Con il definitivo via libera della Commissione parlamentare di vigilanza, Monica Maggioni, direttrice di Rai News e inviata internazionale di lungo corso, è la nuova presidente della Rai. L’ha indicata il governo Renzi attraverso l’azionista Tesoro che ha anche designato Marco Fortis come nuovo consigliere d’amministrazione.
L’assemblea degli azionisti Rai ha ratificato nel pomeriggio di ieri le nomine e in serata la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai con 29 voti favorevoli (il quorum di 2/3 era di 27) e cinque schede bianche ha definitivamente dato il suo via libera ai nuovi vertice della tv pubblica.
Il manager televisivo Antonio Campo Dall’Orto, già direttore di Mtv, è invece il probabile nuovo direttore generale, destinato dopo la riforma a diventare ad dell’azienda con pieni poteri, salvo colpi di scena finali.
Il premier Matteo Renzi ha espresso soddisfazione e ha definito “un bel cda” quello che è stato nominato per guidare la Rai.
Balza tuttavia all’occhio come rispetto alla rarità dei manager (solo Carlo Freccero e forse Campo Dall’Orto) ci sia una pletora di giornalisti. Una delle critiche che ricorrono sulle nuove nomine è ancora una volta quella di lottizzazione partitica: critica giusta ma banale, visto che erroneamente il governo Renzi per scavalcare l’ostruzionismo delle opposizioni sulla riforma ha deciso di rinnovare i vertici attraverso la pessima legge Gasparri, che oltre a rafforzare il polo berlusconiano, era e resta l’anticamera della lottizzazione, assegnando alla Commissione parlamentare di vigilanza il compito di indicare 7 dei 9 membri del cda Rai.
Tra l’altro quattro dei 9 nuovi consiglieri (Freccero, Diaconale, Guelfi e Mazzuca) sono pensionati e, per effetto della riforma della Pa, potranno restare in carica solo un anno e non potranno essere retribuiti.
Lottizzare è certamente una colpa perché la Rai non è dei partiti ma dei cittadini che pagano tasse e canone ma i moralismi lasciano il tempo che trovano. Viceversa, la spartizione potrebbe essere evitata solo in tre modi: o con la nomina di consiglieri di altissima e indiscussa professionalità o cambiando il meccanismo delle nomine oppure privatizzando almeno due dei tre canali Rai. Il problema grave è quando non solo si lottizza ma lo si fa con figure mediocri, salvo qualche rara eccezione.
Quanto agli aspetti politici della vicenda, almeno due meritano di essere evidenziati: 1) per la prima volta anche Beppe Grillo decide di “sporcarsi le mani” e di lottizzare senza ritirarsi sull’Aventino indicando Carlo Freccero come consigliere Rai; 2) senza l’appoggio di Silvio Berlusconi, Renzi non avrebbe avuto i numeri per far passare in Commissione di vigilanza le nomine al vertice della Rai, perchè ci vogliono i due terzi dei membri. E stavolta l’accordo Renzi-Berlusconi ha funzionato.