Sono in arrivo 19 milioni di dosi di vaccino bivalente. Si tratta di vaccini mRna “aggiornati”, efficaci sia per il ceppo originario di Wuhan che per la variante Omicron 1, messi a punto da Pfizer e Moderna, approvati dall’Agenzia italiana del farmaco lo scorso 5 settembre dopo il via libera dell’Ema. Ma chi deve fare i vaccini anti-Covid aggiornati? E quando? Ecco cosa dice la circolare del ministero della Salute.
Covid, chi deve fare i nuovi vaccini aggiornati?
La somministrazione dei nuovi vaccini è raccomandata “prioritariamente a coloro che sono ancora in attesa di ricevere la seconda dose di richiamo”, la cosiddetta quarta dose, (includendo anche operatori sanitari, operatori e ospiti delle strutture residenziali per anziani e donne in gravidanza), dunque over 60 e persone con elevata fragilità ma anche “a tutti i soggetti di età uguale o superiore a 12 anni ancora in attesa di ricevere la prima dose di richiamo”, o terza dose, “indipendentemente dal vaccino utilizzato per il completamento del ciclo primario, con le tempistiche già previste per la stessa”. Mentre chi ha già ricevuta la quarta dose non è chiamato a una nuova somministrazione.
Quando saranno disponibili i nuovi vaccini? E dove?
Quindi, chi ha ricevuto il vaccino AstraZeneca, Janssen, Pfizer-Biontech o Moderna potrà comunque sottoporsi alle dosi aggiornate, prodotte per il momento solo da Pfizer-Biontech e Moderna. Come in passato, una nuova vaccinazione potrà essere inoculata secondo le tempistiche previste dalle precedenti disposizioni, ovvero dopo un intervallo di almeno 120 giorni dall’ultima somministrazione o dal tampone positivo in caso si avesse contratto il virus. Le fiale sono attese già entro il 10 settembre e da lunedì 12 settembre inizia la prenotazione con i nuovi vaccini bivalenti. Ma dove? Si potrà vaccinarsi presso i grandi hub ancora aperti ma verranno coinvolte di più le farmacie e gli studi dei medici di famiglia. Saranno le Regioni a organizzare localmente le somministrazioni insieme alla task force di Palazzo Chigi guidata dal generale Tommaso Petroni.