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Obama spaventa le big company: nuova tassa sugli utili all’estero

Il piano prevede una tassa una tantum del 14% sui duemila miliardi di dollari di profitti offshore già accumulati dalle società Usa all’estero e una tassa minima del 19% sui guadagni futuri maturati all’estero da aziende con base negli Stati Uniti.

Obama spaventa le big company: nuova tassa sugli utili all’estero

Tassare le multinazionali che producono utili all’estero e usare il gettito così ottenuto (quasi 238 miliardi di dollari) per costruire strade, ponti e altre infrastrutture. E’ questa, secondo Bloomberg, una delle proposte che il presidente americano Barack Obama presenterà insieme al nuovo budget.

Nel dettaglio, il piano prevede una tassa una tantum del 14% sui duemila miliardi di dollari di profitti offshore già accumulati dalle società Usa all’estero. In arrivo anche una tassa minima del 19% sui guadagni futuri maturati all’estero da aziende con base negli Stati Uniti (ma sarà previsto anche un credito d’imposta per le tasse versate all’erario degli altri Paesi).

Secondo la regola attuale, le compagnie Usa sono sottoposte a una tassazione fissata al 35% degli utili che raccolgono in giro per il mondo. Godono di un credito d’imposta per i pagamenti fatti agli altri governi e non devono versare nulla al fisco di casa fin quando non rimpatriano i capitali. Il sistema incentiva così a rendicontare utili fuori dai confini nazionali e a lasciarli lì. Una prassi adottata da giganti come Apple, Microsoft e Google. 

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