Mentre si scopre una quarta falla al gasdotto Nord Stream, gli occhi di tutti sono puntati sul Consiglio straordinario Energia in programma per venerdì- Un tetto al prezzo del petrolio e del gas provenienti dalla Russi saranno i due temi al centro della riunione nel corso del quale i ministri europei del settore si riuniranno per discutere su come contenere l’aumento dei prezzi, ma anche sulle nuove sanzioni da imporre alla Russia dopo i referendum fasulli in seguito ai quali Mosca annetterà alcuni territori dell’Ucraina.
Quarta falla nei gasdotti Nord Stream: quattro perdite di gas
È arrivato un aggiornamento sui danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2. Secondo la Guardia Costiera svedese sarebbero quattro e non tre le perdite di gas causate dalle esplosioni delle linee. La guardia costiera svedese non è stata in grado di spiegare perché la segnalazione di questa nuova perdita sia avvenuta in ritardo. Ma le due perdite sul lato svedese sono nella stessa zona, è stato spiegato. Finora la Svezia aveva segnalato una perdita sul Nord Stream 1 a nord-est dell’isola di Bornholm. La Danimarca ha confermato la presenza di una perdita sul Nord Stream 2 a sud-est dell’isola e di un’altra a nord-est sul Nord Stream 1. Le grandi perdite stanno causando notevoli bolle marine di centinaia di metri in superficie, rendendo per il momento impossibile l’ispezione delle strutture.
Tetto al prezzo del petrolio russo: la proposta di von der Leyen
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha presentato mercoledì insieme all’Alto rappresentante Ue Josep Borrell un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Al suo interno, oltre all’inserimento di nuovi nomi nella black list, a nuovi divieti all’import di prodotti russi per 7 miliardi e al divieto per cittadini dell’Ue di sedere negli organi direttivi delle imprese statali russe, figura l’ormai noto tetto al prezzo del petrolio, già concordato dal G7 e fortemente sponsorizzato dagli Stati Uniti.
“Come sapete, la Russia sta usando i profitti della vendita di combustibili fossili per finanziare la sua guerra. Per quanto riguarda il petrolio russo, abbiamo già deciso di vietare il greggio russo marittimo nell’Unione europea a partire dal 5 dicembre”, ha detto la presidente. L’accordo stipulato a giugno prevede di tagliare entro la fine dell’anno il 90% delle importazioni russe di petrolio in arrivo nella Ue, attraverso un embargo sul petrolio in arrivo via mare e un impegno di Germania e Polonia a tagliare le importazioni attraverso l’oleodotto Druzhba, che è stato per ora esentato dall’embargo per andare incontro alle richieste di Viktor Orbán.
“Alcuni Paesi in via di sviluppo — ha spiegato von der Leyen — hanno ancora bisogno di forniture petrolifere russe, ma a prezzi bassi”. Per questo motivo, all’interno del pacchetto di sanzioni proposto dalla presidente von Der Leyen vengono “gettate le basi legali” per il tetto al prezzo del petrolio. Perché la proposta venga approvata ci sarà bisogno del sì unanime dei 27 Stati membri, un traguardo difficile da raggiungere a causa della probabile opposizione dell’Ungheria di Viktor Orban, ma anche dello scetticismo di Grecia, Cipro e Malta.
Tetto al prezzo del gas, Ue: “Negoziare accordi fornitore per fornitore”
Un altro tema al centro della riunione dei ministri dell’Energia sarà l’imposizione di un price cap al gas, ma solo a quello proveniente dalla Russia e non alle importazioni generali.
“La Ue dovrebbe impegnarsi con i fornitori di gas credibili per raggiungere, nel quadro di uno schema ragionevole, dei punti di riferimento comuni per ridurre i prezzi salvaguardando la sicurezza delle forniture e sviluppando una partnership stabile di lungo termine durante la transizione energetica”, questo quanto si legge nel non paper presentato dalla Commissione Europea. Bruxelles conferma dunque il suo No alla fissazione di un tetto al prezzo all’ingrosso del gas generalizzato (non solo del gas russo, dunque). Secondo la Ue, la strada maestra è quella di negoziare accordi fornitore per fornitore, come quello di fatto già avviato con la Norvegia. Si tratta, viene specificato, “dell’opzione preferita, l’obiettivo chiave per assicurare prezzi bassi per i consumatori già quest’inverno”.
Sembra dunque destinata a cadere nel vuoto la richiesta presentata da 15 governi, compreso quello italiano, di introdurre un price cap generalizzato. In ogni caso, la Commissione aggiunge ai suoi ragionamenti una scappatoia: “La Ue in ogni caso dovrebbe essere pronta a introdurre misure per limita re i prezzi’, senza specificare però quali.
Un price cap al prezzo del gas sarebbe inoltre avversato dalla solita Ungheria, che vorrebbe addirittura cancellare le sanzioni alla Russia.
Il prezzo del gas torna sotto i 200 euro.
In questo contesto, sulla Borsa di Amsterdam il prezzo del gas viaggia in ribasso di oltre il 5% rispetto alla chiusura di ieri a 196.49 euro al megawattora.