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Nucleare in Italia: nuove proposte in Parlamento. La ricerca avanza, l’energia divide destra e sinistra

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La vicenda dell’energia nucleare in Italia ​ricorda sempre di più la favola della volpe e l’uva. Si vuole una cosa, non​ si riesce a prenderla e si dice che non valeva la pena. Lasciamo perdere i referendum abrogativi di anni molto lontani che oggi hanno poco a che vedere con il nucleare di nuova e futura generazione. Ciò che deve interessare è la capacità e la serietà di affrontare un argomento complesso valutandone ogni aspetto.

Il governo di centrodestra sulle questioni energetiche​ finora non ha brillato come era avvenuto, invece, con il governo di Mario Draghi. La questione energetica non è mai stata ai primi posti dell’agenda di Giorgia Meloni. Eppure è questione che turba la mente dei governanti più avveduti. ​Questi due anni della guerra in Ucraina hanno messo l’Europa davanti a opzioni ​di portata ​storica, senza avere nemmeno troppo tempo a disposizione. Per essere indipendenti bisogna avere l’energia, ma anche l’attitudine a non dire di no a qualsiasi cosa” ha detto l’AD di Eni Claudio  Descalzi al Corriere della Sera.​

L’Italia era prima, ma….

Troppo frettolosamente si dimentica che Enrico Mattei nel 1962 realizzò la prima e più grande centrale termonucleare d’ Europa. Fu costruita in quattro anni ed fu un’altra delle sfide di Mattei, di cui dice oggi il Prof. Alberto Clò “non possono estrarsi, come in un puzzle, solo gli elementi che aggradano (Meloni e piano Mattei ndr) ma de​vono essere considerati nella loro interezza​”.

Gli incidenti alle centrali di Chernobiyl del 1986 e di Fukushima nel 2011 hanno seminato terrore e angosce, non c’è dubbio. Ma per fortuna, la ricerca e gli investimenti hanno raggiunto nuove e straordinarie frontiere in tanta parte del mondo. Perché l’Italia politica deve stare a guardare, quando aziende controllate dallo Stato investono nella fusione fuori dai confini nazionali, lavorano con il Massachusetts Institute of Technology ? Oppure start up italiane devono andare in Francia per lavorare ai mini reattori ?

Chi ci crede e chi no

Nel 2023 il Parlamento ​italiano ha votato una mozione per valutare la possibilità di usare ​il nuovo nucleare nella transizione energetica. La  Camera dei deputati ha ​messo in calendario per maggio la ​discussione su una nuova proposta di legge presentata ​stavolta dal gruppo Noi Moderati.​ “Scontiamo decenni di politiche energetiche miopi e sbagliate, è tempo di cambiare, di puntare all’autosufficienza energetica con un mix di rinnovabili e nucleare di ultima generazione, per abbattere costi ed emissioni inquinanti “​ dicono i parlamentari. Se vogliamo davvero combattere i cambiamenti climatici con fonti rinnovabili l’Italia ha le capacità per (ri)prendere il camino. Eravamo i primi, siamo finiti in coda.

La nova proposta vuole promuovere una strategia nazionale​​, ma chiede anche che entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge il ​governo adotti provvedimenti conseguenti. In altre parole, creare impianti di produzione nucleare di nuova generazione. La proposta ha il sapore di una sfida da destra a quanti ancora nicchiano o non schiodano dalle abituali posizioni “contro”. Non è arrivato il momento che anche la sinistra guardi più a fondo la questione e non resti asserragliata, mentre scienza e tecnologie vanno avanti ? Felice Ippolito, scienziato di fama internazionale, uno dei padri del nucleare italiano, fu a lungo parlamentare del PCI.

È una battaglia della destra ?

La transizione energetica è un percorso lungo con molte insidie. L’Italia e l’Europa, sebbene sostenute da una forte domanda di gas e petrolio, rischiano di diventare “come una Ferrari senza benzina”​ per citare ancora Descalzi. La discussione della proposta del gruppo fondato da Maurizio Lupi sarà a maggio. La sinistra, il Pd in particolare, ha tempo per elaborare una proposta chiara e inequivocabile che spieghi al suo popolo perché una riforma/transizione del sistema energetico del paese non debba contemplare anche un’energia pulita, frutto di ricerca e tecnologie innovative e sicure.


L’Italia deve affrontare anni in cui il famoso mix si ottiene mettendo tutto insieme per poi liberarsi delle zavorre fossili. Nucleare e rinnovabili possono stare insieme a lungo. Elly Shlein sa che è una partita politica ma se la destra finirà per muoversi davvero su questo fronte – buffonate di Matteo Salvini a parte- a sinistra ci sarà spazio per lo sconforto.

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Categories: Politica

View Comments (1)

  • Gentile dott. Ingiusto
    Leggendo il suo articolo, totalmente condivisibile, ho provato un senso di tristezza. Negli anni 70 ed in parte negli 80, ho contribuito professionalmente, in aziende nazionali, alla costruzione di importanti componenti per centrali nucleari, destinati all’Italia, ma anche all’estero, Germania, Francia e Spagna. Le nostre realtà scientifiche ed industriali avevano un rilevante know-how in materia, che ci poneva ai primi posti nel mondo. Per una irrazionale spinta emotiva, invece di pretendere nuovi e maggiori investimenti nella ricerca e nella sicurezza, abbiamo preferito “ buttare via il bambino con l’acqua sporca “ e siamo diventati oggetto di sfruttamento finanziario e di ricatto politico da parte dei fornitori esteri di energia. Abbiamo disperso un patrimonio immenso di conoscenze , di lavoro e di ricchezza.
    Vorrei che le nuove generazioni, nel loro interesse, fossero molto più avvedute . Purtroppo con in giro i vari movimenti gretini, di ultima generazione , di ecoambientalisti ecc. non si può essere molto ottimisti. Spero di sbagliarmi.