La data per la fine del nucleare tedesco è fissata: il 15 aprile. Tra meno di un mese in Germania saranno fermate le ultime tre centrali attive di Epmsland, Isar 2, Neckarwestheim. La ministra dell’Ambiente Steffi Lemke ha confermato ciò che il cancelliere Olaf Scholz aveva annunciato da tempo. La scelta di chiudere definitivamente con l’energia atomica è stata, comunque, al centro di un vivace dibattito all’interno del governo di coalizione. La determinazione dei Verdi, di cui la Ministra Lemke è leader, ha avuto la meglio su tutte le perplessità che hanno fatto da contorno allo stop alle vecchie centrali. La ministra ha confermato che la chiusura degli ultimi siti non avrà ripercusioni sulla gestione dell’energia nel Paese. Tanto le famiglie, quanto le imprese non sono in pericolo, ha dichiarato. Poi nell’agenda politica e pensando al futuro, sono stati inseriti i rischi legati alle centrali. A questo proposito la posizione dei Verdi è netta: “i rischi dell’energia nucleare sono ingestibili” ha dichiarato la Lemke.
Il nucleare non più utile per famiglie e imprese
Secondo l’Agenzia Nova “facendo un confronto a livello internazionale, abbiamo anche una sicurezza di approvvigionamento molto elevata” ha insistito il Ministero dell’Ambiente. Quella tedesca sarebbe migliore di quella di Paesi vicini che usano energia nucleare. Il governo in un primo momento aveva stabilito di chiudere i siti entro il 2022. Solo la guerra in Ucraina e le difficoltà legate agli approvvigionamenti di gas hanno fatto slittare l’operazione di quattro mesi. La vicenda in realtà inizia nel 2011 in un altro contesto politico, laddove le 17 centrali nazionali cominciavano a fare paura dopo il disastro di Fukushima. Con la decisione per il prossimo aprile l’opzione nucleare europea resta prevalentemente nelle mani della Francia di Emmanuel Macron. Ma l’Italia vuole inserirsi. Matteo Salvini lo dice da quando è nato il governo di Giorgia Meloni. Il centrodestra é unito? Si vedrà. La Lega però procede, come dimostra la mozione presentata in Commissione Ambiente della Camera, primo firmatario Giancarlo Zinzi. Zinzi è il capogruppo leghista in Commissione e ritiene che la strada del nucleare sia non solo una strada percorribile ma soprattutto necessaria rispetto all’attuale scenario energetico.
Cosa chiede la Lega al governo
Si parta dalle nuove tecnologie ricorrendo «all’utilizzo di un insieme di risorse che possano garantire una transizione energetica sostenibile anche da un punto di vista sociale ed economico». Gli obiettivi europei non sono raggiungibili facendo affidamento sulle sole fonti rinnovabili. Sono quelle centrali nella transizione energetica cui abbinare il nucleare di nuova generazione. L’interesse della Lega si sposta sulle aziende. Attualmente «circa 50 aziende italiane investono sul nucleare e fabbricano componenti per i reattori degli ultimi programmi di ricerca sulla fusione nucleare» si legge nella mozione. Enea coordina 21 partner, che comprendono Enti di ricerca, Università e imprese, appartenenti al consorzio EUROfusion a cui aderiscono 26 Stati Ue, più Svizzera, Regno Unito e Ucraina. « Il governo dovrebbe definire un piano energetico nazionale a lungo termine che contempli anche la strategia nucleare di ultima generazione nel mix energetico bilanciato fra tutte le fonti energetiche». Un’altra partita da giocare a Roma, prima di Bruxelles. Ammesso che non finisca 0 a 0.