Sono 639 le poltrone da rinnovare nei prossimi mesi in 146 organi sociali di 107 società partecipate dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Nomine pubbliche fondamentali per il futuro del Paese che coinvolgeranno 91 Consigli d’amministrazione e 55 Collegi sindacali.
È quanto emerge dalla quinta edizione dell’analisi del Centro Studi CoMar sul governo di tutte le società partecipate dello Stato.
Le nomine pubbliche nelle controllate dirette
Scendendo nei dettagli del rapporto si scopre che delle 639 cariche in scadenza, 72 riguardano le 15 società controllate direttamente dal ministero dell’Economia. Parliamo di colossi del calibro di Arexpo, Invitalia, PagoPa, Sogin, Sace, Sport e Salute, Studiare Sviluppo che saranno chiamate ad eleggere il nuovo cda o l’amministratore unico. In totale. tra tutte le controllate dirette. in palio ci saranno 22 poltrone da consigliere e 50 sindaci, ma la nomina più attesa riguarda senza dubbio i vertici di Invitalia, dove la riconferma dell’Ad Domenico Arcuri pare molto in bilico. Da tenere d’occhio anche Sace, il cui cda completerà il mandato con l’assemblea di aprile. Ricordiamo infatti che lo scorso gennaio, Rodolfo Errore ha rassegnato le dimissioni da Amministratore e Presidente di. “Una decisione maturata per cogliere nuove opportunità professionali nel settore privato”, ha comunicato Sace.
567 poltrone nelle controllate indirette
Molto più corposo il numero di poltrone in palio nelle 92 controllate indirette attraverso le capogruppo Amco, Banca Mps, Cassa Depositi e Prestiti, Enav, Enel, Eni, Eur, Ferrovie dello Stato Italiane, Invitalia, Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, Leonardo, Poste Italiane, Rai, Sace, Sport e Salute, STMicroelectronics. Da nominare ci saranno 377 consiglieri e 190 sindaci per un totale di 567 rappresentanti. Le assegnazioni più pesanti, in questo caso, riguarderanno i cda di Ansaldo, Cdp, Fincantieri, Italgas e Snam.
Le nomine pubbliche e l’equilibrio di genere
Tra i criteri da rispettare per le nomine da effettuare nei prossimi mesi spicca quello riguardante l’equilibrio di genere in base al quale, secondo la Manovra 2020, le donne dovranno ottenere “una rappresentanza di almeno due quinti dei consiglieri d’amministrazione e dei sindaci nelle Società quotate. “Tali norme – sottolinea CoMar – hanno già determinato un progressivo e significativo incremento della presenza femminile, crescente ad ogni rinnovo”.
Ad oggi infatti, sui 639 componenti gli organi sociali uscenti, le donne sono 243, pari al 38% complessivo; erano il 31,3% nelle società andate al rinnovo nel 2021.
A livello percentuale, le donne sono più presenti nelle società controllate direttamente dal Mef (30 donne amministratrici su 72 amministratori totali – 41,6%) rispetto alle indirette (213 amministratrici su 567 amministratori totali – 37,5%); così come sono di più nei collegi sindacali (100 donne sindaco su 240 sindaci totali – 41,7%) rispetto ai cda (143 donne consigliere su 399 consiglieri totali – 35,8%).
“Queste cifre denotano al di là del dato quantitativo, come vi sia più distanza, tra componente maschile e femminile, laddove vi siano maggiori poteri operativi; ed è su questo aspetto, più che su quello meramente numerico, che vi sono ancora spazi di miglioramento”, sottolinea l’indagine.