L’incertezza della situazione politica fa slittare alla seconda metà di giugno le nomine al vertice della Cassa depositi e prestiti (Cdp), la cui assemblea si sarebbe dovuta tenere a metà maggio, un periodo nel quale non è detto che ci sia già un nuovo governo nella pienezza dei poteri.
Secondo le indiscrezioni, l’ad di Cdp, Fabio Gallia, è considerato in uscita mentre più incerta è la posizione del presidente Claudio Costamagna, banchiere di fama internazionale, la cui designazione spetta in prima battuta alle Fondazioni bancarie che detengono il 16% del capitale della Cassa e che hanno sempre manifestato apprezzamento per l’ex manager della Goldman Sachs.
Segnata invece sembra la sorte del vertice della Saipem, società di impiantistica petrolifera controllata da Cdp ed Eni, che terrà la sua assemblea il 3 maggio ma per il cui board le liste devono essere presentate fra pochi giorni e precisamente entro il 9 aprile, quando sarà ancora in carica per l’ordinaria amministrazione il governo Gentiloni che procederà perciò alle designazioni dopo aver sentito i gruppi politici usciti vincenti dalle elezioni del 4 marzo, M5S e Lega, che sembrano orientati a dar vita al nuovo governo.
La gestione dell’ad Cao è contestata soprattutto alla luce dei rilievi sul bilancio 2016 avanzati dalla Consob e la sua riconferma appare improbabile. Insieme a Cao dovrebbe uscire di scena il presidente Paolo Andrea Colombo che il governo Gentiloni vorrebbe sostituire con l’ex ad di Poste Italiane, Francesco Caio, attuale consulente del ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda.