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Non fungible token: eToro li mette in mostra a Miami come l’ultima frontiera dell’arte (e della speculazione)

Un fondo da 20 milioni per finanziare le nuove opere – Dai Vip anche un milione di dollari per il non fungible token che ti fa scrivere parolacce sul muro (virtuale) della toilette

Non fungible token: eToro li mette in mostra a Miami come l’ultima frontiera dell’arte (e della speculazione)

Corrono tempi bui, tra guerra ed inflazione, ma è in momenti come questi che vale pena di tentare strade nuove, come quella dei non fungible token (Nft). Si tratta di strumenti pensati per certificare la rarità di un bene digitale, che sia un’opera d’arte, un video o perfino un tweet. Tutto purché sia basato sulle blockchain, equivalente digitale di un registro delle transazioni, utilizzato per la generazione di criptovalute come i Bitcoin. Un mercato difficile, in cui il comune investitore, al di là delle cifre in ballo, non ha in mano gli elementi per competere.

eToro e i non fungible token

Ma qui entra in gioco eToro, un network internazionale di investitori con 27 milioni di iscritti, che punta a diffondere e a condividere le strategie d’investimento che si sono rivelate di successo. L’idea, in questo caso, è quella di investire una discreta somma, cioè 20 milioni di dollari, per entrare sul mercato acquistando NFT di qualità e finanziando i creativi più promettenti. Insomma, quel che al loro tempo fecero i banchieri del Rinascimento o i galleristi della Belle Epoque finanziando i nuovi artisti. Dice il ceo Yoni Assia: “Vediamo un enorme potenziale nel metaverso e in una gamma di nuovi asset digitali. Il nostro programma eToro.art vuole riunire creatori e investitori attraverso la tecnologia, unendo le comunità intorno all’arte”.

La “Scimmia Annoiata” e non solo

Per l’esordio e Toro ha fatto le cose in grande. Oggi prende il via al Bass Museum di Miami la presentazione della collezione che include progetti già leggendari come Bored Ape Yacht Club, CryptoPunks, World of Women, e progetti di artisti emergenti. Non è una data qualsiasi. Giusto un anno fa apriva i battenti il circolo della “Scimmia Annoiata”, una tappa fondamentale nella breve storia dell’arte virtuale. Un pool di creativi, sotto l’etichetta di Yoga Club, ha creato una collezione di scimmie dei cartoni animati generate da un algoritmo che, sulla base di 170 caratteristiche combinate in maniera casuale, ha dato vita a 10 mila pezzi originali, detti “token”, uno diverso dall’altro, raccolti dentro una blockchain su Ethereum. Un progetto artistico sviluppato da vari artisti freelance che hanno lavorato sul personaggio base, uno scimpanzé dall’aria annoiata e trasandata, un po’ come la sede del club dove si riunisce la compagnia.

Quotazioni da primato

Un anno dopo, quest’iniziativa di “quattro amici al bar” si è tradotta in uno strepitoso successo commerciale. I 10 mila pezzi unici sono contesi dalle star di Hollywood come Gwyneth Paltrow e divi del rap, come Eminem, e hanno raggiunto quotazioni da primato. Basti dire che Neymar, l’asso brasiliano dl Psg, ha pagato un milione di dollari per due il possesso di due token. E in una memorabile asta di Sotheby’s, a settembre, un lotto di 101 scimmie è stato aggiudicato per 25 milioni di dollari.

I bagni del Bored Ape Yacht Club

Tutti i token garantiscono un privilegio: l’avatar ha libero accesso ai bagni del Bored Ape Yacht Club, dove il socio può sfogarsi a scrivere contumelie trash sul muro del water come in ogni latrina di stazione che si rispetti. Per 15 minuti soltanto, però. Insomma, nel giro di un anno le Bored Ape sono diventate un simbolo culturale nello spazio del Metaverso, con un ragguardevole giro d’affari e una forte presenza politica, come dimostra l’assegno da un milione di dollari versato il 9 marzo scorso dal club a favore dell’Ucraina.

I non fungible token e la speculazione

Ma in realtà, nonostante il successo finanziario dell’operazione (ma non sono mancati i flop) l’irruzione degli Nft sul mercato dell’arte contemporanea ha avuto sostanzialmente l’effetto di un vero e proprio tornado speculativo. L’11 marzo del 2021 Mike Winklemann, nome d’arte Beeple, ha sconvolto le classifiche vendendo per 69 milioni di dollari un “collage digitale”, fatto di disegni e animazioni realizzati quotidianamente per 5mila giorni di fila, il tutto collegato ad una blockchain. Una follia? Forse, ma anche un modo nuovo di investire che ha attratto star dello spettacolo e dello sport oltre ai grandi di Wall Street. Tutti a caccia di token il cui valore è legato a un certificato di proprietà.

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