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Nomine pubbliche: Profumo verso Leonardo, Del Fante verso le Poste

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La novità più clamorosa dell’ultima ora è quella del possibile approdo di Alessandro Profumo, banchiere di razza già alla guida di Unicredit e poi alla presidenza di Mps, alla testa di Leonardo-Finmeccanica al posto di Mauro Moretti. Ma un cambio della guardia si profila anche alle Poste Italiane, dove il Governo sta pensando di sostituire Francesco Caio con l’attuale ad di Terna, Matteo Del Fante che si occupò già del risparmio postale quand’era direttore della Cassa depositi e prestiti. Verso la conferma invece per i vertici di Eni, Enel ed Enav, i cui timonieri – Claudio Descalzi all’Eni, Francesco Starace all’Enel e Roberta Neri all’Enav – sono destinati a mantenere il loro ruolo.

Se il Governo, per il quale si stanno muovendo in prima persona il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, riuscirà a convincere Alessandro Profumo, avrà fatto bingo. Il sessantenne banchiere genovese, che ora è presidente ed azionista di Equita Sim con grande soddisfazione personale ma che è anche nel Cda dell’Eni, sta riflettendo proprie in queste ore sull’offerta del Governo a diventare civil servant e ad assumere il ruolo di ad di Leonardo-Finmeccanica. Del resto che Mauro Moretti, malgrado i buoni risultati di bilancio, non fosse riconfermabile alla guida del gruppo pubblico dell’aerospazio e della difesa, si era capito da tempo perché contro di lui pesa la condanna in primo grado a sette anni per il disastro ferroviario di Viareggio quand’era alla guida delle Fs: una sua nomina pubblica oggi, al di là dei suoi indiscussi meriti professionali, suonerebbe come uno sgarbo alle famiglie delle vittime.

Il possibile arrivo di un manager doc come Profumo si accoppierebbe alla conferma di Gianni De Gennaro alla presidenza di Leonardo-Finmeccanica.

L’altra partita aperta sulle nomine pubbliche è quella delle Poste Italiane, dove il Governo sembra orientato a cambiare l’ad Francesco Caio. Anche qui, nonostante i buoni risultati di bilancio, a sfavore di Caio pesano altri fattori: le divergenze sulla privatizzazione, la mancata acquisizione di Pioneer (che da Unicredit è finita ai francesi di Amundi) e i continui dissidi con la presidente Luisa Todini. Se cambierà la guida di Poste Italiane, il Governo vuole andare sul sicuro e affidarsi a un manager che già conosce il business postale e soprattutto le problematiche del risparmio postale. Ecco perché il Tesoro sta pensando ad Matteo Del Fante, l’attuale ad di Terna che di recente ha manifestato il desiderio personale di proseguire il programma di sviluppo del gruppo energetico, ma che nel suo curriculum ha la conoscenza diretta delle Poste (dove per quattro anni ha avuto anche un ufficio) maturata quando era direttore delle Cassa depositi e prestiti. Ed è proprio questo atout che lo sta spingendo verso la guida di Poste Italiane.

L’eventuale promozione di Del Fante alle Poste aprirebbe naturalmente un problema a Terna, per quale si profilerebbe una candidatura proveniente da una delle maggiori local utilities o quella del direttore finanziario delle Poste ed ex Enel, Luigi Ferraris.

Le presidenze rose (Emma Marcegaglia all’Eni, Patrizia Grieco all’Enel, Catia Bastioli a Terna, Biancamaria Farina al posto di Luisa Todini alle Poste) dovrebbero anche stavolta coronare il bouquet delle nomine.

I giochi si stanno per chiudere, ma fino alla fine le sorprese nelle nomine pubbliche sono sempre all’ordine del giorno. Tra stasera e lunedì mattina prima della riapertura della Borsa il Tesoro dovrebbe consegnare la lista dei candidati ai consigli d’amministrazione di tutte le società pubbliche in scadenza in vista delle prossime assemblee e solo allora calerà il sipario.

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