Il pollice verso del fondo sovrano più ricco al mondo potrebbe cambiare proprietario. Fino ad oggi, infatti, era il ministero delle Finanze di Oslo a decidere se il grande bacino da 800 miliardi di dollari in asset dovesse disinvestire da una azienda. Ora la palla potrebbe passare alla Banca centrale. Una decisione che preoccupa – o entusiasma – anche oltre il mare del Nord. Perché il fondo, che ha già fatto bocciature eccellenti per questioni etiche, non solo è il più grande, ma è anche il più seguito dagli investitori istituzionali.
La Banca centrale della Norvegia dovrebbe avere il potere di escludere aziende dal fondo sovrano. Lo ha detto il Consiglio strategico norvegese, l’organismo che dà suggerimenti in materia di investimenti al governo, proprietario del fondo sovrano più grande al mondo. La mossa potrebbe cambiare il delicato equilibrio tra l’esecutivo e la banca su come il fondo debba essere gestito.
Se il suggerimento verrà seguito, la Banca centrale di Norvegia, che già gestisce il fondo, aumenterà la sua influenza, fino a diventare il vero padrone: quello che può decidere chi è nel portafoglio e chi no. Attualmente, è il ministro delle Finanze a decidere se bisogna uscire dall’azionariato di una azienda per comportamenti scorretti, sulla base delle raccomandazioni del Consiglio per l’Etica, un comitato di 5 membri attivo dal 2004.
La procedura è piuttosto lenta, almeno per i ritmi scandinavi, e può durare alcuni mesi. Se a decidere tutto sarà la Banca centrale, invece, l’esclusione potrebbe essere più accelerata. Il problema, secondo le organizzazioni non governative, è semmai tutta una questione di indipendenza delle decisioni di investimento, garantita finora dal Consiglio per l’Etica.
“Il Consiglio per l’Etica, di per sé, era una splendida istituzione, quando è stata istituita, ma ora possiamo fare di più. Ne abbiamo fatta di strada”, ha dichiarato Elroy Dimson, numero uno del fondo sovrano.
Dimson parla anche di una crescente sovrapposizione di poteri tra istituto centrale, Consiglio per l’Etica e ministero delle Finanze nel giudicare le violazioni delle linee guida. Una sovrapposizione che potrebbe essere evitata assegnando ogni decisione alla Norges Bank.
La decisione potrebbe avere degli impatti a livello globale. Il fondo controlla circa l’1,2% di tutte le azioni del pianeta ed è stato il capofila nella risoluzione di controversie etiche. Diverse aziende sono già state escluse per comportamenti scorretti e danni ambientali.
Oslo è uscita da capitale di Wal-Mart nel 2006, dopo le denunce di infrazioni dei diritti umani e del lavoro. Nel 2007 e nel 2008 è toccato a compagnie minerarie come Vedanta Resources e Rio Tinto, perché con la loro attività minacciavano l’ambiente.
Il fondo sovrano, inoltre, esclude a priori interi settori, come i produttori di tabacco, di mine antiuomo e armi nucleari.
La ministra delle Finanze Svi Jensen ha fatto sapere di aver preso nota del suggerimento del Consiglio strategico e ha dichiarato che il governo prenderà una decisione, proponendo alcuni cambiamenti alle strategie di investimenti, nella primavera 2014.