Banzai. La mossa di Kuroda, il governatore della Bank of Japan, ha atterrato l’Orso. La Borsa di Tokyo sale del 3,6%, tra scambi vertiginosi mentre lo yen, stamane, si assesta a quota 124,86 contro l’euro (in recupero sul dollaro a 1,2926) . E’ la risposta del mercato al piano finanziario più audace della storia contemporanea. L’obiettivo dichiarato di Kuroda è il raddoppio della base monetaria da 138 mila a 270 mila miliardi di yen (2,200 miliardi di euro) in soli due anni. Gli acquisti di titoli si estenderanno alle emissioni a lungo termine, compresi i 40 anni, fino a triplicare fino a 290 mila miliardi i Japan Bond in mano alla banca centrale.
Tutt’altro copione per le Borse cinesi. Hong Kong perde il 2,4% dopo la conferma che nel Paese del Drago è scoppiata un’altra epidemia di febbre aviaria, a conferma che le pessime condizioni igienico sanitarie, assieme al degrado ambientale, rappresentano ormai il principale handicap della Cina.
La nuova politica di Tokyo ha l’effetto di un colpo di karaté sull’area euro, sempre più ingessata nella crisi. La Bce ha lasciato invariato il tasso di riferimento dell’euro allo 0,75%. Draghi ha avvertito che la ripresa dell’economia, prevista nella seconda parte dell’anno, è “soggetta a rischi al ribasso”. L’allerta ha provocato una brusca frenata delle Borse, la risalita successiva degli indici è probabilmente dovuta ad un passaggio successivo dell’intervento del governatore. Mario Draghi ha detto che la BCE è “pronta ad agire” in caso di ulteriore deterioramento dello scenario. Una prospettiva che Bridgewater, uno dei maggiori hedge fund del pianeta, non esclude. Anzi, in uno studio presentato alla Fondazione Soros, la possibilità di un collasso dell’euro provocato dalla crisi italiana è dato al 5-10%.
GLI INDICI
Il rally di Tokyo, già innescato da Kuroda nell’ultima parte della seduta di mercoledì, ha favorito il rialzo di Wall Street, nonostante i dati deludenti sui sussidi di disoccupazione. Ma l’appuntamento più importante è previsto per il pomeriggio di oggi, quando sarà rilasciato il dato complessivo sul mercato del lavoro. Gli indici di Wall Street chiudono in terreno positivo: Dow Jones +0,38%, S&P 500 +0,40%, Nasdaq +0,20%.
Chiusura negativa per le Borse europee che reagiscono male alle parole prudenti di Mario Draghi sulle prospettive dell’economia europea. La Borsa di Milano ha terminato la seduta con l’indice FtseMib in calo dello 0,3%, in mattinata era arrivata a guadagnare l’1,3%. Il calo di Piazza Affari è comunque il più contenuto fra le Borse europee: Londra è scesa dell’1,1%, Parigi -0,7%, Francoforte -0,7%. Buona tenuta dei titoli di Stato: il rendimento del Btp a 10 anni chiude al 4,54%, invariato, come lo spread a quota 330.
LA RISCOSSA DI TELECOM, FRANA LA MATRICOLA MOLESKINE
In Piazza Affari ha tenuto banco la riscossa di Telecom Italia con un balzo del 7,8% spinta dalle indiscrezioni secondo cui il prossimo cda esaminerà l’ipotesi di fusione con 3Italia. A fine giornata a Milano le banche sono in ribasso con due eccezioni importanti: Mediobanca +1,9% e Banca Popolare di Milano +6,2%, sostenuta dalle attese del cambio di statuto e trasformazione in SpA.
Ancora una giornata pesante invece per Monte Paschi, in ribasso del 2,8%. Unicredit è scesa dello 0,1%, Intesa -0,6%. Generali ha chiuso in calo dello 0,4% dopo avere concluso il collocamento del 12% della sua controllata Banca Generali -5%. Tra gli industriali, StM è caduta in ribasso del 4%. Fiat ha perso l’1%, Prysmian -3,4%.
Enel ha conservato nel finale un lieve rialzo (+0,2%), mentre Eni ha perde lo 0,1%. Seduta positiva per A2A +3%. Pesante Buzzi -5,4%. Peggior titolo della giornata è Moleskine, in calo del 7,6% a 2,10 euro: ieri la società ha debuttato sul listino a 2,30 euro. Cade Rcs Media Group -5,4%: meno della metà dei soci del patto di sindacato ha intenzione di partecipare all’aumento di capitale.