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Obama: “Tifo per Renzi, il Sì al referendum aiuterebbe l’Italia”

“Io e Michelle ci siamo riservati il meglio per il finale”, aveva detto il presidente Barack Obama accogliendo il premier italiano Matteo Renzi e la moglie Agnese alla Casa Bianca. “L’Italia è uno dei più grossi alleati che abbiamo”, aveva esordito il presidente Usa che ha riservato all’ospite italiano l’ultima cena di Stato della sua presidenza, a suggellare una profonda amicizia che Obama ha voluto onorare pronunciando in italiano il motto “patti chiari e amicizia lunga”.

Dopo le prime formalità, i due leader hanno discusso per un paio d’ore nel salotto della Casa Bianca, da otto anni e ancora per poche settimane casa del presidente democratico. Nella conferenza stampa di fine incontro, che precede la cena di gala prevista nella notte italiana, ci sono state altre parole al miele. Ha esordito Obama ringraziando “l’Italia per l’alleanza” e rivolgendo “un pensiero alla popolazione di Amatrice”, recentemente colpita dal terremoto.

“Gli Stati Uniti sono fortunati ad avere tanti alleati nel mondo – ha proseguito il presidente statunitense -, tra questi uno dei migliori, dei più affidabili è l’Italia. Matteo Renzi fa parte di una nuova generazione di leader, importante per l’Italia ma anche per il futuro dell’Europa“. Obama ha poi toccato il tema delle riforme e del referendum, incoraggiando Renzi in vista delle prossime sfide: “Renzi sta facendo riforme importanti, che però incontrano resistenze. La crescita in Italia c’è ma è ancora debole, il Si al referendum aiuterebbe”. “Non ci saranno comunque cataclismi in caso di vittoria del No”, ha poi aggiunto Renzi rispondendo alle domande dei giornalisti ed Obama gli ha fatto di nuovo eco: “Non voglio interferire sul voto referendario ma io tifo per Renzi, e deve rimanere a prescindere dall’esito”.

La sintonia tra i due leader si è ovviamente estesa alle questioni internazionali, come poi confermato dallo stesso premier italiano: “Sulle questioni internazionali l’agenda italiana coincide totalmente con quella americana, il nostro impegno a fianco degli Usa è continuo”. Ad incominciare dalla lotta al terrorismo: “Mosul sarà la battaglia più difficile ma l’Isis verrà sconfitto”, ha ribadito Obama prima di parlare anche dei rapporti commerciali: “Siamo d’accordo per dare sostegno alle trattative per il Ttip, che può aiutare lavoro e crescita da un lato all’altro dell’Atlantico”.

Sulla questione migranti il presidente americano si è schierato apertamente con Renzi: “Sui migranti serve una risposta coordinata, l’Italia ha salvato molte vite, mi congratulo con Renzi e con gli italiani. E il premier fa bene a chiedere all’Europa di prendersi più responsabilità”. Il premier ha ringraziato prendendo la parola, e scherzando subito sul Jobs Act: “Devo chiedere scusa, è un’espressione che ho copiato da Obama, ma ormai è open source come ci siamo detti. In Italia ha creato 588mila posti di lavoro, una cifra enorme per il nostro Paese”.

Renzi ha poi omaggiato Obama, che sta per lasciare dopo due mandati particolarmente intensi, dal Nobel per la Pace vinto nel 2009 alle sfide della crisi economica e dei difficili rapporti internazionali: “Mentre qualcuno sceglie l’odio, noi scegliamo la libertà e i nostri valori. La legacy di Obama non sarà solo per gli Usa ma anche per tutto il mondo”. Infine, rispondendo alla sollecitazione su Amatrice, il premier ha ricordato la grande reazione della popolazione dopo il terremoto, invitando Obama “nei luoghi dove è stata inventata la pasta all’amatriciana. La assaggerai”, ha promesso Renzi.

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