Frena il dollaro, dopo il nuovo rinvio del voto sulla riforma sanitaria Usa. I mercati prendono atto una volta di più che Donald Trump non ha una presa sul Congresso sufficiente a sviluppare il suo programma. Una triste ipoteca sulla settimana del made in America lanciata ieri dal Presidente. Di qui la discesa della valuta Usa, che trattata stamane a 1,1529 sull’euro, balzato ai massimi dal maggio 2016. Non meno impressionante il calo nei confronti dello yen: 112,21, sensibilmente sotto ai valori di una settimana fa (114,495). Anche il cinese renmimbi sega i massimi da novembre. La crisi di fiducia nella leadership Usa può essere il sassolino che può inceppare il motore dei mercati, comunque in pieno salute dopo i ripetuti record.
Ma dal cilindro di Wall Street continuano ad uscire sorprese. L’ultima arriva da Netflix, che minaccia di essere per la tv quel che Amazon è ormai per il commercio. Il gigante dello streaming ha preso il volo dopo la pubblicazione dei risultati: +10,5% a 179,5 dollari conto i 161 della chiusura. Il rally è giustificato dal boom degli abbonati, frutto del successo delle ultime serie (tra cui la quinta stagione di House of Cards). Ma il dato più significativo è che per la prima volta il colosso può vantare più abbonati fuori dagli Usa che in patria: 4,14 milioni. Grazie a questi numeri crescono i profitti (+32,3% a 2,8 miliardi) ma ancor più la sensazione che siano all’improvviso invecchiati i modelli di business dell’industria dell’entertainment.
FRENANO I LISTINI ASIATICI, TONFO DI BLACKROCK
La discesa del dollaro caratterizza stamane la mappa dei mercati. Scende Tokyo (-0,6%) alla riapertura dopo una festività. Frenano anche Sidney (-1,1%) ed Hong Kong (-0,1%), che si concede una pausa dopo la striscia di rialzi. Pesa il tracollo dell’immobiliare Sunac (-13%) che ha costretto la China Construction Bank ad un salvataggio. Shanghai -0,8%, Seoul -0,2%, Mumbai -0,5%.
Listini Usa piatti: il Dow Jones perde lo 0,04%, S&P 500 -0,01%. Il Nasdaq, prima del ciclone Nasdaq, chiude a +0,03%. Segnali di frenata dall’economia reale: l’indice Empire State Manufacturing elaborato dalla Fed di New York si è attestato a 9,8 punti a luglio da quota 19,8 di giugno, deludendo il consenso degli economisti (15 punti).
Scivola BlackRock (-3,1%) dopo profitti inferiori alle attese. Amazon (+0,9%) ha fatto un’altra vittima: Blue Apron, società attiva nel campo della consegna dei pasti a domicilio. Il titolo è precipitato dell’11% dopo la notizia che il gruppo di Jeff Bezos si accinge ad entrare nel settore.
PETROLIO STABILE, SALGONO SAIPEM E TENARIS
Stabile stamane il petrolio, nonostante il calo del dollaro: Brent a 48,55 al barile, Wti 46,12. La forte domanda stagionale non è sufficiente a far salire i prezzi, vista la forte offerta dagli Usa e dall’Opec.
A Piazza Affari frena Eni -0,23%. Gli analisti di Equita Sim hanno confermato il rating buy e il target price a 16 euro sul titolo; gli esperti si attendono che i conti in pubblicazione il 28 luglio mostrino un trimestre in deciso miglioramento, con l’ebit che dovrebbe aver beneficiato del recupero dei prezzi del greggio (50 dollari al barile nel secondo trimestre 2017 contro i 46dollari dello stesso periodo del 2016) e della crescita della produzione. La sim si aspetta la conferma delle guidance principali. Sale Saipem, che ha chiuso a 3,53 euro, in progresso dello 0,83%. Tenaris +0,92%.
PIAZZA AFFARI STABILE, MA +12,7% NEL TRIMESTRE
Panorama piatto anche per le Borse europee, in attesa di stimoli in arrivo dalla Bce e/o dalle prime trimestrali. Seduta incolore per Piazza Affari, che chiude a -0,03%, indice Ftse Mib a21.484 punti. La performance da inizio anno è intorno a +11,8%, meglio della media fotografata dall’Eurostoxx, che è +7,8%, e meglio del risultato accumulato dalla “locomotiva” d’Europa, ovvero Francoforte, che si ferma a +9,7%.
Interessante notare che grazie al recupero delle Banche e delle Assicurazioni, il FtseMib ha messo a segno un guadagno del 12,7% negli ultimi tre mesi, contro il +7% dell’indice Ftse STAR, che raggruppa le principali mid cap italiane. Poco mosse anche le altre piazze. La peggiore è Francoforte (-0,35%), seguita da Parigi (-0,1%). Piatta Madrid. Sale solo Londra (+0,35%), sotto l’effetto della sterlina debole: ieri ha preso il via il secondo round dei negoziati per definire le modalità della Brexit.
A sostenere la City ci ha pensato il buon andamento del settore minerario (+1,3%) a sua volta sospinto dal trend in salita del Pil cinese: in evidenza Anglo American (+1,66%), Glencore (+1,95) e Antofagasta (+2,27%) in progresso dopo che il prezzo del rame ha toccato il massimo degli ultimi tre mesi e mezzo.
Confermato il rallentamento dell’inflazione in Europa per il mese di giugno, anche se si rafforza la crescita dei prezzi al netto delle componenti più volatili. Secondo i dati finali relativi al mese scorso diffusi da Eurostat, l’inflazione nei 19 Paesi euro si è portata all’1,3% tendenziale, in linea con la stima flash e con le attese degli analisti, ma sotto l’1,4% di maggio e l’1,9% di aprile.
SCENDE LO SPREAD IN ATTESA DI DRAGHI
Chiusura in rialzo per i Btp, sui massimi, in una seduta dai volumi estivi. Il tasso sul Btp decennale ha terminato la sessione al minimo di 2,23%, a distanza dal picco da inizio maggio toccato il 7 luglio a quota 2,35%. Lo spread su Bund (fissato a 0,58%) stringe chiudendo vicino al minimo di giornata di 171 punti, dopo essere salito venerdì scorso fino a quota 180, il livello più alto dall’8 giugno.
Il mercato si attende che Mario Draghi possa cogliere l’occasione del meeting di giovedì per aggiustare i toni rispetto all’intervento di Sintra di fine giugno, interpretato in maniera decisamente restrittiva dagli operatori.
TELECOM, TORNA L’IPOTESI DELLA COMBINAZIONE CON OPEN FIBER
In una giornata piatta gli stimoli sono arrivati dal mondo delle fibre e dalle tlc. Telecom Italia +1,23%: continua la pioggia di indiscrezioni sul braccio di ferro tra l’ad Flavio Cattaneo e l’azionista Vivendi. La novità è stata rappresentata dall’apertura del ministro Carlo Calenda, che ha riproposto l’ipotesi di una combinazione tra Open Fiber e la stessa Telecom. Uno scenario cui Vivendi guarda con sospetto: l’ingresso di un azionista pubblico (vedi Cdp) nell’azionariato non potrebbe che limitare il peso del gruppo guidata da Vincent Bolloré, che nel frattempo punta a d imporre nella riunione del 27 luglio la nomina di Amos Genish come direttore generale. Prende così quota l’ipotesi di un’uscita anticipata di Cattaneo.
Torna intanto a prevalere il segno meno sul titolo Mediaset (-0,42%) che passa di mano a 3,33 euro. Il bilancio da inizio anno resta in pesante rosso (-18%). È una delle peggiori blue chip di Piazza Affari nel corso del 2017. Equita ha deciso confermare il giudizio Hold (Neutral). Nuovo target tagliato a 3,70 euro da 3,9 euro.
SHOPPING USA PER PRYSMIAN, I PHONE FRENA STM
Prysmian (+1,18%) ha ridotto nel finale i forti guadagni iniziali. Equita Sim ha suggerito che la società potrebbe essere un potenziale compratore di General Cable, produttore di cavi americano, interessato alla vendita: il Cda dell’azienda Usa ha scelto JP Morgan come advisor per un’eventuale vendita. L’ad di Prysmian, Valerio Battista, ha più volte parlato di acquisizioni di taglia media, in aziende operanti in nicchie ad alto valore aggiunto nel mercato dei cavi. Per un’acquisizione l’azienda può mettere in campo un miliardo almeno.
Si è spento nel finale il rialzo di Stm, invariata nonostante il rialzo del settore a Wall Street: Credit Suisse ha confermato il rating Neutral, ma ha abbassato il prezzo obiettivo a 14,50 euro da 15,50 euro. A frenare il titolo sono state le notizie sull’iPhone 8 di cui l’azienda italo-francese è grande fornitore: il nuovo smartphone non arriverà prima di ottobre/novembre.
LUSSO OK, FRENANO LE UTILITIES. BANCHE PIATTE
Seduta positiva per il lusso, favorito dalla ripresa dei consumi (+11%) in Cina. In cima al listino figura Yoox Net-A-Porter (+3,02%). Bene anche Salvatore Ferragamo (+1,88%).
Colpiti al contrario dalle vendite i settori maggiormente sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Giù tutte le utilities: A2A -1,22%, Enel -0,97%, Terna -0,58% e Italgas -0,52%.
Il paniere bancario ha registrato un lieve ribasso (-0,13%). In calo Unicredit (-0,59%), che ieri ha concluso la cessione di crediti deteriorati per 17,7 miliardi ad un veicolo autonomo creato assieme a Fortress. In sensibile calo Creval (-3,29%). Nel segmento del risparmio gestito, Banca Generali -1%, Azimut -0,7%.
VOLA DOBANK, IN ARRIVO IL PIANO GAVIO
Da segnalare il nuovo balzo di DoBank, la società indipendente specializzato nell’attività di gestione di crediti performing e non performing a favore di banche e istituzioni finanziarie. Le azioni, dopo il +13,89% di venerdì – giorno del debutto – hanno messo a segno un +6,34%, a 10,9 euro. Da segnalare ancora i movimenti del gruppo Gavio: Sias +1,75% (a 11,02 euro) e Astm+2,06% dopo le anticipazioni del piano che sarà presentato il 19 luglio.
Bene anche Salini Impregilo (+2,07% a 3,154 euro) dopo che la controllata Lane Construction si è aggiudicata un contratto del valore di 76 milioni di dollari per ampliare una sezione della State Road 408 a Orange County in Florida.