Il metodo Draghi ha colpito ancora una volta ribaltando i vertici della Cassa depositi e prestiti (Cdp), che oggi tiene la sua assemblea, e quelli delle Ferrovie dello Stato, ratificati dall’assemblea di ieri.
Alla guida della Cdp, che gestisce il risparmio postale degli italiani e che ha partecipazioni strategiche nei principali gruppi pubblici, il premier Mario Draghi ha chiamato una sua vecchia conoscenza come il vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco, che al fotofinish ha bruciato Fabrizio Palermo, l’Ad voluto a suo tempo dai Cinque Stelle e che aveva condotto operazioni rilevanti come quelle relative alla Borsa Italiana, a Nexi, alle Autostrade e a Open Fiber. Oltre a indicare in Scannapieco il nuovo Ad, nell’assemblea di oggi della Cassa il Tesoro – che è l’azionista di controllo – ha indicato cinque donne per il nuovo cda (composto da 9 elementi) e ha appoggiato, d’intesa con le Fondazioni bancarie – che sono l’azionista di minoranza – la conferma di Giovanni Gorno Tempini alla presidenza. Su proposta del Tesoro, l’assemblea ha anche approvato il pagamento di una cedola di 6,57 euro per azione sull’utile del 2020 per un corrispettivo totale di circa 2,2 miliardi, in aumento dai 2,15 miliardi dello scorso anno. Alle Fondazioni di minoranza andranno oltre 358 milioni, mentre il Mef incasserà 1,86 miliardi.
Ribaltone anche alle Ferrovie dello Stato dove il Governo ha chiamato alla guida un manager di lungo corso come l’ex Ad di Terna, Luigi Ferraris, che prenderà il posto di Gianfranco Battisti mentre la presidenza sarà rinnovata al femminile con la nomina di Nicoletta Giadrossi.
Com’era già successo per la nomine del nuovo commissario al piano di vaccinazioni (con l’arrivo del generale Figliuolo al posto di Arcuri), dei nuovi vertici della Protezione civile (con il ritorno di Curcio) e di quelli dei servizi segreti (dove per la prima volta la guida è passata a una donna come l’ex Segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni), il premier Draghi ha agito silenziosamente ma operosamente andando a scegliere, uno per uno, le persone ritenute professionalmente più adatte per gli incarichi pubblici da rinnovare senza guardare in faccia alle etichette politiche. Nel caso delle ultimissime nomine Draghi ha individuato due manager di provata esperienza senza preoccuparsi del fatto che i loro predecessori alla Cdp e alle Fs fossero a suo tempo stati indicati dai Cinque Stelle e godessero del pieno appoggio di quel Movimento, che ovviamente non ha gradito.
Del resto Cassa depositi e prestiti e Ferrovie dello Stato avranno un ruolo centrale nel piano di investimenti previsto dal PNRR per l’attuazione del Recovery Plan e Draghi ha voluto assicurarsi due manager di grande esperienza e di assoluta neutralità politica. Ma siamo solo al primo round perchè a metà giugno arriveranno le nomine per il cambio al vertice della Rai e poi dovranno essere rinnovati oltre 200 incarichi pubblici. C’è però una grande novità rispetto al passato: Draghi ha fatto capire con i fatti che la lottizzazione è finita e che per le nomine contano solo la professionalità e l’assoluta correttezza professionale.
(Ultimo aggiornamento: ore 16.57 del 27 maggio).