L’ITALIA DEI BTP SCENDE IN CAMPO ASSIEME A BONOS E OAT
ALLE 11 LA PRIMA ASTA DOPO GLI ACQUISTI BCE E LA MANOVRA
I riflettori dei mercati del debito si accendono sull’Italia per un primo esame dopo l’annuncio della manovra nella sua formulazione finale e “minimalista”, Oggi, infatti, verranno offerti all’asta 8 miliardi di Btp decennali, più altri 4,25 miliardi di titoli scadenza 2014 e 2018. Alla vigilia il rendimento dei Btp 10 è salito ieri di due punti fino a quota 5,09 per cento, più in alto degli analoghi Bonos spagnoli fermi al 5,02 per cento. Un punto di riferimento importante perché in settimana ci saranno aste anche per i titoli spagnoli e di Oat francesi. Nell’ultima asta di luglio i decennali erano balzati ad un rendimento del 5,77 dal precedente 4,94. Nell’asta del 30 maggio il rendimento era stato fissato al 4,73 per cento. Ma nel corso di agosto, come è noto, la Bce è intervenuta a favore di Roma e di Madrid con acquisti per 22 miliardi, per il 70 % a favore dell’Italia, Il tutto a fronte di precisi impegni sul fronte delle privatizzazioni rapide e del rientro del deficit all’1% nel 2012 e del pareggio nel 2013.
L’asta di oggi servirà a capire se i mercati ritengono che la manovra nella formulazione finale, basata sulla battaglia all’elusione ed all’evasione (e con i tagli ai costi della politica e delle amministrazioni provinciali affidate d un iter parlamentare dai tempi imprevedibili ma comunque lunghi) sia in grado di garantire o meno questi obiettivi. Dopo il giudizio del mercato sarà la volta, l’8 settembre, del consiglio dei governatori dell’Eurotower. Ieri Jean-Claude Trichet, parlando al Parlamento europeo, ha sottolineato che “gli acquisti di titoli pubblici sul mercato secondario non possono essere utilizzati per aggirare il principio fondamentale della disciplina di bilancio”. Ma la manovra, così come è emersa dal vertice Belusconi-Bossi-Tremonti, sembra fatta apposta per fornire argomenti agli oppositori, tra cui il neo presidente della Bundesbank Jens Weidmann: gli acquisti sul mercato secondario sono negativi perché spingono i Paesi in difficoltà a rinviare i provvedimenti virtuosi. Obiezione che trae fondamento anche da un’altra considerazione: i conti della manovra sono basati sulla presunzione di una crescita superiore a quella prevista dal Fmi per l’Italia (0,8% quest’anno, 0,7% per 2012), un dato che potrebbe allontanare di quasi un punto l’obiettivo pareggio per il 2013.
Già oggi, in occasione dell’audizione al Senato del vicedirettore generale di Banca d’Italia Ignazio Visco si potrebbe avere una prima valutazione dello staff di Mario Draghi, coautore della lettera al governo del presidente della Bce Trichet, sull’impatto della manovra e sulle prospettive di crescita dell’Italia.
L’ONDA DEI RIALZI PROSEGUE IN ASIA
IL NIKKEI +1,5% SALUTA IL NUOVO PREMIER
Il Nikkei 225 mette a segno un rialzo dell’1,5% nel giorno della nomina a premier del ministro delle Finanze Yoshihiko Noda. L’indice coreano Kospi sale dello 0,9%, l’Msci Asia Pacific è su dell’1,5% in un giorno di scambi dimezzati dalle festività. Sono chiusi, infatti, i mercati di Singapore, dell’Indonesia, della Malaysia e la Borsa di Manila.
Uno scoop del quotidiano Yomiuri mette le ali a Sny +4,5& Toshba +3% e Hitachi +2,2%- Le tre società formeranno una jv per mettere assieme le produzioni di schermi a cristalli liquidi.
In grande fermento ad Hong Kong i titoli della China Construction Bank +4,3% dopo la notizia sulla vendita del pacchetto nella seconda banca cinese da parte di Bank of America.
IL MATRIMONIO GRECO E BOFA DANNO SPRINT A WALL STREET (+2,26%)
LA CRESCITA DEI CONSUMI ALLONTANA IL RISCHIO RECESSIONE
Le azioni della National Bank of Greece hanno messo a segno a Wall Street un aumento del 36 per cento, superiore al già strabiliante +29 per cento sul listino di Atene . Basta questo rialzo a dare la misura dell’impatto che ha avuto il matrimonio greco tra Alpha e Efg Eurobank sugli umori dei mercati americani rinfrescati dal passaggio di Irene. Non meno rilevante l’exploit di Bank of America, rivitalizzata dal tocco maico di Warren Buffet. Dopo i 5 miliardi di dollari investiti dal ceo di Berkshire Hathaway, Bofa ne ha incassati 8,3 dalla vendita delle azioni di China Construction Bank. La conseguenza è stato un rimbalzo del 36 per cento in meno di una settimana che hanno azzerato i rumors sulle difficoltà della banca.
La Borsa Usa ha interpretato la nascita della nuova banca greca come il segnale che finalmente qualcosa finalmente si muove in Europa. I dati sull’andamento dei consumi negli Usa hanno fatto il resto, contribuendo al ritorno della fiducia da parte degli investitori: in luglio la spesa personale è salita dello 0,8% da -0,1% di giugno, contro le attese degli economisti di +0,5% . E’ il miglior risultato da cinque mesi, un numero che allontana lo spettro della recessione che solo pochi giorni fa veniva data per probabile.
Il risultato è che, alla fine, lo Standard & Poor’s risultava in salita del 2,83% a quota 1.210,09 punti. Il Dow Jones Industrial ha chiuso con un rialzo di 254 punti, ovvero il 2,26% a quota 11.539 punti. Infine il Nasdaq, su di 82,26 punti a quota 2562 punti +3,32%. Dai minimi dell’8 agosto, l’indice S&P è salito dell’8 per cento, il Dow del 7,24%.
ANNUNCIATA LA PILLOLA ANTINFARTO
PFIZER E BRISTOL MYERS ALLE STELLE
Nella prima giornata da tempo in cui gli operatori finanziari non hanno rischiato l’infarto, due Big Pharma hanno fatto un annuncio epocale, l’Eliquis ed il Pradaxa, entrambi anticoagulanti del sangue frutto della ricerca di Pfizer e di Bristol Myers, ha ottenuto risultati brillanti nella prevenzione degli infarti per chi soffre di malattie cardiache. In particolare, i test presentati ieri al congresso europeo di cardiologia di Parigi dicono che questi medicinali (pillole che vanno prese due volte al giorno) possono ridurre i rischi del 31 per cento rispetto ai farmaci attualmente in commercio.
La notizia ha avuto la prima eco in Borsa: Pfizer ha messo a segno un rialzo del 2,7 per cento, Bristol Myers dell’1,8%. I due colossi mirano al controllo di un mercato che vale 9 miliardi di dollari all’anno.
FIAT. LASCIA FORMICA, ARRIVA SISTINO
MEDIOBANCA. DELLA VALLE SALE ALL’1,9%
Dopo le vacanze riparte l’Italia corporate. E arrivano le prime novità. Andrea Formica, ex Toyota, paga le conseguenze della crisi di vendita del gruppo Fiat Chrysler in Europa. Al suo posto in qualità di responsabile delle endite in Europa di Fiat/Chrylser arriva Lorenzo Sistino che farà parte del teal alle dirette dipendenze di Gianni Coda, responsabile del gruppo in Europa.
Intanto, sul fronte di Mediobanca, arriva la conferma che Diego Della Valle, “attraverso società controllate dal gruppo”, ha aumentato la sua partecipazione in Mediobanca dallo 0,48 all’1,9%, a ridosso della soglia massima del 2% prevista per gli aderenti al patto.
IN EUROPA IL TORO PREMIA LE LE BIG CAP
SUGLI SCUDI BANCHE E TITOLI CICLICI
Giornata positiva per le Borse europee che hanno messo in atto una buona reazione dopo la chiusura negativa di venerdì. A Milano l’indice FtseMib è salito del 2,3%, Parigi ha guadagnato il 2,2%, Francoforte +2,3%.
E’ stata la giornata delle “Big Cap”. Tutte le 30 matricole del Dax 30 a Francoforte hanno chiuso la seduta con un segno positivo. A Parigi 38 società del Cac 40 hanno fatto lo stesso. Solo una lieve correzione al ribasso di Banca Mps (-0,12%) ha impedito l’en plein per i 40 titoli del Ftse/Mib a Milano.
Oggi anche in Europa è prevalsa un’interpretazione positiva delle parole pronunciate venerdì a Jackson Hole dal presidente della Fed, Ben Bernanke: la scelta di rinviare a settembre la decisione su eventuali nuovi misure di stimolo significa che l’economia americana non è così debole da rendere necessari interventi immediati.
I dati di oggi sull’andamento dei consumi negli Usa hanno contribuito al ritorno della fiducia da parte degli investitori. In luglio la spesa personale è salita dello 0,8% da -0,1% di giugno, contro attese degli economisti di +0,5%.
A Wall Street a metà seduta il Dow Jones avanza dell’1,5%, S&P +1,7%, Nasdaq +2,3%.
In Europa il settore migliore è stato quello delle costruzioni, con l’indice Stoxx salito del 3%. Bene anche utility +2,3%, tech +2,2% e banche +2%.
Anche a Milano le costruzioni hanno fatto molto bene: Buzzi +4,1%,Impregilo +4,9%, Italcementi +3,7%..
Le banche, in particolare, hanno beneficiato dell’annuncio della fusione in Grecia di Efg Eurobank e Alpha Bank, rispettivamente seconda e terza banca del Paese. L’operazione aiuta a rafforzare il sistema finanziario del Paese ed è stata accolta dal mercato con rialzi del 29% per entrambi i titoli e anche National Bank of Greece, prima banca di Grecia, è salita del 29%.
In Svizzera Credit Suisse e Ubs sono salite rispettivamente del 4,7% e del 4,5%, a Parigi SocGen e Bnp hanno guadagnato il 4,4% e il 3,4%, Deutsche Bank +3,6%.
A Milano Intesa è salita del 3%, Banco Popolare +2,4%, Unicredit +2,3%. Nel risparmio gestito grande balzo di Mediolanum +5,3%.
Ma, al termine di una giornata così effervescente, sono tante le blue chips che meritano una citazione. Un contributo importante al rialzo dell’indice milanese è venuto dalle utility, a partire da Enel , che ha guadagnato il 2,8% nonostante gli investitori aspettino ancora di sapere come sarà definito l’aggravio fiscale della Robin Hood Tax. A2A è salita del 3,8% Nell’attesa di un accordo con Edf su Edison +4,2%. In salita anche Snam +2,3% e Terna +2,4%,.
Petroliferi in rialzo nella scia del greggio, con il Brent salito a 112,4 dollari al barile. Eni ha guadagnato il 2,5%, Saipem il 2,2%, balzo di Saras+6,9%.
Tutti positivi i titoli industriali, da Stm +3,9% a Fiat Industrial +2,5%, da Pirelli +2,3% ad Ansaldo +3,4%, da Finmeccanica +2,7% a Fiat +1,4%.
I buoni risultati trimestrali annunciati oggi hanno spinto Exor, la holding degli Agnelli, che ha guadagnato il 4,3%.
STAFFETTE 1/ OBAMA PROMUOVE ALAN KRUEGER
UN ESPERTO DI LAVORO A CAPO DEGLI ECONOMISTI
Alan Krueger, uno dei più noti economisti del Lavoro americani, è da oggi il nuovo capo dello staff economico della Casa Bianca. Krueger sostituisce Austan Goldsbee che torna ad insegnare all’università di Chicago che a sua volta aveva preso il posto di Christina Rohmer.
Krueger non è una novità per Washington: in passato ha lavorato con l’amministrazione Clinton ed ha avuto un ruolo determinante nell’adozione del “cash for clunkers”, ovvero il provvedimento sulla rottamazione che ha favorito la ripresa dell’industria dell’auto. E stato anche l’autore del provvedimento per gli incentivi alle piccole imprese, aspramente criticati dalla destra repubblicana ma anche da parte dello schieramento liberale, che li ha considerati un rimedio assolutamente inadeguato vista la gravità della crisi. La sua nomina dimostra comunque che Obama intende concentrare gli sforzi della sua ultima parte di mandato sul problema dell’occupazione, adottando provvedimenti adeguati alle (modeste) casse dell’amministrazione.
STAFFETTE 2/ OGGI NODA PREMIER DEL GIAPPONE
OBIETTIVI. FERMARE LO YEN, AUMENTARE L’IVA
Oggi il ministro delle Finanze Yoshihido Noda sarà nominato primo ministro del Giappone, il quindicesimo premier dall’epoca Heisei, quella del grande boom che si è chiuso nel 1989, lasciando l’economia giapponese alle prese con una crisi che ha resistito finora a tutte le terapie.
Il premier Noda, guardato con forte sospetto a Pechino e Seul per la difesa del diritto a rendere onore ai ai caduti (criminali di guerra compresi) commemorati al tempio Yasukune, metterà mano, secondo promesse, alla riforma fiscale che dovrebbe ridurre il formidabile debito pubblico di Tokyo, il 220 per cento che s’accompagna, cosa a prima vista sorprendente, allo yen forte, ai massimi dalla seconda guerra mondiale, e ad aziende con un forte cash a disposizione: due terzi delle 70 società più capitalizzate del Giappone vantano, altra stranezza, cds inferiori a quello chiesto dal mercato per i bond emessi dallo Stato.
Noda dovrebbe mettere in atto una terapia basata sull’aumento dell’Iva, oggi al 5 per cento, con il rischio di deprimere ulteriormente i consumi. La vera sfida, secondo il Financial Times, sarà perciò quella di risvegliare gli “animal spirits” del capitalismo giapponese che da trent’anni in pratica evitano investimenti a rischio all’interno del Sol Levante.
Ovvero di convincere l’opinione pubblica che l’Endaka (cioè il fenomeno dello yen forte) ha molti inconvenienti: l’importazione di deflazione, lo stimolo ad investire solo oltre frontiera, ‘impiego dei risparmio dei giapponesi ad esclusivo vantaggio del carry trade, droga dei mercati finanziari che alimenta solo la speculazione. Una sfida difficile perché non sarà uno scherzo risvegliare gli “animal spirits” di un popolo invecchiato.