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Nuova Commissione Ue, fiducia risicata per il von der Leyen bis. I rischi? Maggioranze variabili per i prossimi 5 anni

Imagoeconomica

Rispettando le previsioni della vigilia ma dopo molti mal di pancia, l’assemblea plenaria dell’Europarlamento ha votato alla fine la fiducia alla Commissione von der Leyen bis. Il numero dei voti spiega meglio di qualunque altra cosa tutta la criticità di una situazione che accompagnerà dal 1° dicembre e per i prossimi cinque anni il lavoro del nuovo esecutivo europeo che sarà caratterizzato da maggioranze “a’ la carte” su ogni singolo provvedimento. Frutto di quella logica “dei due forni” di cui è stato il regista supremo in capogruppo del Ppe, Manfred Weber, e che punterà a cercare, a seconda dei casi, il sostegno dei conservatori di Ecr o dei verdi. I veti i incrociati tra Ppe e socialisti posti sulle candidature di Raffaele Fitto e di Teresa Ribera sono stati quindi superati ma a un prezzo molto alto.

Nuova Commissione Ue: ecco i voti del von der Leyen bis

Il collegio dei commissari ha ottenuto infatti 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astenuti, con 688 votanti (su 719 membri). Il 18 luglio scorso Ursula von der Leyen era stata rieletta presidente della Commissione con 401 voti a favore. Nel novembre del 2019 la precedente squadra di von der Leyen aveva ottenuto 461 voti da un’assemblea formata da 705 parlamentari, quasi cento in più rispetto ad oggi. Il risultato ottenuto è il peggiore mai registrato in un voto su una squadra di commissari confrontato con gli altri voti di fiducia per le precedenti Commissioni europee, da quella di Jacques Santer nel 1995 (417 voti favorevoli su 626 seggi totali), a quelle di Romano Prodi nel 1999 (510 su 626), di José Manuel Barroso nel 2004 (478 su 732), ancora di Barroso nel 2010 (488 su 736), di Jean-Claud Juncker nel 2014 (423 su 751).

Le defezioni maggiori si sono state registrate nel Ppe (21 voti contrari, soprattutto dagli spagnoli del Partido Popular, e due astenuti) e tra i Socialisti e Democratici (25 contrari, soprattutto francesi e belgi, compresi i due indipendenti italiani eletti col Pd Strada e Tarquinio, e 18 astenuti, astenuti i socialisti tedeschi). Nell’altro gruppo della vecchia “Maggioranza Ursula”, quello dei liberali di Renew, hanno votato quasi tutti a favore, salvo sei astenuti (irlandesi e belgi).

Sostegno parziale dai Verdi: 19 eurodeputati del gruppo hanno votato contro (compresi gli italiani Marino, Orlando e Scuderi), e sei si sono astenuti; tre le file dei Conservatori del gruppo Ecr, che aveva lasciato libertà di scelta ai suoi membri, i voti a favore sono stati 33 (tra cui tutti gli italiani di FdI), mentre i contrari sono stati 40 (tra cui i polacchi del Pis), e gli astenuti quattro. Hanno votato compatti contro la fiducia tutti gli eurodeputati del gruppo della Sinistra, compresi gli italiani Lucano e Salis (Sinistra italiana) e gli otto eletti del M5S Antoci, Della Valle, Furore, Morace, Palmisano, Pedullà, Tamburrano e Tridico. Compatti contro la fiducia anche i due gruppi di estrema destra, i Patrioti per l’Europa (compresi tutti gli eurodeputati della Lega) e i Sovranisti del gruppo Esn (Europa delle nazioni sovrane).

Nuova Commissione Ue: cosa accadrà ora

Nonostante tutto ciò nella conferenza stampa, insieme alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, von der Leyen ha sostenuto che “è un buon giorno per l’Europa. Il voto dimostra che il centro tiene”. “Sono molto grata per la fiducia espressa dal Parlamento al nuovo Collegio – ha aggiunto la presidente della Commissione – il voto passato con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astenuti ci permette di iniziare il 1° dicembre. È tempo di prepararci, siamo ansiosi di iniziare, ed è imperativo farlo perché il tempo stringe. Ci troviamo di fronte a sfide politiche importanti, all’interno della nostra Unione, ai nostri confini, nel nostro vicinato. Dobbiamo rafforzare la nostra competitività e l’impatto del cambiamento climatico si fa sentire sempre di più”. Si è detta felice von der Leyen “di poter contare su una squadra forte ed esperta”.

Sulla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente, von der Leyen ha spiegato: “Voglio che le regioni europee e le comunità siano in grado di controllare il proprio destino e di contribuire alla definizione delle nostre politiche. Questo è il compito di coesione e riforme che ho affidato a Fitto in qualità di vicepresidente esecutivo. È una scelta che ho fatto io. Anche perché so quanto sia fondamentale dare alle regioni l’importanza politica che meritano”.

Secondo il presidente del Movimento europeo Piervirgilio Dastoli “poiché anche i numeri contano in politica vale la pena di precisare che von der Leyen ha avuto 93 voti in meno del novembre 2019, cento trenta contrari in più e trentuno voti in meno della fiducia ottenuta il 18 luglio. Il caos istituzionale, le sue ambiguità e il metodo del gattopardo non hanno giovato alla sua immagine e alla sua autorevolezza. Il 18 luglio la fiducia fu accolta da fiori e da applausi e oggi l’emiciclo era attonito e silenzioso”.

Secondo il ministro degli Esteri (ed ex presidente del Parlamento europeo) Antonio Tajani oggi si è registrato un “bel risultato” con il via libera del Parlamento europeo alla nuova Commissione di Ursula von der Leyen. Il ministro ha augurato “buon lavoro” alla presidente della Commissione Ue. “Meno voti? Non avranno votato alcuni socialisti. L’importante è che parta. Fitto farà benissimo”.

Di diverso avviso i Cinque stelle secondo cui “nasce una Commissione debolissima e di destra, la peggiore che ci potesse capitare. Debolissima perché supportata da una maggioranza che contiene dentro tutto e il contrario di tutto e che si spaccherà al primo voto possibile, non a caso ha ottenuto meno voti di quelli relativi all’elezione della sua Presidente a luglio”.

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