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Nucleare “poco affidabile e troppo caro”: la conversione alle energie rinnovabili di Umberto Quadrino

Imagoeconomica

Umberto Quadrino è stato un top manager di Fiat e poi per un decennio amministratore delegato della Edison italiana che, com’è noto, è oggi controllata dalla francese Edf. È un esperto dei temi energetici tanto che ancora oggi lavora in quel settore in una importante struttura privata.  FIRSTonline ha pubblicato il 21 dicembre scorso il testo della relazione di Umberto Minopoli, presidente dell’associazione italiana nucleare, al convegno organizzato dalla stessa associazione “Nucleare è ora“ in cui esponenti accademici e politici hanno spiegato con dovizia di dati la ragione per la quale se veramente vorremo centrare gli ambiziosi traguardi fissati da Bruxelles per la transizione energetica e la riduzione delle emissioni di Co2, dovremo poter contare su una produzione di energia elettrica proveniente anche da centrali nucleari del tipo di quelle già oggi disponibili sul mercato.

Umberto Quadrino, lei mette in evidenza alcune contro indicazioni sia sull’affidabilità delle centrali attuali, sia sul costo dell’energia prodotta. A suo parere l’attuale stato della tecnologia sconsiglia di fare ricorso al nucleare. Dovremo fare ricorso ad altre fonti di energia se vogliamo effettivamente decarbonizzare i nostri fabbisogni energetici. 

“Parto da una premessa personale ma che ha una qualche importanza per valutare la mia posizione attuale.  In passato sono stato un forte sostenitore del nucleare. Non solo perché  EdF, il piu grande produttore al mondo di energia nucleare, era uno dei più importanti azionisti di Edison, ma per intima convinzione: il nucleare costava meno di qualsiasi altra fonte energetica ( infatti i prezzi in Francia dell’energia elettrica erano i più bassi d’Europa), non inquinava, il problema delle scorie era gestibilissimo, rendeva il Paese più indipendente dal punto di vista strategico dalle importazione dei paesi produttori di idrocarburi.

Detto tutto questo, devo dire che oggi ho cambiato idea.” 

Eppure oggi molti paesi guardano alla produzione nucleare come una valida alternativa per assicurarsi disponibilità di energia a prezzi accettabili.

“Il nucleare della generazione di centrali oggi disponibili – afferma Quadrino – per nuovi investimenti (essenzialmente con la tecnologia EdF sviluppata 40 anni fa aggiornata per tener conto degli incidenti di Chernobyl e di Fukushima) si sta rivelando antieconomico e problematico dal punto di vista tecnico.

Il costo di una nuova centrale nucleare è salito alle stelle per tutte le prescrizioni di sicurezza. La centrale “testimone” di Flamanville, che doveva essere la capostipite delle nuove centrali nucleari europee (comprese quelli italiane bloccate dal referendum), alla cui “inaugurazione“ presenziai con l’allora ministro Scajola nel 2008 o 2009, non è ancora adesso entrata in produzione per le continue modifiche tecniche del progetto, rese necessarie per star dietro alle richieste degli enti di sicurezza francesi. Nei mesi scorsi, sempre gli enti di sicurezza francesi, hanno deciso di fermare un quindicina di centrali costruite circa 30 anni fa perché dopo anni si servizio si è scoperto un problema tecnico alle saldature che potrebbe essere problematico. La centrale nucleare in costruzione da parte di EdF in Inghilterra ha ottenuto un contratto di off take dell’energia pluriennale dall’ente energetico inglese ad un valore di 120 sterline al MWh contro un prezzo di mercato (pre crisi degli ultimi 12 mesi) pari alla metà. Ebbene quel contratto, nonostante il prezzo elevato, è stato giudicato estremamente oneroso per EdF . Per questo e per altri motivi EdF è stata tolta dalla Borsa dal governo francese ed è nuovamente una Regie, con lo Stato chiamato a coprire  perdite miliardarie. 

I prezzi delle altre fonti energetiche sono saliti molto in seguito all’impennata del prezzo del gas. E soprattutto le rinnovabili dipendono dalle condizioni atmosferiche che non sono sotto il nostro controllo. Quindi dovremo comunque avere delle centrali da attivare quando le rinnovabili non producono perché non c’è vento o non c’è sole. 

“Come ho detto, le centrali nucleari della attuale generazione producono energia a costi molto più elevati delle rinnovabili (60/70 euro anche nelle attuali condizioni di mercato)  e delle centrali termiche (con il prezzo del gas di oggi, dopo la discesa dell’ultima settimana, il costo del MWh termico è intorno a 80/100), dimostrano serie difficoltà ad adeguarsi alle nuove prescrizioni di sicurezza, hanno un tempo di costruzione minimo di 10 anni. Quindi perché  insistere su una tecnologia costosa e problematica?

A mio avviso occorre puntare sul futuro  del “nuovo nucleare”, centrali di piccole dimensioni a sicurezza intrinseca, e che avranno una nuova tecnologia commerciabile probabilmente tra una decina di anni. O fare una scommessa sulla fusione, che avrà probabilmente un futuro commerciale tra 20/25 anni. Ma di oggi al 2030/2035 dovremo investire su un mix energetico fatto di rinnovabili e fonti termiche, con un peso crescente delle rinnovabili nel mix complessivo e forse un contributo, tra qualche anno, dell’idrogeno verde

Dobbiamo però tener conto che le cose nel mondo dell’energia cambiano con una certa rapidità. 10 anni fa pensavo che le rinnovabili fossero una specie di lusso da paesi ricchi per compiacere gli ambientalisti: all’epoca il costo dell’investimento in energie rinnovabili e quindi del KWh prodotto era proibitivo ed il sistema  si reggeva su generosi contributi a carico dei consumatori.

In 10 anni il costo dell’investimento in rinnovabili si è ridotto di 5 volte e il prezzo del KWh prodotto è diventato di gran lunga il più competitivo tra tutte le fonti energetiche.

Quindi guardiamo avanti, il nucleare di nuova generazione ci potrà riservare sorprese positive. Ma non rimpiangiamo troppo di non aver fatto il nucleare in Italia: con il primo referendum abbiamo certamente perso l’occasione di avere una prima generazione di centrali competitive ( secondo i dettami di sicurezza di allora), ma con il secondo referendum abbiamo scampato il pericolo di avere oggi centrali in costruzione carissime e con tecnologia ancora da stabilizzare. E con lo Stato che alla fine sarebbe chiamato a saldare il conto, come per EdF”.

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Categories: Interviste

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  • Gli impianti nucleari SUSE-NPP sarebbero il perfetto complemento a quelli solari ed eolici che essendo incostanti non possono essere la sola soluzione per la fornitura di energia 100% carbon-free

  • Il mio SUSE-NPP renderebbe gli impianti nucleari di oggi, da subito e senza bisogno di sviluppare nuove tecnologie, sicuri anche contro grandi terremoti o tsunami, attacchi missilistici (v. Ucraina) o impatti accidentali di grossi aerei commerciali. Li renderebbe anche molto meno costosi e facili/rapidi da costruire.

  • Tutto vero quello che dice Quadrino, ma non sa che dal 2014 ho depositato in Cina e Stati Uniti un progetto, il SUSE-NPP, per impianti nucleari supersicuri, economici e facili da costruire