La fumata bianca alla presidenza di Telecom Italia (oggi Tim) è arrivata dal Comitato nomine e ha portato alla designazione di Salvatore Rossi, fino alla scorsa primavera Direttore generale della Banca d’Italia, su cui convergono i consensi di azionisti di peso come il fondo americano Elliott e la francese Vivendi, oltre al gradimento dell’ad Luigi Gubitosi.
Dopo il via libera del Comitato nomine, Rossi sarà cooptato lunedì nel cda di Tim per diventarne il presidente e l‘assemblea della compagnia formalizzerà la nomina alla prima occasione utile.
Salvatore Rossi non è solo un economista autorevolissimo ma è un uomo di grande equilibrio che può portare a Tim un contributo di saggezza ed esercitare di fatto il ruolo di presidenza di garanzia tra gli azionisti.
Più aperta sembra invece la partita per la presidenza della Cdp (la Cassa depositi e prestiti) dalla quale il 24 ottobre si dimetterà Massimo Tononi per dissensi, mai ricomposti, con l’ad Fabrizio Palermo. Per la sua successione sono in corsa due candidati: Giovanni Gorno Tempini, già ad della Cassa sotto la presidenza Bassanini e attualmente consigliere di Intesa Sanpaolo, e Andrea Beltratti, docente di Economia politica alla Bocconi e già presidente del Consiglio di gestione di Banca Intesa Sanpaolo.
Le fondazioni bancarie, a cui per statuto spetta la designazione del presidente di Cdp e che si pronunceranno il 22 ottobre, sembrano propendere per Gorno Tempini ma le fondazioni sono meno compatte dei tempi in cui imperava Giuseppe Guzzetti e perciò i giochi restano aperti. E i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo.