Il costante aumento dei contagi da Covid-19 ha spinto il governo a intervenire predisponendo nuove restrizioni e maxi-multe per chi viola le regole. Dal ministro della Salute, Roberto Speranza, al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’orientamento attuale del Governo sembra essere univoco: istituire nuove restrizioni allo scopo di evitare che l’Italia si ritrovi presto nelle stesse condizioni di Francia, Spagna e Regno Unito, dove l’incremento dei contagi nelle ultime settimane ha superato la soglia d’allerta e dove i singoli Governi hanno stabilito restrizioni e chiusure allo scopo di porre un freno a quella che ormai viene a tutti gli effetti definita “seconda ondata”.
Le nuove regole sono state discusse nell’ambito di un vertice tra i capi delegazione tenutosi domenica 4 ottobre a Palazzo Chigi e dovrebbero essere adottate nell’ambito di un nuovo Dpcm in arrivo mercoledì. All’interno dello stesso provvedimento troverà spazio anche la proroga dello stato d’emergenza al 31 gennaio 2021.
Vediamo dunque quali sono le misure in arrivo nel tentativo di contrastare l’aumento dei contagi.
MASCHERINE ALL’APERTO IN TUTTA ITALIA
Ormai è praticamente una certezza, anche se si dovrà attendere un voto parlamentare. A partire da giovedì 8 ottobre in tutta Italia sarà obbligatorio indossare la mascherina anche all’aperto. Chi violerà le regole andrà incontro a una multa compresa tra 400 e 3.000 euro.
Il provvedimento del Governo segue le ordinanze già emesse da diverse Regioni (Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia) che nel corso delle ultime settimane sono andate avanti per conto proprio soprattutto per evitare contatti tra ragazzi all’uscita delle scuole e la sera nei luoghi della movida.
Da tenere in considerazione anche che il Comitato Tecnico Scientifico (Cts) ha convocato il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, per fare il punto su possibili mancanze di mascherine e altri dispositivi di sicurezza, soprattutto negli ospedali, ed evitare di farsi trovare nuovamente impreparati di fronte ad un ulteriore incremento dei casi.
CHIUSURE ANTICIPATE DEI LOCALI
Sembra esclusa la chiusura anticipata di locali e ristoranti alle 22 o alle 23 come già stabilito in altri Paesi tra cui Francia e Regno Unito. La misura ha già causato polemiche fortissime, con gli addetti ai lavori che temono l’impatto economico di ulteriori restrizioni. Ricordiamo infatti che il settore è uno dei più colpiti dalla crisi innescata dall’emergenza coronavirus e nuove restrizioni potrebbero avere un impatto devastante su fatturati già in rosso. Il Governo potrebbe dunque decidere per una “via di mezzo”, vietando l’asporto di alcolici all’esterno dopo le 22.
Anche in questo caso è attesa una valutazione del Cts che in ogni caso ha già raccomandato controlli stringenti delle forze dell’ordine nelle zone della movida.
EVENTI E MATRIMONI
Un’ulteriore ipotesi sul tavolo prevede di imporre un limite al numero di partecipanti a feste private ed eventi e numero chiuso a battesimi e matrimoni. Ad oggi la soglia è di 200 partecipanti nei luoghi chiusi e 1.000 all’aperto. Lo scopo è quello di contrastare la diffusione del virus, tenendo conto del fatto che, secondo gli ultimi dati, i contagi si stanno diffondendo soprattutto all’interno dello stesso nucleo familiare e negli incontri tra amici e parenti.
STRETTA SUI CONTROLLI
Mentre si continua a discutere sulle nuove restrizioni in arrivo il ministero dell’Interno si muove su un altro fronte: quello relativo all’inasprimento dei controlli. Come detto, le multe per chi non rispetta le regole, saranno molto salate, ma occorre anche che le verifiche tornino ad essere massiccie e costanti. Il capo di gabinetto del ministero dell’Interno, Bruno Frattasi, ha inviato una circolare ai prefetti, invitandoli ad adottare tutte le iniziative di propria competenza per limitare il rischio del contagio.
La circolare conferma “l’impegno delle Forze di polizia nell’assicurare il rispetto delle disposizioni anti-Covid attraverso i servizi di prevenzione generale che caratterizzano le attività di controllo del territorio, come anche la possibilità di controlli mirati in relazione ai luoghi urbani e alle fasce orarie di maggiore affollamento”.
Le attività di controllo “potranno essere modulate in relazione a specifici quadranti territoriali e a determinate fasce orarie, in cui risulti maggiore il rischio di assembramenti, con il consueto concorso di operatori delle polizie locali e con l’eventuale ausilio del personale militare appartenente al dispositivo ‘Strade Sicure’, nel quadro del pertinente Piano di Impiego'”.
La circolare prevede infine che oltre alle forze di polizia, potranno effettuare i controlli anche i militari dell’operazione “Strade sicure”.
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