X

Npl: ondata in arrivo, ma non sarà come nel 2013

Pixabay

“L’onda si sta gonfiando, ma con la diga delle moratorie: l’acqua alta arriverà nel 2021. Il 2020 sarà l’anno della quiete prima della tempesta”. Con queste parole, alludendo alla nuova ondata di crediti deteriorati che si sta per abbattere sul sistema bancario italiano, l’amministratore delegato di Banca IFIS Luciano Colombini ha aperto il tradizionale appuntamento settembrino dell’Npl Meeting, quest’anno per la prima volta non a Venezia ma a Villa Erba, sul Lago di Como, con un incontro dal vivo, rispettando i protocolli di sicurezza anti-Covid. Al dibattito partecipano come sempre diversi player del mercato degli Npl, tra i quali Corrado Passera, CEO di Illimity Bank, Mark Knothe, CEO di Intrum Italy, Riccardo Serrini, CEO di Prelios, e Andrea Mangoni, CEO di DoValue.

“Stimiamo – ha proseguito Colombini nei suoi opening remarks -, al netto di un possibile nuovo lockdown, che i risultati negativi di questa crisi saranno inferiori a quella precedente: ci sono stati interventi tempestivi e importanti da parte delle istituzioni e delle banche centrali, e le banche questa volta si sono fatte trovare pronte”. Prima di presentare l’edizione aggiornata del Market Watch Npl, l’Ad di Banca Ifis è intervenuto anche su alcune questioni. Intanto il blocco dei dividendi: “Non consentire a nessuna banca di distribuire dividendi, a prescindere dai risultati, è un fatto grave. Chi mette soldi in una struttura che poi non ti remunera?”. E sull’ingresso nel mercato del player pubblico Amco: “Ben venga un soggetto pubblico, ma a condizione di mercato. Ricordiamoci che l’industria degli Npl va tutelata: impiega 8.000 persone e gestisce 230-240 miliardi”.

MARKET WATCH NPL

Cosa ne sarà del mercato dei non performing loans nel 2021, cioè tra pochi mesi? Il quadro è tracciato puntualmente, come ogni anno, dal Market Watch di Banca Ifis. Intanto, lo stock complessivo di NPE da gestire in Italia è previsto in crescita già nel 2020 (+5% a/a), con la previsione di un forte aumento nel 2021 che potrebbe portare a un ammontare totale di 385 miliardi di euro (dai circa 335 previsti quest’anno) e un probabile ulteriore incremento nel 2022.

Nel 2021 si prevede dunque un sensibile incremento dei flussi di nuovo deteriorato nei bilanci bancari, con un tasso di deterioramento in aumento dall’1,3% del 2020 al 2,8% del 2021 per effetto della contrazione economica 2020. La previsione di aumento del deteriorato bancario porterà ad un incremento dell’NPE Ratio al 7,3% nel 2021, a fronte del 6,2% di questo 2020 che registra, grazie alle dismissioni di portafogli NPL, un indice in miglioramento rispetto al passato. Insomma sarà tutto da rifare, dopo una fase in cui le banche erano riuscite ad alleggerirsi.

Tuttavia, come spiegato da Colombini, questo peggioramento non sarà paragonabile con quello del 2013, quando il flusso annuale di nuovi prestiti in default superò i 71 miliardi (contro i soli 15 del 2019 e i 18 stimati nel 2020) e il tasso di deterioramento raggiunse il 4,5%, il più alto dal 2009, anno in cui il dato ha iniziato ad essere rilevato dal Market Watch Npl. Invece il tasso di decadimento (da UtP a NPL, cioè da inadempienza probabile a vera e propria sofferenza) nel 2021 è atteso in linea con i valori percentuali registrati nel 2013 ma con importi assoluti più contenuti grazie alla gestione del deteriorato bancario degli ultimi anni.

L’analisi di Banca Ifis si è basata, precisa lo studio, su uno scenario moderatamente ottimistico, cioè che immagina un Pil in calo del 9% quest’anno e in ripresa del 5% nel 2021, e soprattutto l’assenza (per ora probabile) di un nuovo lockdown generalizzato. Il Market Watch immagina anche la proroga fino a gennaio 2021 della moratoria sui prestiti e del blocco dei licenziamenti e anche la distribuzione su più anni, magari tra 2021 e 2022, della materializzazione dei nuovi flussi di deteriorato. Tuttavia lo scenario è più o meno confortante anche grazie al tempestivo intervento della politica e delle istituzioni monetarie.

In particolare Banca Ifis ricorda il pronto intervento delle banche centrali con iniezioni di liquidità ai massimi storici; i piani a supporto dell’economia e dei debitori (moratorie, prestiti garantiti dallo stato) attivati dai governi mondiali; la minor durata della crisi economia che prevede un recupero già nel 2021, mentre alla crisi finanziaria del 2009-2010 è seguita la crisi del debito sovrano del 2011-12; la maggiore solidità delle banche in termini di underwriting dei nuovi crediti e di gestione dei crediti deteriorati

Related Post
Categories: Finanza e Mercati