L’ultima parola spetta al premier Mario Draghi e arriverà nelle prossime ore. Ma ai vertici dei grandi gruppi pubblici alla vigilia delle loro assemblee l’aria che tira è quella del cambiamento. E’ l’effetto Draghi che, senza proclami, ha cambiato una a una pedine importanti dello scacchiere pubblico, a partire dal commissario per il piano delle vaccinazioni, dalla Protezione civile, dai servizi segreti. Ora tocca a Cassa depositi e prestiti (Cdp) e alle Ferrovie dello Stato e, un po’ più in là, alla Rai.
Per la Cdp l’ultima parola non è ancora detta ma il borsino delle nomine vede in vantaggio per la poltrona di Ad Dario Scannapieco, già nella squadra di Draghi al Tesoro vent’anni fa e attuale vicepresidente della Bei, rispetto all’Ad in carica, Fabrizio Palermo che era stato voluto dai Cinque Stelle e che ha gestito dossier importanti come quello della Borsa italiana, di Nexi, delle Autostrade e di Open Fiber. Si va invece verso una conferma per la presidenza di Cdp, dove le fondazioni bancarie, che hanno voce in capitolo in quanto azioniste di minoranza, sono schierate a difesa di Giovanni Gorno Tempini.
Per la Cassa la scelta finale non è ancora fatta, anche perchè Draghi, che oggi vedrà in proposito il ministro dell’Economia Daniele Franco per gli ultimi ritocchi al dossier nomine, martedì è stato impegnato a Bruxelles per il vertice europeo sull’immigrazione. Ma dalla soluzione che maturerà per Cdp dipenderà anche la scelta dei vertici delle Ferrovie dello Stato che tengono la loro assemblea nelle prossime ore e dove il metodo Draghi è orientato, come negli altri casi, alla discontinuità: al posto dell’attuale Ad, Gianfranco Battisti, sostenuto dai Cinque Stelle ma gradito anche a Forza Italia e Lega, si profila l’arrivo di un nuovo manager da scegliere tra l’ex Ad di Terna, Luigi Ferraris, o il Country Manager di Enel per l’Italia, Carlo Tamburi, fratello del fondatore di Tip, Gianni Tamburi, mentre alla presidenza il premier starebbe pensando a una candidatura femminile al posto di Gianluigi Castelli, vicino alla Lega.
Cdp e Fs gestiscono investimenti colossali e sono destinate a giocare un ruolo di primissimo piano nel Recovery Plan e nella modernizzazione del Paese ed è naturale che il Presidente del Consiglio voglia alla loro guida uomini di sua assoluta fiducia.
Verso metà giugno maturerà anche il cambio al vertice della Rai dove Presidente e Ad – nominati ai tempi del Governo Conte 1 – appartengono a un’altra era politica. i nuovi dovranno assicurare la massima imparzialità e grande competenza professionale soprattutto in vista delle future elezioni politiche.