Nucleare, rieccolo. Due referendum, nel novembre ’87 e nel giugno 2011, sembravano di fatto aver imposto la parola fine all’energia nucleare nel nostro Paese. Ma ecco invece che al Senato si riapre il capitolo proprio questa settimana con tanto di disegno di legge – in commissione Ambiente e Lavori pubblici – che “disciplina la produzione e l’utilizzo di energia nucleare a uso civile”, prevedendo di “realizzare nel territorio nazionale impianti di produzione di energia nucleare di nuova generazione, sia da fissione che da fusione”.
L’Italia tornerà al nucleare? In Parlamento si torna a discutere
La crisi energetica che ha coinvolto l’intera Europa con l’invasione russa in Ucraina ha riacceso il dibattito, da noi come negli altri Paesi. Da noi già nel maggio dell’anno scorso la Camera aveva approvato una mozione di maggioranza che impegna il Governo a valutare l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia. Ora la discussione si sposta a Palazzo Madama con questo disegno di legge per “misure relative alla costruzione e al funzionamento di impianti nucleari per la generazione di energia elettrica”. Una strategia di mix energetico con l’energia nucleare con tecnologia di nuova generazione, con precisi obiettivi: 1) promuovere la ricerca sulle tecnologie nucleari di nuova generazione e in particolare sulla fusione nucleare, anche mediante la realizzazione di impianti sperimentali sul territorio italiano; 2) favorire la partecipazione italiana a programmi europei e internazionali di innovazione nella produzione di energia da fusione nucleare, attraverso un incremento degli investimenti di ricerca e sviluppo nel settore; 3) realizzare nel territorio nazionale impianti di produzione di energia nucleare di nuova generazione, sia da fissione che da fusione.
Cosa prevede il disegno di legge
Nel progetto all’esame della commissione di Palazzo Madama si prevede che sia il Consiglio dei ministri a individuare i siti dove insediare i nuovi impianti mentre al ministro dell’ambiente è affidato il compito di individuare il deposito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi.
Vengono istituite una Autorità e una Agenzia: la prima per autorizzazione, certificazione, gestione, dismissione degli impianti nucleari; la seconda per valutare lo stato delle infrastrutture di base necessarie per avviare un programma nucleare nazionale e di fornire al Governo le indicazioni necessarie per il loro completo sviluppo e operatività.
Quanto ai Comuni, per loro sono previsti dei compensi: per quelli situati entro 100 dai siti che ospitano gli impianti nucleari e per i Comuni nel cui territorio ricade il sito del deposito nazionale dei residui e rifiuti radioattivi nonché per i Comuni con essi confinanti.