Ha fatto il suo debutto ieri, lunedì 15 novembre, il Beijing Stock Exchange, la terza Borsa della Cina continentale dedicata ai “piccoli giganti”.
Dopo Shanghai e Shenzen, stavolta i riflettori del mercato si sono concentrati su Pechino, che si è aggiudicata il nuovo indice creato allo scopo di “migliorare il sostegno finanziario alle piccole e medie imprese, così come per promuovere sviluppi legati all’innovazione”, ha spiegato Yi Huiman, presidente della China Securities Regulatory Commission, nel corso della cerimonia d’apertura. Finalità che vanno incontro anche alla politica portata avanti dal presidente Xi Jimping, secondo cui occorre ridurre la dipendenza della Cina dall’Occidente e redistribuire la ricchezza all’intero del Paese, dando maggior spazio proprio ai “piccoli giganti”, come lui stesso ha definito queste aziende che trovano difficoltà a reperire capitali perché troppo piccole per quotarsi sugli altri listini come lo Star board di Shanghai o il ChiNext di Shenzhen.
Per accedere al nuovo indice, infatti, occorrono “solo” 200 milioni di yuan, circa 27 milioni di euro, per una capitalizzazione di mercato minima.
Da ieri, il Beijing Stock Exchange ospita 81 società, 71 delle quali provenienti dal National Equities Exchange & Quotations, un mercato over-the-counter per società più piccole che però ha fatto fatica ad attrarre investitori. Le altre 10 aziende quotate sono, invece, debuttanti che nella giornata inaugurale hanno registrato rialzi superiori al 60%, raccogliendo 1,5 miliardi di yuan (235 milioni di dollari) dalle vendita di azioni nella fase di preparazione. Nonostante ciò, la prima giornata di contrattazioni si è conclusa per il nuovo indice con un ribasso dello 0,8% a 3.401,87 punti, mentre nella seconda il calo è stato dello 0,24% a 3.393,71 punti.