Il vaccino Novavax è finalmente disponibile anche in Italia. Dopo oltre un anno dall’arrivo dei primi vaccini anti-Covid, molti hanno ceduto vincendo paure e resistenze ma l’effetto Novavax è stato al di sotto delle attese. Anche se con numeri non da boom, il vaccino “Nuvaxovid“, sviluppato dalla società di biotecnologie americana Novavax, è stato somministrato a macchia di leopardo sul territorio nazionale. A fare da apripista la Lombardia, seguita da Sicilia, Piemonte, Emilia Romagna, e poi da Calabria, Lazio, Liguria, Valle D’Aosta, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana e Campania.
Mentre la curva dei nuovi contagi da Covid in Italia conferma il trend di calo, sbarca nel nostro Paese il quinto vaccino ma il primo a usare una tecnologia a base di proteine, senza l’Rna messaggero alla base dei vaccini Pfizer e Moderna. Sebbene i primi segnali incoraggianti, con un incremento delle prenotazioni dopo settimane di calo, sono ancora troppo pochi coloro che decidono di vaccinarsi rispetto alla fornitura già recapitata alle Regioni e al bacino di non vaccinati. Ma per gli esperti bisognerà attendere i prossimi giorni per capire l’effetto Novavax su questa platea soprattutto per gli oltre 1,2 milioni di over 50 che hanno l’obbligo vaccinale.
Intanto, nella prima giornata di somministrazione del nuovo farmaco – lunedì 28 febbraio – le dosi inoculate in tutto il territorio lombardo fino al tardo pomeriggio sono state 276, di cui 189 a over 50.
Cos’è Novavax? E cosa lo differenzia dai vaccini a mRna?
Il Nuvaxovid è a base proteica, ovvero contiene un frammento della proteina Spike del Covid-19. Questo significa che per provocare una risposta immunitaria, fornisce alle cellule proteine e coadiuvanti, invece che un frammento di codice genetico come Pfizer e Moderna.
Questo preparato sfrutta dunque la tecnica delle proteine ricombinanti, già conosciuta e ampiamente utilizzata da molti anni per produrre diversi vaccini come quelli contro epatite B, meningite, pertosse, Hpv e altre infezioni virali. Per questo motivo si pensa che possa convincere anche i più “ostinati”.
Il nuovo strumento di contrasto alla diffusione del Covid-19 potrà essere usato su tutti i soggetti, a partire dai 18 anni di età, purché ancora non vaccinati. Difatti, tale siero non può essere utilizzato per completare un ciclo iniziato con vaccino mRna, né come booster. Per il momento, il vaccino prevede la somministrazione di due dosi da inoculare a distanza di 21 giorni l’una dall’altra.
Novavax efficacia vaccino oltre 82,5% a 6 mesi
Secondo uno studio di fase 3 condotto nel Regno Unito, il vaccino anti-Covid di Novavax, ha mantenuto “un alto livello di efficacia per un periodo di sorveglianza di 6 mesi”. Lo comunica l’azienda americana, sottolineando in particolare che dall’analisi è emersa “un’efficacia del vaccino dell’82,5% nella protezione contro tutte le infezioni Covid-19, sia sintomatiche che asintomatiche”. Il profilo di sicurezza si è confermato “rassicurante”.
Tuttavia, non è stato ancora sperimentato né contro la variante Delta né Omicron.
L’effetto Novavax per Ricciardi: “non convincerà gli irriducibili”
“Credo che gli irriducibili” no vax “non si vaccineranno comunque”, nemmeno ora che è disponibile in Italia il vaccino anti-Covid di Novavax, basato su una tecnologia più tradizionale. E non si vaccineranno “perché Omicron è così contagiosa e prima o poi li colpirà. Dobbiamo sperare che ciò non si traduca in una pressione troppo forte sui servizi sanitari”. Così Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza.