Partenza fiacca per le Borse asiatiche dopo i record della scorsa settimana. Registrano prezzi in modesto calo sia Tokyo che i listini dell’area Asia-Pacific. Fanno eccezione le piazze cinesi: Shanghai avanza dell’1 per cento abbondante, continua il rally di Hong Kong +0,4% (dopo il +7,9% della passata settimana). La Borsa di Shenzhen, il Nasdaq giallo, avanza dello 0,8%: da gennaio l’aumento dell’indice è del 53,8%.
Ma dalla Cina emerge un dato inquietante: l’export del Drago è calato, a sorpresa del 15 per cento a marzo, a conferma del malessere che percorre la seconda economia del pianeta. Si fa strada così la previsione che i dati del Pil del primo trimestre, che daranno annunciati mercoledì prossimo, registrino una crescita inferire all’obiettivo del 7 % fissato dal governo. Di qui l’attesa di nuove misure di stimolo per contrastare la tendenza al ribasso della seconda economia del pianeta.
Intanto gli operatori si chiedono fin dove può arrivare il rally delle Borse? Una parte della risposta arriverà nei prossimi giorni, ricchi di appuntamenti importanti. Nel frattempo si riparte da questi numeri. In quattro sedute la Borsa di Milano ha messo a segno un rialzo del 2,4%, portando la performance da inizio anno a +25,5%. In forte ascesa anche gli altri listini europei: l’indice Stoxx 600 ha guadagnato nella settimana il 3,8% toccando un nuovo massimo storico superiore al picco del marzo 2000. In grande ripresa il dollaro, a 1,059 contro l’euro.
LA BCE FA IL PUNTO SUL QE. ATTESA PER L’INFLAZIONE UE
Spicca, in particolare, la riunione del direttorio della Bce in calendario mercoledì 15 aprile. Il board della Bce dovrà infatti fare il punto sull’andamento del Quantitative Easing e, in particolare, sull’andamento dell’inflazione, sulla base dei dati che verranno comunicati quasi in contemporanea da Eurostat. Mario Draghi avrà modo di ribadire che il programma di acquisti sul mercato andrà avanti come previsto fino al 2016. Poche ore prima della conferenza stampa di Mario Draghi, ci sarà anche l’intervento del governatore della banca centrale giapponese, Haruhiko Kuroda.
LE TRIMESTRALI USA. NUOVO CORSO IN GENERAL ELECTRIC
Negli Usa, intanto, entra nel vivo la stagione delle trimestrali. I mercati sono ansiosi di verificare l’impatto del dollaro forte sui conti delle multinazionali Dopo l’inizio in sordina di Alcoa, scendono in campo i grossi calibri, a partire dalla finanza: martedì ci saranno i conti di Bank of America e di JP Morgan. Giovedì toccherà a Citigroup e a Goldman Sachs.
Un’attenzione particolare la merita General Electric, il colosso globale per eccellenza che annuncerà i risultati venerdì prossimo. Nell’attesa Ge ha vissuto la giornata più brillante dal 2009: +11% dopo l’annuncio che Jeffrey Immelt ha decisione di cedere il proprio ramo finanziario smantellando, tempo due anni, Ge Capital per concentrarsi sulle attività industriali. Il piano, che verrà completato in due anni, prende il via con la cessione delle attività immobiliari, valore 26,5 miliardi, a Blackstone e a Wells Fargo. Inoltre Ge effettuerà un buy back a favore dei soci per 90 miliardi di dollari.
Si prevede che la campagna dividendi delle società americane quest’anno porterà nelle tasche degli azionisti per la prima volta oltre mille miliardi di dollari. Un bel segnale anche se molti temono che tanta generosità vada a scapito degli investimenti, altro segnale della frenata dell’economia globale. Il dato macro più interessante in Usa è l’andamento delle vendite al dettaglio di marzo: dopo la frenata dovuta al grande freddo gli analisti aspettano una crescita dell’1% (dopo -0,6% a febbraio).
AL VIA LA RIUNIONE DI PRIMAVERA DEL FMI
Altro grande appuntamento della settimana sarà la riunione di primavera del Fondo Monetario Internazionale a Washington: il futuro dei tassi Usa e il nodo della Grecia al centro della riunione, su cui incombono le stime non ottimistiche sul futuro dell’economia globale. Deflazione e stagnazione secolare sono tutt’altro che sconfitti. Sempre venerdì, la Banca d’Italia pubblicherà il bollettino economico trimestrale.
AL VIA IL NUOVO BTP ITALIA: OTTO ANNI, CEDOLA MINIMA 0,50%
Grandi manovre nel cantiere del Tesoro italiano. Parte stamane il nuovo Btp Italia, l’ottavo della serie e il primo con durata otto anni. Il titolo potrà essere sottoscritto dai risparmiatori retail fino a mercoledì 15 (ma è contemplata la chiusura anticipata a martedì in caso di grande successo dell’emissione) mentre la mattinata di giovedì 16 è riservata all’offerta per gli istituzionali (con possibilità di riparto). La cedola minima garantita del nuovo Btp Italia aprile 2023 è stata fissata allo 0,50%.
Dopo l’ottimo esito dell’asta Bot di venerdì (0,013%, nuovo minimo storico che aggiorna quello segnato il mese scorso a 0,079%) stamane si terrà l’asta di metà mese dei titoli a medio-lungo termine. Saranno offerti tra 6 e 7,5 miliardi complessivi del nuovo Btp a 3 anni (con cedola 0,25%) e delle riaperture del 7 anni aprile 2022 e del “vecchio” 15 anni marzo 2030. Mercoledì 15 la Germania emetterà un nuovo Bund decennale: gli operatori non escludono che i rendimenti possano scendere sotto zero.
PER FCA E CNH L’ORA DEI CONTI- IN ATTESA DEL PIANO ALFA
Settimana di conti per il pianeta Agnelli in vista delle nuove sfide di Sergio Marchionne. Martedì si terrà a Torino l’assemblea di Exor, la cassaforte del gruppo. Poi sarà la volta di Cnh (mercoledì) e di Fiat Chrysler, sempre sotto i riflettori degli analisti. Il mercato ha accolto con entusiasmo l’emissione del prestito di 3 miliardi di dollari che consentirà di ripagare le vecchie obbligazioni Chrysler, “scongelando” così la cassa di Detroit che, per regolamento, doveva essere parcheggiata a garanzie dei prestiti contratti nella stagione del turnaround. Ora l’attenzione degli analisti è concentrata sulle prossime mosse in Alfa Romeo, dopo l’annuncio dei due nuovi motori che verranno realizzati a Termoli.
SCATTA IL RISIKO DELLE POPOLARI. BPM IN CORSA
Riflettori accesi sulle banche Popolari. La stagione degli M&A è ormai vicina: gli analisti si aspettano i primi “fidanzamenti” ufficiali a maggio. Ma già arrivano le prime proposte ufficiali. “Fino ad oggi non ci sono stati contatti con nessuno – ha detto sabato in assemblea il consigliere delegato di Bpm Giuseppe Castagna – ma ora esamineremo varie opportunità”. L’obiettivo? “Ci piacerebbe essere parte di un progetto che crei una banca importante con base Milano”. Sabato prossimo ci sarà la prima risposta di uno dei possibili partner, la Bper, che si riunirà assemblea. Intanto Pier Francesco Saviotti, ad del Banco Popolare, ha detto che il sogno di un’integrazione con Bpm “non è più impossibile, anche se non è facile”. Non è però esclusa l’opzione Ubi.
La partita è destinata ad allargarsi alla Popolare di Vicenza e Veneto Banca ma anche, oltre i confini della categoria a Carige e a Monte Paschi: la Vigilanza bancaria europea ha sollecitato la banca senese ad integrarsi con un partner più solido perché il prossimo aumento di 3 miliardi non sarà sufficiente a garantire la stabilità dell’istituto.
ANIMA DA MPS VERSO LE POSTE
Tra i temi caldi del listino spicca il risparmio gestito sull’onda degli ottimi risultati di raccolta a marzo. Anima Holding ha aggiornato venerdì il suo massimo storico. All’origine del rialzo co sarebbe la decisione del Monte Paschi di trattare la cessione del suo 10,3% a Poste Italiane, previo consenso di Bpm.