Non si pensa all’Indonesia come una delle ‘tigri’ asiatiche, ma il suo tasso di crescita è di tutto rispetto: il 6,5% l’anno scorso e il 6% stimato per quest’anno. E in ogni caso quel che conta, agli effetti dei mercati di sbocco, non è solo il tasso di crescita ma la stazza del mercato: l’Indonesia è il quarto paese più popoloso del mondo (circa 240 milioni di abitanti). É un paese povero: il Pil pro-capite in parità di potere d’acquisto nel 2010 era di $4347 (Cina: 7544, Italia 29480), ma proprio per questo le opportunità sono immense. I tassi di crescita stanno creando una classe media capace e desiderosa di spendere. L’anno scorso i prestiti al consumo sono cresciuti del 24% (2011 su 2010); e fra il 2009 e il 2011 le transazioni su carte di credito sono cresciute del 34%. L’Ikea aprirà in Indonesia: segno che quel mercato è reputato maturo per consumi di massa e di qualità assieme.
Non solo l’Ikea sta entrando nell’arcipelago: anche Carrefour, Starbucks, Samsonite stanno investendo in Indonesia. Le infrastrutture non sono buone, ferrovie e trasporti in genere lasciano a desiderare. Ma il bilancio pubblico non è in crisi (il deficit quest’anno è stimato al 2.2% del Pil) e la politica monetaria si fa espansiva: in febbraio la banca centrale ha abbassato il tasso-guida al 5.75%, come ‘premio’ a un abbassamento del tasso di inflazione (al 4.0%).
http://www.bloomberg.com/news/2012-04-29/ikea-joins-indonesia-rush-to-tap-demand-amid-6-5-growth-retail.html