell’Economic Outlook dello scorso 28 novembre.
Nel frattempo proseguirà, ma rallentando il ritmo, la ripresa dell’occupazione: dopo un più 1,3 per cento nel 2016 l’ente parigino stima più 0,9 per cento nel 2017 e più 0,6 per cento nel 2018. Il tasso di disoccupazione passerà invece dall’11,5 per cento del 2016 all’11,1 per cento quest’anno e al 10,7 per cento nel 2018.
Il deficit di bilancio dell’Italia continuerà a calare. Dopo il 2,4 per cento del Pil del 2016, quest’anno il disavanzo di bilancio si ridurrà al 2,3 per cento e nel 2018 al 2,2 per cento del Pil.
Quanto al debito, dopo il 132,8 per cento indicato sul 2016 l’Ocse pronostica una limatura al 132,7 per cento nel 2017 e una moderazione al 132,1 per cento nel 2018.
Le previsioni dell’Ocse per il nostro Paese sono migliori di quelle diffuse lunedì dalla Commissione europea.