Novartis, multinazionale svizzera del settore farmaceutico scommette sull’Italia. L’azienda prevede di effettuare investimenti da 350 milioni di euro entro il 2025, con l’obiettivo di potenziare le linee produttive e sviluppare farmaci innovativi.
Cinque le aree terapeutiche in cui concentrerà maggiormente gli sforzi: cardiovascolare, immunologia, neuroscienze, tumori solidi ed ematologia.
Il riposizionamento di Novartis in Italia, con investimenti significativi e focalizzazione su diverse aree terapeutiche, è una decisione conseguente allo scorporo di Sandoz, specializzata nei farmaci generici, e di quotarla alla borsa di Zurigo e negli Stati Uniti
Investimenti nei poli in Piemonte e Campania
L’investimento di 350 milioni di euro è finalizzato a potenziare la capacità di innovazione scientifica in Italia, aumentando la capacità produttiva degli stabilimenti, in particolare i poli di Torre Annunziata (Campania) e Ivrea/Colleretto Giacosa (Piemonte).
Il laboratorio campano è responsabile della produzione di uno dei farmaci più innovativi di Novartis per lo scompenso cardiaco, esportato principalmente negli Stati Uniti, Corea, Cina ed Europa. La capacità produttiva annua dello stabilimento è di 140 milioni di confezioni, comprendenti 15 diverse tipologie di farmaci, destinati a 118 Paesi.
I due stabilimenti, insieme ai laboratori di ricerca e sviluppo, riceveranno almeno 60 milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni.
“È un investimento sulle competenze italiane in grado di trovare soluzioni rapide a questioni complesse garantendo un’elevata qualità del prodotto e la continuità produttiva. Doti che si riscontrano anche nei centri di ricerca e nelle università e che hanno fatto dell’Italia il primo esportatore di prodotti farmaceutici” ha spiegato Valentino Confalone, Country President Novartis Italia.
Previste anche 100 assunzioni
Novartis prevede anche l’assunzione di 100 nuovi dipendenti, molti dei quali già in formazione per gestire le future linee produttive.
A Colleretto Giacosa, in Piemonte, sono previsti investimenti di 84 milioni di euro in tre anni per potenziare la ricerca e la produzione di terapie oncologiche innovative a base di radiofarmaci.
La strategia aziendale mira a potenziare in modo significativo il polo piemontese che gestisce la produzione non solo per il mercato italiano, ma anche per l’Europa, gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, la Cina, la Corea del Sud, Singapore e Taiwan, con prospettive di espansione anche nei paesi sudamericani.
Attualmente, tre quarti della produzione sono già destinati all’export e il nuovo investimento prevede un aumento della produzione di oltre il 20%, portando la quota di fatturato generato dall’export dal 60% al 90%.
I radioligandi: nuova frontiera della medicina nucleare
Il polo di Colleretto Giacosa/Ivrea, già ampliato a ottobre, rappresenta l’ultima frontiera della medicina nucleare di precisione in oncologia. Qui è stato sviluppato il primo farmaco a base di radioligandi, radiofarmaci in grado di identificare selettivamente le cellule tumorali e di eliminarle mediante l’uso di particelle radioattive, senza danneggiare le cellule sane.
“I radioligandi – ha spiegato Confalone – rappresentano una terapia innovativa che sta trovando applicazione nell’ambito dei tumori solidi. Lo stabilimento di Ivrea è stato il primo a creare radiofarmaci in grado di riconoscere selettivamente le cellule tumorali ed eliminarle attraverso l’uso di particelle radioattive, senza danneggiare le cellule sane. Questa terapia è frutto della ricerca Made in Italy svolta proprio in questa sede ed è stata distribuita in tutto il mondo. Oggi lo stabilimento è talmente importante che continuiamo a investire oltre 100 milioni nei prossimi tre anni”.
“Investire sul futuro della salute e dunque sul futuro dell’Italia è un dovere per un’azienda come Novartis, fortemente radicata nel Paese e naturalmente proiettata al domani. Contribuiamo allo sviluppo del paese ed al futuro della salute attraverso investimenti mirati sull’innovazione, rafforzamento dei siti produttivi in Italia e partnership strategiche” ha concluso Confalone.