Condividi

Ocse: aumentano salari in Italia ma restano inferiori a Spagna e Francia

Italia al 20esimo posto nell’area Ocse per il dato dei salari reali, anche in Spagna si guadagna di più. Negli Usa si guadagna quasi il doppio che in Italia – Per l’Ocse la crescita sarà timida sia nel 2015 che il prossimo anno – Disoccupazione scenderà all’11,9% solo alla fine del quarto trimestre 2016 – Promosso il Jobs Act

Ocse: aumentano salari in Italia ma restano inferiori a Spagna e Francia

Italia poco sopra la ‘zona retrocessione’ fra i 34 Paesi dell’area Ocse per quanto riguarda il dato dei salari reali. Il nostro Paese resta in 20esima posizione nonostante l’Ocse abbia registrato un incremento dei salari medi fra 2013 e 2014. Infatti, lo scorso anno il salario medio annuale italiano è stato pari a 35.442 dollari, quasi mille euro in più rispetto ai 34.561 dollari del 2013. 

Tuttavia l’Italia resta ben al di sotto della media del salario reale dell’area Ocse che lo scorso anno è stato pari a 46.533 euro. Italia, fanalino di coda tra i big, Spagna compresa. Al top della classifica ci sono gli Stati Uniti con 60.779 dollari, seguiti dal Lussemburgo con 60.607. La Germania è a 44.007 dollari, la Francia si attesta a 40.917, il salario medio in Spagna è pari a 38.386 dollari. Il costo unitario del lavoro in Italia è aumentato dell’1,2%, sempre l’anno scorso, contro il calo medio dello 0,1% dell’area Ocse.

OCSE: CRESCITA TIMIDA IN ITALIA
L’organizzazione con sede a Parigi ha anche fornito i dati su Pil e disoccupazione dei 34 Paesi. Per quanto riguarda l’Italia, secondo Ocse, quest’anno e il prossimo la crescita resterà timida. L’Ocse indica una crescita dello 0,6% nel 2015 e dell’1,5% del 2016, “in entrambi i casi al di sotto della crescita prevista per l’Eurozona e per l’intera area euro”.

DATI OCSE SU DISOCCUPAZIONE IN ITALIA
Sul fronte della disoccupazione. Ocse rileva che in Italia, dopo il picco del 13% nel novembre 2014, quest’anno si attesterà al 12,4%. Secondo Ocse, per vedere il tasso di disoccupazione scendere sotto il 12% bisognerà attendere l’ultimo trimestre del prossimo anno. Nel suo Employment outlook Ocse segnala la crescita dell’incidenza della disoccupazione di lungo periodo: nel 2014, il 61,5% dei senza lavoro lo era da almeno 12 mesi, contro il 56,9% del 2013. In aumento lo scorso anno anche il tasso di disoccupazione giovanile che è arrivato al 42,7%, più del doppio rispetto al 2007, quando si fermava al 20,4%. 

OCSE: PRECARI IN AUMENTO. OK IL JOBS ACT
Ma tra i giovani chi ha un lavoro spesso deve accontentarsi di contratti precari. Secondo i dati Ocse la percentuale di lavoratori under 25 con contratti precari è passata dal 52,7% del 2013 al 56% nel 2014. Nel 2007 era il 42,2%, nel 2000 solo il 26,6%.Ma per l’Ocse il Jobs Act, entrato in vigore da pochi mesi, rappresenta “un importante passo avanti verso la riduzione delle diseguaglianze di lungo periodo e l’eliminazione della segmentazione” del mercato del lavoro italiano aumentando gli incentivi alla creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato con il nuovo contratto a tutele crescenti.

Commenta