Inizio negativo della settimana finanziaria, sotto la pressione delle non poche emergenze: i venti di guerra commerciale in arrivo dagli Usa – soprattutto le nuove misure allo studio dell’amministrazione Trump –, i contrasti sull’immigrazione a tre giorni dal Consiglio Europeo, i segnali di frenata dell’economia. A confermare le preoccupazioni ci ha pensato stamane la pubblicazione dell’Ifo, l’indice tedesco sulla fiducia delle imprese scivolato a 101,8 punti; si tratta del sesto ribasso in sette mesi. Il periodo di boom dell’economia tedesca è finito e la Germania si avvia ora ad una fase di crescita più normale, secondo l’economista dell’istituto Ifo, Klaus Wohlrabe. Per giunta il sondaggio, ha aggiunto l’economista, non tiene conto delle recenti difficoltà sui migranti.
In rosso i listini azionari. Milano arretra mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib accelera al ribasso (-1,40% sotto 21,600 punti). Giù anche Francoforte -1,24% come Madrid, Parigi -0,8%, Zurigo -0,9%. In ribasso anche Londra– 0,90%.
È ripresa anche la corsa dello spread: 248 punti base, record dall’11 giugno, rispetto a 237 centesimi venerdì sera in chiusura: il decennale rende 2,762% da 2,699%.
L’euro si indebolisce su dollaro a 1,164. All’indomani della vittoria al primo turno di Erdogan in Turchia, la lira si apprezza dell’1% su euro a 5,40.
Il petrolio Brent è in ribasso dell’1,7% a 74,3 dollari il barile. Lo schieramento Opec + Russia, riunitosi sabato, ha alzato la produzione di un milione di barili al giorno. Saipem arretra del 2% circa, Eni -0,9%, Tenaris -1,2%.
A Piazza Affari accusa una pesante caduta Prysmian in calo del 6,85%%, il titolo peggiore del listino. La società ha tagliato la stima di Ebitda 2018 a causa di accantonamenti aggiuntivi, pari a 50 milioni di euro, legati ai lavori di posa di un cavo sottomarino tra Scozia e Galles. Alla luce dei nuovi oneri, sono state riviste al ribasso le stime diffuse due giorni prima sull’Ebitda rettificato 2018 a 860-920 milioni. Le precedenti stime erano tra 910 e 970 milioni.
Vendite diffuse tra i bancari. Intesa perde il 2,13%: Reuters ha scritto che Balckrock vuole il 30% di Eurizon, ma la Banca italiana non offre più del 10-15%. Unicredit -1,80%: sul Financial Times un fondo activist torna alla carica per la conversione dei cashes in azioni normali.
Bper Banca (-0,4%) ha concluso la cessione di 900 milioni di euro di crediti in sofferenza al valore di 28,1%. L’esposizione alle sofferenze scende a 17,8%. Unipol ha comprato altre azioni, ora è al 14,2%.
Banca Monte Paschi (-0,4%) ha chiuso in via definitiva la cessione di un portafoglio di 24 miliardi di euro di crediti in sofferenza.
Pesanti i titoli più legati all’export: Stm -3,1%, Cnh Industrial -2%.
Debole Tim (-0,3%) in attesa del consiglio d’amministrazione di oggi che si prevede molto caldo.
In pallido rosso le utilities. Enel (-0,9%) ha annunciato stamattina di aver rilevato il 21% di Ufinet, società dell’America Latina attiva nel business della fibra ottica: spesa, 150 milioni di euro. C’è l’opzione per salire al 100%. Snam -0,5%: è uscito nel fine settimana un nuovo documento di indirizzo in materia di trasporto del gas ad alta pressione.
Cerved (-1%) ha comunicato i termini del piano industriale, nel giro di tre anni l’Ebitda dovrebbe salire tra il 5% e l’8,5%, in accelerazione rispetto al precedente piano.
Fincantieri -0,30%: la controllata Vard ha firmato un nuovo contratto per la realizzazione di tre navi della guardia costiera norvegese del valore di circa 550 milioni.
In controtendenza Piaggio (+4%): KeplerCheuvreux alza il giudizio.