Nucleare in Italia sotto i riflettori. Da un lato la guerra in Ucraina rilancia la necessità di rafforzare l’indipendenza energetica, dall’atro però Sogin porta avanti il mandato ricevuto: quello di mantellare le vecchie centrali nucleari bocciate dal referendum del 1987.
La società, interamente controllata dallo Stato, “ha chiuso il 2021 con una previsione di avanzamento fisico delle attività di decommissioning degli impianti nucleari pari al 7,2%, ben oltre l’obiettivo di budget fissato inizialmente al 6,6%”, informa un comunicato. Il fatto, sommato all’ulteriore 10% da realizzare nel 2022, porta al 17% il valore cumulato per il biennio. Si tratta di un valore ben più significativo – fa rilevare la Sogin – rispetto a quello del ventennio precedente, fermo ad appena il 28,3% di attività di decommissioning realizzate. Per realizzare gli interventi nel 2021 Sogin ha perfezionato 578 contratti per un valore di quasi 177 milioni di euro.
Nucleare in Italia, i siti di smantellamento del nocciolo reattore
Si procede anche sulle attività più delicate, ossia quelle relative allo “smantellamento del nocciolo del reattore della centrale nucleare del Garigliano, mentre il 31 dicembre scorso Sogin ha completato la fase 1 del Piano globale di disattivazione dell’impianto FN di Bosco Marengo, il primo impianto nucleare italiano nel quale la Società ha terminato le attività di decommissioning. Nell’Impianto Plutonio (IPU) del sito di Casaccia, Sogin ha portato invece a termine alla fine del 2021 lo smantellamento delle 56 Scatole a Guanti (SaG)” impiegate per attività di ricerca sulla produzione di elementi di combustibile nucleare a base di Plutonio
Avanza anche la scelta del sito per il Deposito nazionale rifiuti radioattivi
Tutto ciò spinge anche a stringere i tempi per la scelta del sito ove costruire il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico. La consultazione pubblica sulla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) ad ospitare il deposito è terminata il 14 gennaio scorso, dopo aver raccolto oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte da 322 soggetti (privati, istituzioni, portatori di interessi) che vi hanno partecipato. Il percorso del dibattito pubblico era stato avviato da Sogin il 5 gennaio 2021 con la pubblicazione della mappa dei siti potenzialmente idonei da ospitare il Deposito nazionale.
La palla passa ora al governo. Entro il 15 marzo Sogin trasmetterà al governo – che dovrà valutarla e approvarla – la proposta di Carta nazionale aree idonee (Cnai). A quel punto, la Cnai sarà pubblica. Regioni ed enti locali potranno presentare le proprie manifestazioni d’interesse e, dopo ulteriori passaggi, si potrà procedere alla localizzazione del Deposito. Il percorso, ampiamente partecipativo, deve necessariamente arrivare ad una scelta finale: l’Italia non può, sia per ragioni di economia sia soprattutto per ragioni di sicurezza, continuare ad avere una miriade di siti nucleari e di mini-depositi dove vengono “smaltiti” i rifiuti nucleari dovuti alla produzione industriale e alle apparecchiature sanitarie.