Il trionfo del nuoto italiano ai recenti mondiali di Kazan, in Russia, ha colpito talmente l’interesse generale che anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha inviato i suoi complimenti alla Federnuoto per le 14 medaglie iridate conquistate. Nella serata di domenica, invece, il premier Matteo Renzi ha contattato personalmente il presidente della Fin Paolo Barelli per invitare tutta la delegazione del nuoto, della pallanuoto, del sincro, dei tuffi e del nuoto in acque libere ad un incontro da organizzare prossimamente. Le felicitazioni sono arrivate questa mattina anche al Presidente del Coni, Giovanni Malagò, sia per le medaglie, sia per la bella immagine che il Coni ha potuto dare all’estero dell’Italia e del movimento sportivo che ruota intorno al nuoto nel nostro Paese.
A dirla tutta, non era difficile fare meglio delle precedenti edizioni dei mondiali, sia di quella in vasca corta che di quella in vasca lunga. Il direttore tecnico Cesare Butini sperava di “raddoppiare Barcellona 2013” (due podi). Gli atleti in vasca hanno fatto indubbiamente meglio. Che una parte del merito sia da attribuirsi al controllo delle diverse realtà territoriali da parte del dt o quello comunque costante dei tecnici giovani e meno giovani dei centri federali poco importa, perché questo successo dimostra che il movimento sportivo che ruota intorno al nuoto funziona e lo fa nonostante tutto.
Nonostante i fronti opposti tra Federnuoto e Coni, nonostante i comunicati al vetriolo, le accuse, le denunce, i ricorsi ai tribunali (ancora non conclusi). Nonostante le difficoltà organizzative, gli spazi da condividere e le polemiche innescate – queste sì, anche dagli stessi atleti – per la scelta degli allenatori (il tecnico di Paltrinieri – che ora si è preso la sua bella rivincita – in tempi non sospetti, era stato attaccato da Federica Pellegrini che non lo riteneva adeguato per la sua preparazione atletica proprio in vista dei mondiali).
Insomma, a farsi largo tra tutti questi ostacoli, è stato forse proprio l’allenamento, il duro lavoro, la determinazione. Chi è a bordo vasca da più lustri sa però che nulla va dato per scontato. E che neppure un medagliere nutrito come quello del mondiale russo è un’assicurazione sul futuro, specie perchè ben due medaglie, quelle del sincronizzato, sono arrivate da una nuova disciplina, quella del duo misto. In passato abbiamo dimostrato di essere stati molto scaltri a lanciarci immediatamente nelle nuove avventure, come nel caso del sincro nei tuffi, dove inizialmente siamo andati quasi sempre sul podio. Ma va anche detto che appena le altre nazioni hanno iniziato a prestare più attenzione a queste specialità, siamo spariti o quasi. Abbiamo inoltre diversi atleti a fine carriera che hanno già dichiarato che questo, per loro, è stato l’ultimo mondiale.
Non basteranno certo le medaglie di Kazan a porre fine alle liti – che danneggiano non solo il nuoto, ma tutto lo sport italiano – di sicuro, però, queste splendide prestazioni potranno indicare la strada da percorrere ai più giovani, a chi non c’era in Russia, ma ci sarà sicuramente in Ungheria (Mondiali 2017) o in Corea del Sud (Mondiali 2019). Ma chi sono i veri protagonisti di questo exploit, che riporta il nuoto italiano ai massimi livelli, come non succedeva da diversi anni? Si tratta di: Gregorio Paltrinieri, oro nei 1500 stile libero e argento negli 800, di Tania Cagnotto, oro dal trampolino da 1 metro e bronzo nel trampolino da 3 metri, di Simone Ruffini e Matteo Furlan, rispettivamente oro e bronzo nella 25 Km, di Federica Pellegrini, argento nei 200 stile libero, di Erica Musso, Alice Mizzau, Chiara Masini Luccetti e Federica Pellegrini, argento nella 4×200 stile libero, di Marco Orsi, Luca Dotto, Michele Santucci e Filippo Magnini, bronzo nella 4×100 stile libero, di Maicol Verzotto e Tania Cagnotto, bronzo nel trampolino da 3 metri sincro misto, di Matteo Furlan, bronzo nella 5 Km, di Giorgio Minisini e Mariangela Perrupato, bronzo nel sincronizzato libero del duo misto, di Manila Flamini e Giorgio Minisini, bronzo nel sincro tecnico del duo misto, infine di tutte le componenti della squadra del setterosa, bronzo nella pallanuoto.