Le idee esposte da Fabrizio Saccomanni nel suo nuovo libro “Crepe nel sistema – La frantumazione dell’economia globale”, edito da Il Mulino, che da un lato fotografa il malessere diffuso nel sistema finanziario internazionale scoppiato in tutta la sua virulenza con la crisi sistemica decennale di questo scorcio di secolo e dall’altro propone un’interessante ricetta di rimedio, sono il frutto delle esperienze maturate dall’autore sul campo di un’attività professionale, spesa in Banca d’Italia, nelle Istituzioni internazionali e nel Governo della Repubblica Italiana.
La prima parte del volume analizza le strategie di gestione delle conseguenze della crisi dal lato delle Istituzioni della Cooperazione Internazionale e dei principali attori della scena mondiale. Un’occasione ghiotta per individuare anche le criticità che si sono manifestate in questi ultimi anni nelle tre aree geografiche economicamente e politicamente più significative: Usa, Cina e Europa.
La seconda è occupata dall’approfondimento di alcuni aspetti specifici, già affrontati da Saccomanni in altri contesti e opportunamente riadattati e aggiornati nel percorso intellettuale tracciato da questo libro. Si offrono, così, al lettore stimolanti pagine dedicate alla rivoluzione tecnologica di ultima generazione in campo finanziario (fintech), alla necessità di una realizzazione effettiva dell’unione economica e monetaria europea e all’urgenza di una regolamentazione finanziaria finalmente completa in tutti i suoi aspetti. Né manca, infine, un’opportuna riconsiderazione della proposta italiana avanzata dal MEF in tema di riforma della governance economica europea.
Il filo conduttore nella trattazione di questi argomenti è rappresentato da tre temi di fondo: il sistema monetario internazionale, la governance economica europea e le sfide prossime venture per i sistemi bancari. Accanto ad essi emergono i due rischi più rilevanti, identificabili nello scenario futuro: il rischio di inversione del ciclo economico e la vulnerabilità dei sistemi finanziari. Ad essi la risposta fornita può essere duplice a seconda della linea di pensiero che privilegia la convinzione che il sistema delle istituzioni internazionali ha instaurato un regime in grado di resistere alle pressioni nazionalistiche e protezionistiche; o l’altra secondo cui la crisi globale ha provocato sconvolgimenti che non possono essere gestiti con gli strumenti tradizionali della politica economica e della diplomazia.
Fabrizio Saccomanni, favorevole alla prima delle due linee di pensiero, per fronteggiare i rischi prima ricordati, propone una ricetta basata sia sul coordinamento delle politiche macroeconomiche da utilizzare in funzione anticiclica, affiancato da un ampio programma di investimenti in tecnologie innovative e in infrastrutture da realizzate con il supporto di un efficace partenariato pubblico privato; sia sul duplice cruciale rafforzamento del sistema multilaterale del commercio e delle rete di sicurezza finanziaria.
Una ricetta che potrà apparire al lettore, forse, una sorta di speranza fideistica alla luce dei molti segnali provenienti dalle realtà politiche attuali e che delineano, purtroppo, ancora un ampio distacco con il sentiero virtuoso idealmente tracciato dall’autore. In ogni caso, una sfida da raccogliere e possibilmente vincere nell’interesse del progresso socioeconomico globale.