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Nomine pubbliche, mai così tante come nel 2024: 694 nelle aziende a partecipazione statale. È record

Imagoeconomica

Nomine pubbliche, nel 2024 numeri da record. Un’ondata di nomine, infatti, è in arrivo nelle partecipate. Le cifre? Eccole: il rinnovo degli organi amministrativi delle società del ministero dell’Economia e delle finanze previsto nei prossimi mesi riguarderà ben 694 persone, per 154 organi sociali di 122 partecipate. È uno dei dati che emerge dalla Settima edizione dell’analisi di CoMar – Centro studi sul governo di tutte le partecipate dello Stato, censite singolarmente, attingendo a documenti ufficiali. Delle 122 società, 19 sono a controllo diretto e 103 a controllo indiretto; dei 154 organi sociali, 89 sono consigli d’amministrazione e 65 collegi sindacali; le 694 persone sono ripartite fra 424 consiglieri e 270 sindaci; 114 persone siedono nelle società controllate direttamente dal Mef (56 consiglieri e 58 sindaci) e 580 nelle indirette (424 consiglieri e 270 sindaci).

Nomine pubbliche, ecco le società coinvolte

Sono coinvolte, fra le controllate dirette del Mef, tra le altre, Cdp:

  • Cassa depositi e prestiti, Cinecittà, Eur, Ferrovie dello Stato Italiane, Gse – Gestore dei servizi elettrici, Invimit, Rai, StMicroelectronics; fra le indirette, attraverso le rispettive capogruppo, partecipate di Banca Mps, Cdp (Fintecna, Open Fiber), Enel, Eni (Saipem), Fs (Anas), Gse-Gestore servizi energetici, Invitalia, Leonardo (Telespazio), Poste Italiane. Sono già stati rinnovati i cda di Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 e di Sogei. È da intendersi come non tutti i componenti siano designati dal Mef o dalle sue capogruppo, essendovi membri espressione di altri soci.

L’indagine CoMar ha anche calcolato quanti consiglieri di amministrazione siano stati nominati tra il 1° novembre 2022 ed il 15 aprile 2024, su indicazione di molteplici azionisti: si tratta di 47 componenti, di cui 61 amministratori delegati, sia per partecipate indirette che dirette; considerando solo queste ultime, i consiglieri individuati, nello stesso periodo, sono stati 117.

Tra i criteri che si dovranno seguire per le nomine vi è quello dell’equilibrio di genere. Sui 694 componenti degli organi sociali uscenti nei prossimi mesi, le donne sono 226, pari al 32,5% complessivo. Percentualmente, le donne sono presenti maggiormente nelle Società controllate direttamente dal Mef (47 donne amministratrici su 114 amministratori totali – 41,2%) rispetto alle indirette (179 amministratrici su 580 amministratori totali – 30,8%); così come sono percentualmente di più nei collegi sindacali (99 donne sindaco su 270 sindaci totali – 36,6%) rispetto ai cda (127 donne consigliere su 424 consiglieri totali – 29,9%); inoltre, in tre quarti dei casi, le donne sono consiglieri indipendenti e, spesso, sono titolari di più di un incarico amministrativo (interlocker).

Nomine pubbliche, ecco numeri e dettagli

Il rapporto evidenzia come le Unità economiche partecipate dal settore pubblico (ministeri, Regioni, Province, Comuni, Comunità montane Camere di Commercio, Enti sanitari) sono 7.808, con 924.892 addetti; le controllate (quota proprietaria superiore al 50%) sono 3.517, con 586mila dipendenti.

Il Mef esercita il ruolo di gran lunga prevalente, sotto tutti i parametri economico-finanziari e occupazionali (52,2% dei dipendenti totali). All’interno del perimetro Mef, al 15 aprile 2024, emergono 61 società controllate, direttamente (37) o, indirettamente, con la Cassa depositi e prestiti; senza considerare ulteriori 9 Società dove Cdp non va oltre un controllo congiunto o un potere d’influenza (Enciclopedia Treccani, F2i, Telecom Italia, Trevi, Webuild).

Nomine pubbliche, la riorganizzazione del Mef

Negli ultimi cinque anni, peraltro, si è assistito ad una ridefinizione del ruolo dello ”Stato imprenditore”. Una testimonianza – si spiega dal CoMar – è fornita dalla riorganizzazione del Mef, con la creazione del Dipartimento dell’economia. Sono nate nuove società, come Dri d’Italia, Giubileo 2025, Green.It, Holding Reti Autostradali, Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, Ita Airways, Psn-Polo strategico nazionale, Renovit; o Autostrade dello Stato (la cui costituzione è stata preannunciata dal Consiglio dei ministri del 9 aprile, con lo scorporo da Anas delle tratte a pedaggio).

Altre hanno visto acquisizioni, anche parziali, come Agile Lab Ceramiche Dolomite, Corneliani, Gpi, Lis Holding, Maticmind, Nuova Sistemi Urbani, Pernigotti, Snaidero Rino, Titagarh Firema; talvolta, attraverso investimenti in società definite strategiche, come previsto per lo scorporo della rete di Tim.

Vi sono poi quelle dove il Mef ha acquisito la maggioranza, ma subentrando ad altri azionisti pubblici, come per Sviluppo lavoro Italia (già Anpal Servizi), Acque del Sud (già Eipli-Ente Irrigazione Puglia Lucania Irpinia), Società Stretto di Messina (con quota Anas scesa al 36,7% a seguito di aumento di capitale riservato al ministero), Sace (da Cdp, nel 2022); o dove, invece, la cederà, come per PagoPA (a Ipzs e, eventualmente, a Poste Italiane). La razionalizzazione ha comportato, a inizio 2024, anche l’incorporazione di Sose – Soluzioni per il Sistema economico in Sogei.

Le partecipate possono ricevere anche nuovi compiti: secondo la legge di Bilancio 2024, quelle interamente partecipate forniranno supporto al Mef per attività di natura amministrativa. Altre hanno mutato il proprio raggio di attività: Arexpo, oltre l’area Expo Milano 2015, a tutta la Lombardia; Invimit, ampliando alle materie prime critiche; Sport e Salute, con nuove funzioni connesse al Pnrr.

Sotto il profilo della strategicità, altre, in linea con la propria missione, sono interessate in progetti come RepowerEu e Piano Mattei. Sempre da questo punto di vista, la legge 28/2024 ha previsto, per le partecipate che gestiscano impianti di tale rilievo, l’ammissione immediata all’amministrazione straordinaria e la concessione di finanziamenti; come già avvenuto per l’Ilva. Di strategicità parla anche il decreto legge 118/2023 (poi trasfuso nel decreto legge 104/223) che prevede lo stanziamento di risorse per circa 2,5 miliardi di euro per operazioni inerenti società di rilievo strategico.

Nomine pubbliche, gli enti trasformati in Spa

Vi sono poi gli enti trasformati in Spa, come accaduto con Enit e come avviato con Ics – Istituto per il credito sportivo (e culturale, da ridenominare così al termine del processo). Inoltre, non sono da dimenticare le dismissioni, da Bonifiche Ferraresi a Fsi Sgr, Quattror Sgr, Rocco Forte Hotels. Dismissioni a volte, anche parziali, come per Banca Mps, o pianificate, come per Ita Airways o per Poste Italiane. Sempre riguardo alle ”privatizzazioni”, il 9 aprile scorso il Governo, presentando il Def 2024, ha sostanzialmente confermato quanto già previsto con la Nadef 2023: un piano di dismissioni per incidere sul rapporto debito/pil, con proventi per un valore cumulato vicino all’1% del pil nel triennio 2024-2026.

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