Sarà un mercoledì ad alta fibrillazione per le nomine pubbliche: assemblea Cdp, presidenza del Copasir (la commissione parlamentare di garanzia sui servizi segreti), commissione di vigilanza sulla Rai e voto in Parlamento per l’elezione di 4 consiglieri del Cda di Viale Mazzini che per la prima volta – dopo la riforma Renzi – saranno eletti da deputati e senatori (due per ciascuna delle Camere). In pratica, l’intera giornata sarà monopolizzata da designazioni e rinnovi in alcuni ruoli cardine del settore pubblico, politico o finanziario. E si vedrà se l’accordo politico ormai raggiunto sulle commissioni parlamentari aprirà la via anche alle nomine in Cdp.
CASSA DEPOSITI E PRESTITI, ULTIMA CHIAMATA
Per la Cdp la partita arriva al capolinea. Dopo alcuni rinvii dovuti alle elezioni e al successivo cambio di maggioranza e di governo che rendevano necessario uno slittamento per questioni di fairplay istituzionale, l’assemblea della Cdp è stata nuovamente rinviata venerdì scorso, il 13 luglio. In questo ultimo caso, però, la ragione dello slittamento è meno nobile e riguarda semplicemente il fatto che le due anime della maggioranza – Lega e M5S – non riescono a mettersi d’accordo. Da nominare è il Cda con presidente e amministratore delegato visto che il ticket Costamagna-Gallia è già scaduto con l’approvazione dell’ultimo bilancio in maggio. Della questione è stato incaricato il sottosegretario alla Presidenza, il leghista Giorgetti, a cui spetta il compito di sciogliere il nodo per la designazione dell’amministratore delegato: a Matteo Salvini piacerebbe Marcello Sala, ex Sea e liquidatore della banca della Lega Credieuronord. Il ministro dell’Economia Tria, tuttavia, preferirebbe un nome di maggiore esperienza come quello di Dario Scannapieco (ex Tesoro e ore vicepresidente Bei), i grillini più movimentisti vorrebbero invece Fabrizio Palermo, attuale Cfo della Cassa. E nelle ultime ore la coppia Scannapieco-Palermo è balòzata in pole position.
D’altronde, un nuovo rinvio avrebbe il sapore della beffa: la Cassa è una corazzata fondamentale nella geografia del potere pubblico, garantisce il risparmio postale ed è la cassaforte delle partecipazioni in Eni, Enel, Terna per citare le più importanti Spa a controllo statale. Non da ultimo, va ricordato che Cdp è proprietaria al 50%, in tandem con Enel, di Open Fiber, la società che sta posando la rete in fibra ottica in tutta Italia, in aperta concorrenza con Tim. Definire i vertici di Cdp, dunque, significa anche avere chiaro l’indirizzo da assegnare ai manager sulla questione delicatissima della Rete e dell’acquisizione o meno del network (anche quello in rame) dell’ex monopolista Telecom Italia. Anche per questo, venerdì scorso si è registrata l’ennesima fumata nera, mancando l’accordo non solo sui nomi ma anche una certa incertezza sulle indicazioni da affidare al management. Le fondazioni bancarie, proprietarie del 18% di Cdp, hanno invece presentato la loro lista di minoranza indicando Massimo Tononi come presidente.
RAI, SI VOTA SU CDA E VIGILANZA
Se per Cdp si tratterà fino all’ultimo minuto che precederà l’assemblea di mercoledì , per Copasir e Vigilanza Rai e Cda della stessa Rai, il percorso sarebbe tracciato. Alle 9 al Senato si riunirà infatti la Commissione di vigilanza Rai, alle 10 il Copasir e alle 15,30 la Giunta delle elezioni. Il dem Lorenzo Guerini dovrebbe guidare il Copasir, Maurizio Gasparri (FI) la Vigilanza.
Per l’elezione dei 4 membri del Cda (su 7: altri due li nomina il Consiglio dei ministri e uno spetta al dipendenti), le votazioni in Aula a scrutinio segreto sono previste alle 11 al Senato e alle 11.30 alla Camera. I pentastellati hanno aperto ieri, lunedì, le votazioni sulla piattaforma Rousseau. Tra i candidati in corsa la giornalista del Tg1 Claudia Mazzola, Paolo Favale, ex responsabile del settore di consulenza giuridica dell’azienda di viale Mazzini ed Enrico Ventrice, documentarista e autore di alcune serie di Rai 5. In posta anche Paolo Cellini, docente della Luiss ed ex vice presidente delle divisioni Internet e Games della Walt Disney, e Beatrice Coletti, ex ad di Sportcast.
Per il nuovo presidente Rai dovrà essere votato dai due terzi della commissione di vigilanza con ogni probabilità scegliendo tra i due nomi che il Mef porterà in consiglio dei ministri. I nomi che circolano vedono in pista Milena Gabanelli, Giovanni Minoli, Ferruccio De Bortoli.
Ma perché tutto ciò possa compiersi, è necessario che il mosaico politico tenga conto anche dell’opposizione: intorno al nome di Lorenzo Guerrini, legato a Matteo Renzi, è stato trovato l’accordo con il Pd per il nuovo presidente Copasir. Proprio il Pd, infatti, aveva ritirato la sua lista di parlamentari per la commissione fiutando un tentativo di esautorare la minoranza. Anche per la Vigilanza Rai l’intesa ruota intorno al nome di Maurizio Gasparri (Forza Italia), autore della riforma tv di impronta berlusconiana che porta il suo nome, ma l’intesa sembra essere stata trovata su Alberto Barachini, ex giornalista Mediaset e stretto collaboratore del leader di Forza Italia. A Fratelli d’Italia dovrebbe infine andare la presidenza della Giunta per le autorizzazioni della Camera