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Npl, Banca Ifis: “Entro fine anno il mercato supererà i 100 miliardi”

Il mercato degli Npl sfonderà il muro dei 100 miliardi di euro entro la fine del 2017. Il dato choc è quello proposto dal Market Watch di Banca Ifis in occasione dell’Npl Meeting, l’appuntamento annuale dedicato ai crediti deteriorati e organizzato proprio dalla banca veneta, a Venezia. “All’inizio non ci credevo nemmeno io – ha detto l’amministratore delegato di Ifis, Giovanni Bossi – . Poi però analizzando i dati a nostra disposizione, che non sono tutti pubblici, la cifra è quella. Il picco è dovuto ai cosiddetti jumbo deals, come quelli di Mps , di Unicredit , delle due ex popolari Venete. Alla fine potranno essere 80-85 miliardi, ma la soglia dei 100 miliardi è vicina, su questo ci potete contare”.

Anche perché finora nell’anno solare gli Npl rilevati dal sistema valgono già 33,4 miliardi, tramite 36 operazioni: il dato del secondo trimestre ha triplicato quello del primo, mentre in tutto il 2016 si erano mossi 17,3 miliardi di crediti deteriorati e nel 2015 erano stati 19,1 miliardi. Il totale per il 2017, secondo il Market Watch di Ifis, dà 104 miliardi, più di quanto acquisito nell’intero periodo 2012-2017, cioè da quando i Non Performing Loans sono diventati un tema caldo. “Anche a me pare una stima ottimistica – ha commentato l’Ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, presente all’evento – ma è indicativa dell’ormai piena consapevolezza che c’è su questo mercato”. 

“Gli Npl – ha proseguito Castagna – sono un business interessante, reale, che non consiste solo nella vendita e nel recupero del credito, ma anche nell’organizzazione, tra le banche, di vere e proprie Npl Unit, settori aziendali che lavorano da asset manager e questo sta dando grandi risultati. Infatti la nostra percentuale di recupero è alta, del 50%, anche grazie alla gestione, che può essere meglio della vendita”. Tra l’altro Banco Bpm ha annunciato che sta per mettere sul mercato un portafoglio Npl da 2 miliardi di euro e punta a cedere altri 3 miliardi di non performing loans nel 2018. Su quest’ultima operazione la banca vuole utilizzare la Gacs, la garanzia pubblica sulle sofferenze bancarie, e punta a realizzarla nella prima parte del prossimo anno. “Abbiamo già 40-50 potenziali offerenti e speriamo di chiudere entro fine anno”, ha detto Castagna.

L’amministratore delegato della terza banca d’Italia per dimensioni guarda però anche oltre: “Il business degli Npl non deve però mascherare altri problemi delle banche, come quello del modello di business: dobbiamo approfittare delle opportunità che ci dà la ripresa economica. Il lavoro sugli Npl sarà molto lungo”. Più ottimista, sui tempi, Giovanni Bossi: “Anni fa gli operatori internazionali guardavano con scetticismo alla situazione dei crediti deteriorati delle banche italiane. Anni fa, nel momento peggiore della crisi, c’è stato davvero il rischio che i crediti compromessi mettessero in diretto pericolo tutto il sistema bancario: erano 200 miliardi lordi, 90 netti”. Ora però i mercati guardano con un occhio diverso alle banche italiane: “E’ aumentato l’interesse anche da parte dei fondi esteri – ha detto Paolo Petrignani, Ad di Quaestio, la Sgr che ha rilevato buona parte dei crediti deteriorati delle good banks e di Mps -, soprattutto da quelli americani: ora c’è più fiducia”. “Lo dimostra il fatto – aggiunge Bossi – che tutte le banche o quasi hanno recuperato in Borsa rispetto ai minimi. Mi sbilancio: entro fine anno i giornali titoleranno che il problema dei crediti deteriorati è stato risolto”.

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Categories: Finanza e Mercati