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Nozze Fca-Google, ma banche, petrolio e dollaro allarmano i mercati

C’è l’annuncio ufficiale dell’accordo Fca-Google per l’auto senza guidatore e il titolo Fca vola a Wall Street: entro l’anno 100 prototipi sulla base del minivan Pacifica – Dollaro, petrolio e Cina spaventano le Borse – Angeloni (Bce): Atlante non basta – Telecom frena su InWit – Finmeccanica fa l’indiana – Debutto sprint di Technogym con Cannavaro e Pennetta

Nozze Fca-Google, ma banche, petrolio e dollaro allarmano i mercati

La locomotiva Usa rallenta. Dalla Cina arrivano, di nuovo, segnali allarmanti sulla congiuntura, per non parlare del Giappone, impiombato dall’ascesa dello yen. Nemmeno l’Europa brilla: la Commissione Europea ha ridotto le stime di crescita di Pil e prezzi al consumo per il 2016 e 2017. 

ARIA DI RECESSIONE, DOLLARO E PETROLIO DEBOLI

Il mondo torna a respirare aria di recessione, nonostante il propellente dei tassi bassi. Tra i sintomi del possibile contagio la volatilità del petrolio (ieri -2,5%, Brent sotto i 45 dollari, prima di un rimbalzo stamane) e, soprattutto, del dollaro, che ha toccato ieri i minimi da 15 mesi: sale lo yen, a quota 105,5, torna a salire anche l’euro oltre quota 1,16. La valuta Usa ha recuperato poi alcune posizioni, ma la paura resta, come spiega Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia: “Se un dollaro troppo forte strozzava la Cina e gli Emergenti non è che la versione opposta sia di particolare giovamento al quadro globale. Quel che serve in questa fase di crescita fragile e domanda globale evanescente, è un equilibrio tra le valute, che eviti l’accumulo di stress eccessivi che finiscono per alimentare frenetici flussi di capitale che fanno esplodere la volatilità. Ma si tratta di un equilibrio difficile da raggiungere, purtroppo”.

TORNA A SPAVENTARE LA CINA, A WALL STREET BRILLA SOLO PFIZER

La conferma arriva dall’andamento dei mercati. Chiusa per vacanza la Borsa di Tokyo, le preoccupazioni delle Borse asiatiche sono concentrate sulla salute dell’economia cinese: l’attività manifatturiera, in calo da 14 mesi, non riparte, nonostante la robusta iniezione di capitali (361 miliardi di dollari a marzo, il triplo del mese precedente) per stimolare la ripresa. Hong Kong -1,1%, in calo anche l’Australia (-0,8%) e gli altri listini dell’area. Più stabili Shanghai (-0,1%) e Shenzhen (+0,2%).

Hanno chiuso in rosso i listini Usa: S&P500 -0,9% a 2063 punti (il minimo da tre settimane) Dow Jones -0,8%. Nasdaq -1,1%. Dopo la chiusura sono arrivati i risultati delle primarie in Indiana: trionfa in campo repubblicano Donald Trump. Ted Cruz, l’ultimo rivale, ha alzato bandiera bianca. In campo democratico, resiste Bernie Sander, anche se il vantaggio di Hullary Clinton è quasi incolmabile.

A Wall Street soffrono le banche, strette tra tassi bassi e redditività in calo. Citigroup lascia sul terreno il 2,4%; perdite sensibili anche per Bank of America (-2,8%), JP Morgan (-2%), MorganStanley (-1,4%) e Goldman Sachs (-1,8%). Tra le note positive il rimbalzo di Apple (+1,6%), che ha interrotto la striscia negativa. Il titolo migliore è stato Pfizer (+2,8%), in ottima forma dopo la rinuncia alla fusione per ragioni fiscali con Allergan, dopo le manovre ostruzionistiche della Casa Bianca.

LE BANCHE FRENANO L’EUROPA. MILANO E MADRID LE PEGGIORI

In netto ribasso tutte le Borse europee, sotto la pressione dei conti bancari e del taglio delle stime di crescita per l’eurozona da parte della Commissione Ue che ha rivisto in lieve ribasso anche le stime dell’Italia contenute nel Def (1,1% contro 1,2%). Ma il dato più allarmante riguarda il Regno Unito: il Pmi manifatturiero ad aprile è sceso in territorio di contrazione a 49,2 punti dai 51 di marzo, sui minimi da febbraio 2013.

Londra chiude a -0,9%, assai meglio di Milano (-2,4%) e Madrid (-2,5%), schiacciate dalle banche. Ma la crisi del credito non ha risparmiato Francoforte (-1,9%), freddata dal tonfo di Commerzbank, in ribasso del 9% dopo i conti. Da inizio anno la perdita è del 23%, inferiore solo a quella di Deutsche Bank. Pesante a Zurigo la botta per Ubs (-7%). Si salva a Parigi (-1,5%) Bnp Paribas (+0,5%), l’unica blue chip bancaria del Vecchio Continente a chiudere in terreno positivo.

Aumenta anche la pressione sui titoli del debito: il Btp decennale ha chiuso a 1,54%. Si è allargato a 134 punti (+6 pb) lo spread, causa l’impennata dei titoli dell’area “core”, in particolare del Bund sceso sotto 0,20 ai minimi da dicembre.

ENTRO L’ANNO 100 CHRYSLER TARGATE GOOGLE. FCA VOLA A WALL STREET

Nella tarda serata di ieri è arrivata la conferma ufficiale dell’accordo tra Fiat Chrysler e Google. Dopo una giornata difficile per i titoli del gruppo, in sintonia con il calo del settore, Fca (+3%) ha preso il volo a Wall Street.

Per ora l’impatto è più psicologico che nei numeri. E’ previsto che Fca fornisca entro la fine del 2016 un centinaio di prototipi sulla base del minivan Pacifica Hybrid, presentato al Salone di Detroit nel gennaio scorso. I modelli saranno costruiti “appositamente per il programma di guida autonoma di Google” si legge nella nota ufficiale, Sarà solo la prima fase di un progetto comune più ampio per la produzione di veicoli senza conducente nei prossimi anni. Lavorare con Google, ha detto Sergio Marchionne “ci darà l’opportunità di collaborare con una delle maggiori società del settore e l’esperienza sarà fondamentale per lo sviluppo di tecnologie automotive che porteranno benefici”.

Fca si occuperà del design e dell’engineering, Google dei sensori e dei computer che garantiranno la guida autonoma. Al di là dei numeri conta il prestigio: è la prima volta che un gigante di Silicon Vally si allea ufficialmente con una casa a quattro ruote. Nelle scorse settimane erano falliti i colloqui con Ford e Gm.

La notizia dovrebbe ribaltare oggi anche gli umori di Piazza Affari, dove ieri Fiat Chrysler ha perso il 3%, pur risalendo sopra i 7 euro nel finale. Negli Stati Uniti in aprile il gruppo ha venduto il 6% in più dell’anno scorso, arrivando a registrare il miglior mese di aprile da 11 anni. Ma gli analisti sono pessimisti sul prossimo futuro per i Big di Detroit.

Male anche Ferrari (-2,4%) nonostante Equita abbia premiato i risultati alzando il prezzo obiettivo a 52 euro da 50 euro e confermando la raccomandazione Buy. Di segno opposto la decisione di Exane BNP Paribas che ha confermato la raccomandazione Underperform, alzando però il target price del 13% a 36 euro.

Tonfo anche per Cnh Industrial (-6%). Tra gli altri industriali debole Finmeccanica (-0,9%): la jv Indian Rotocraft è stata ammessa dal governo indiano tra le imprese autorizzate a investire direttamente, un segno di disgelo nelle relazioni con il Paese asiatico. Pesante StM (-4,3%). 

BANCHE IN CADUTA. ANGELONI (BCE): ATLANTE NON BASTA

In una giornata nera per il credito, sia in Usa che in Europa, le banche italiane non hanno fatto eccezione. Pesa ancora il flop della mancata quotazione della Banca Popolare di Vicenza, che getta nubi sinistre sulle prossime, urgenti operazioni sul capitale nonché sull’effettivo supporto di Atlante sul fronte dei non performing loans.

La conferma è arrivata da Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di Vigilanza della Bce. Pur promuovendo lo schema di garanzia sulle cartolarizzazioni ed il recente lancio del fondo Atlante, Angeloni ha detto che “non dovremmo aspettarci, tuttavia, che queste due iniziative possano da sole condurre a una svolta”. Atlante, in particolare, “rappresenta un passo ulteriore nella giusta direzione ma con la ridotta entità attuale, il fondo Atlante sarà in grado di intervenire al massimo su un numero limitato di banche di piccole e medie dimensioni”.

Nessuna illusione per i problemi di Monte Paschi (-7,57%): il mercato, una volta preso atto che il fondo Atlante non ha certo a disposizione un bazooka (semmai un arco con poche frecce) capace di contrastare le sofferenze, torna a colpire la Banca toscana.

Il titolo peggiore, fuori dal paniere Ftse Mib, è Carige (-8,07%). Ancora giù il Banco Popolare (-7,17%), in attesa dell’avvio dell’aumento da 1 miliardo: venerdì terminerà la due diligence per la fusione con Bpm (-3,54%).

Sotto tiro Ubi (-5,1% a 3,34 euro). Un’ispezione di Bankitalia ha riscontrato irregolarità in merito alla trasparenza ed alla correttezza delle relazioni con i clienti per cui sarebbe stata avviata una procedura sanzionatoria. 

Giù Unicredit (-4,68%), uno dei titoli più bersagliati vuoi per l’imprudente offerta d’aiuto a Vicenza (poi ritirata grazie ad Atlante), vuoi per le partite a rischio in Italia e fuori. Paga un alto prezzo anche Intesa (-2,36%), che dovrà supportare l’operazione sul capitale di Veneto Banca, marcata stretta dalla Bce in materia di governance.

TELECOM ITALIA FRENA SU INWIT. FINMECCANICA FA L’INDIANA

Tanti dossier sulla scrivania di Flavio Cattaneo, fresco ceo di Telecom Italia (-1,1%). Prosegue a strappi la trattativa con Cdp per lo scambio tra Metroweb, controllata indirettamente dalla controllata del Tesoro, ed una quota di Sparkle, redditizia e strategica partecipazione dell’ex incumbent: le valutazioni delle parti, a detta delle indiscrezioni, sono assai distanti. Intanto pare che Cattaneo intenda mantenere il controllo di Inwit (-0,43%), già messa in vendita dall’ex ad Marco Patuano. Quanto al Cda di Tim Participaçoes, nominerà i nuovi vertici il prossimo 11 maggio: il nuovo ad sarà Stefano De Angelis. 

ROTOLA TENARIS, ANCORA PESANTE SAIPEM

Giornata turbolenta sotto la pressione delle quotazioni del greggio. Fra i titoli legati al petrolio, il peggiore è Tenaris (-5,3%), che ha subito il downgrade di Kepler Cheuvreux a Reduce da Hold. Il target scende a 9 euro da 9,80 euro. La società ha fornito indicazioni prudenti per i prossimi trimestri: l’ebitda margin del 2016 scenderà al di sotto del 15%, dal 16% indicato in precedenza, anche per effetto del prevedibile aumento del costo delle materie prime nella seconda parte dell’anno.

Pesante anche Eni -3%. Saipem -3,2% malgrado l’annuncio di un nuovo contratto da 1,5 miliardi di dollari, di cui circa 1,3 miliardi di pertinenza di Saipem. Insieme ai partner Bos Shelf e Star Gulf, Saipem realizzerà la fase 2 del progetto di sviluppo di Shah Deniz da BP, per conto della partnership Shah Deniz, un grandissimo giacimento a gas nel Mar Caspio. Il contratto ha una durata di cinque anni con un’opzione di estensione per ulteriori cinque anni. 

TECHNOGYM, DEBUTTO SPRINT: IN BORSA FLAVIA PENNETTA E CANNAVARO

Technogym non ha scelto una bella giornata per il debutto a Piazza Affari, ma il risultato è brillante: la società dei prodotti per palestre guadagna l’11% a 3,62 euro, dopo un collocamento a 3,25 euro. Il titolo ha avuto una partenza sprint, non riuscendo a fare prezzo in apertura per eccesso di rialzo. Il collocamento si era chiuso con una domanda quattro volte superiore all’offerta.

Il debutto è stato festeggiato con un evento a Palazzo Mezzanotte in cui i presenti, seduti sulle wellness ball dell’azienda romagnola, sono stati coinvolti in una lezione collettiva di fitness. Erano presenti tutti i testimonial sportivi dell’azienda, da Fabio Cannavaro a Clemente Russo e Flavia Pennetta.

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