Tassi bassi e rischio alto. Uno scenario pressoché inedito che abbina a tassi di interesse tornati sui livelli degli anni 40 una duration degli indici obbligazionari ai massimi dagli ultimi trent’anni. “Non ci sono mai stati rendimenti così bassi per così tanto rischio”, ha detto Bruno Rovelli, head of investment advisory Blackrock Italia, qualche giorno fa nel corso di una conferenza nella sede milanese del colosso degli investimenti.
Da un lato l’intera struttura dei tassi è crollata verso il basso riportandosi su livelli simili agli anni ’40-50, quando i rendimenti medi annui dei bond si sono mantenuti attorno al 2% per una decina di anni: non solo i titoli tripla A ma anche gli high yield, che oggi rendono attorno al 6% in media, lo stesso rendimento che avevano i governativi tripla A all’inizio del 2000. Dall’altro la natura degli indici obbligazionari negli ultimi 30 anni è mutata in modo significativo e oggi presenta una duration ai massimi degli ultimi trent’anni: il che significa che un piccolo movimento dei tassi di interesse determina un forte aggiustamento di prezzo. Prendendo come riferimento il Barclays Global Aggregate, un aumento dell’1% del tasso determina una diminuzione del 6% sul prezzo.
“Guardando un indice obbligazionario globale, oggi troviamo un rendimento a scadenza che è ai minimi mentre la duration è ai massimi degli ultimi 30 anni – ha spiegato Bruno Rovelli – quindi abbiamo il più basso livello di tassi di interesse per il più alto rischio finanziario”. Un cocktail che non promette di tenere bassa la volatilità che quindi è attesa in aumento. La struttura dei rendimenti si è infatti compressa perché le Banche centrali, con la politica espansiva, hanno incentivato l’assunzione del rischio, ma la volatilità complessiva è destinata ad aumentare, anche in relazione ad eventi come il tapering, che in prospettiva spinge verso l’alto la volatilità prospettica, soprattutto negli Usa. Come con il drammatico sell off di maggio-giugno scorso scatenato dall’annuncio del tapering. “Il vero problema per gli investitori obbligazionari non è stato però questo sell off – ha detto Rovelli – il vero problema è un lungo periodo di rendimenti bassi che ripagano a stento l’inflazione, siamo in una sorta di Bear market strisciante”.
Due sono le forze contrastanti oggi in campo: da un lato i segnali di ripresa del ciclo economico, che spingono verso l’alto i rendimenti, dall’altro le banche centrali che li vogliono tenere verso il basso per stimolare la crescita. Per gli esperti di BlackRock nel medio termine i rendimenti alla fine saranno spinti al rialzo dai segnali di ripresa del ciclo economico ma per il momento faranno fatica a salire alla luce di politiche monetarie che sono attese nel complesso e globalmente espansive anche per il 2014. In questo scenario il colosso degli investimenti sottolinea che è necessario ripensare l’investimento obbligazionario. Basti pensare che oggi si può ottenere un rendimento del 5% solamente se si allunga significativamente la duration di portafoglio e si riduce la qualità degli emittenti sul fronte del rating. E si dovrebbe avere un’esposizione a titoli high yield all’80% del portafoglio. Mentre dieci anni fa lo stesso rendimento si otteneva con titoli governativi di alta qualità sotto i tre anni di scadenza. “Rispetto a quanto fatto nel passato è necessario essere molto più tattici e gestire in modo attento la sensitività del proprio portafoglio all’andamento dei tassi – osserva BlackRock- Questo è il motivo per cui riteniamo opportuno iniziare a riposizionare il proprio portafoglio obbligazionario sui prodotti con ampia delega gestionale, maggior diversificazione e possibilmente bassa correlazione rispetto ai tradizionali indici obbligazionari”.