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Non solo ChemChina: i grandi investimenti cinesi in Italia

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Non solo ChemChina. L’accordo raggiunto da Pirelli con il colosso statale cinese della chimica guidato da Ren Jiaxlin non è, infatti, un caso isolato, ma si colloca all’interno di un quadro generale in cui gli investimenti del Dragone in Italia diventano sempre più diffusi e importanti. Un quadro su cui si stagliano sei figure chiave.

La prima di queste figure è proprio l’ultima in ordine di tempo ad entrare sulla scena del nostro Paese. Si tratta proprio di Ren, che negli ultimi giorni ha allungato le proprie mani su Pirelli con un’offerta da 7,4 miliardi di euro. Un acquisto che, come i molti altri operati da ChemChina, si colloca nel progetto di una campagna di espansione che frutti, oltre che aziende, anche tecnolgia, capacità manageriali e nuovo accesso ai mercati.

Proseguiamo con Zhou Xiaochuan, governatore della People’s Bank of China (in altre parole, la banca centrale del gigante asiatico), che ha dato vita a una massiccia campagna di investimenti nel Belpaese, portando le partecipazioni di Pechino in alcune delle più grandi imprese italiane (Eni, Enel, Generali, Fca, Saipem, Telecom, Mediobanca) oltre la fatidica soglia del 2%, che rende obbligatoria la comunicazione alla Consob.

Un’altra figura chiave è quella di Liu Zhenya, anche lui ai vertici di uno dei colossi statali cinesi: Grid of China, l’azienda che distribuisce l’energia elettrica nel Paese. Liu, fortemente contrario alle privatizzazioni, non poteva che investie pesantemente nel settore energetico. Per questo Grid of China detiene oggi il 35% di Cdp Reti, la scatola in cui sono detenute le quote di controllo di Terna e Snam.

Dall’energia passiamo alla moda, dove il nome forte, se parliamo di investimenti cinesi in Italia, non può che essere quello di Zhu ChongYun, la fondatrice di Marisfrolg, marchio che può contare su oltre 400 boutiques tra Cina, Singapore, Macao e Corea del Sud. Zhu, il cui patrimonio è stimato in oltre 500 milioni di dollari, ha acquistato Krizia nel febbraio del 2014, rassicurando, però, che la casa di moda fondata da Mariuccia Mandelli rimarrà sostanzialmente italiana.

E proprio questo rispetto delle tradizioni e delle strutture societarie delle imprese italiane sembra caratterizzare tutta la storia degli ultimi investimenti cinesi nel nostro Paese, con i colossi orientali che garantiscono i capitali, ma lasciano immutata la governance, come successo anche nel caso di Pirelli.

Una parziale eccezione è rappresentata dall’acquisto condotto dalla Wei Chai, società statale guidata da Tan Xuguang, che ha acquistato il 75% del Gruppo Ferretti, attivo nella produzione di yacht di lusso. In questo caso Tan ha assunto la presidenza dell’azienda italiana, lasciando all’italiano Alberto Galassi il ruolo di amministratore delegato.

L’ultimo nome di questo viaggio è quello di Wang Jianlin, presidente di Dalian Wanda Group, il cui patrimonio personale è stimato in 28 miliardi di dollari. Il suo nome è stato accostato soprattutto al mondo del calcio, italiano e, più in generale, europeo. Wang, infatti, ha acquistato il 20% dell’Atletico Madrid, oltre a Infront, la società che gestisce i diritti tv del campionato italiano di calcio. Wang, dopo aver rilevato la quota nei Colchoneros, ha dichiarato di volere un club tutto suo e quasi tutte le strade sembrano portare al Milan. 

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