Un passo importante verso le nozze da 27 miliardi di dollari tra il London Stock Exchange e Refinitiv. La Commissione Europea ha dato il via libera all’operazione. La decisione è subordinata alla piena il rispetto degli impegni”.
Bruxelles ha infatti rimarcato la necessità di rispettare gli impegni presi nei mesi scorsi dal London Stock Exchange. Uno dei quali ci riguarda direttamente. Il primo passo per portare a compimento la fusione con Refinitiv, è la cessione di Borsa Italiana (che include Mts) da parte di Lse alla cordata guidata da Euronext con Intesa Sanpaolo e Cdp Equity.
L’ok della Commissione arriva dopo un’indagine approfondita effettuata dalla commissione in particolare sui servizi di trading di European Governments Bonds, attività su cui entrambe le società sono attive, ma anche sui prodotti finanziari legati a dati finanziari, trading e compensazione per i derivati su tassi d’interesse over-the-counter. “Le infrastrutture competitive nei servizi di trading e l’accesso equo e giusto ai prodotti legati ai dati finanziari è essenziale per l’economia europea e in particolare per consumatori e aziende”, ha detto la commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager, sottolineando che “oggi possiamo approvare la proposta acquisizione di Refinitiv da parte di Lseg perché quest’ultima si è impegnata a garantire che i mercati resteranno aperti e competitivi e che l’acquisizione non porterà a un incremento dei prezzi o a una minore possibilità di scelta e innovazione su questi prodotti”.
LSEG si è inoltre impegnata a continuare a offrire i servizi globali di compensazione tramite Lch Swapclear su base di accesso aperto e a non avviare strategie commerciali discriminatorie per i clienti. Un’ulteriore garanzia riguarda l’accesso ai dati di Lse degli indici Ftse Uk Equity e ai benchmark Wm/Refinitiv e Fx ai concorrenti esistenti e futuri.
La Commissione Ue ha ritenuto che “gli impegni presi da Lseg rispondono pienamente alle preoccupazioni in materia di concorrenza legate alla proposta transazione”. La Commissione “ha pertanto concluso che l’operazione, così come modificata alla luce degli impegni, non solleva più problemi sotto il profilo della concorrenza”.
Tornando alla cessione da 4,3 miliardi di euro di Borsa Italiana, l’accordo prevede l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti, assieme a Intesa San Paolo, nella holding Euronext in due tappe: nella prima Cdp Equity entra nel capitale di Euronext (700 milioni), nella seconda Euronext acquisisce ufficialmente Borsa Italiana. Al termine dei vari passaggi, Cdp Equity possiederà il 7,3% del capitale di Euronext , una quota pari a quanto controllato dalla Caisse des Depots et Consignations transalpina. Cdp sarà poi affiancata da Intesa Sanpaolo con l’1,3% del capitale a fronte di una percentuale analoga controllata da Soc Gen. Così facendo, Cdp diventerà uno degli azionisti di riferimento del gruppo che gestisce, oltre alla Borsa italiana e a quella francese, altre cinque Borse valori europee: Belgio, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia e Portogallo per un totale di oltre 1.800 società quotate e per una capitalizzazione di circa 4.400 miliardi di euro. Il completamento dell’aggregazione è previsto nella prima metà del 2021.
Due settimane fa il premier Giuseppe Conte definito il passaggio di Borsa Italiana sotto Euronext “il sistema più convincente”, poiché offre “una prospettiva reale, con la presenza di Cdp e altri soggetti nella governance, di fare di Milano la capitale finanziaria del continente europeo. È questa la ragione e l’indirizzo strategico con cui seguiamo l’evoluzione di questo dossier”.